Borghy il dito medio del maialino padano

E' arrivato in ritardo e lo si è visto rincorrere - lui che non è un fuscello - la testa del corteo che ormai era arrivata a metà strada, in Piazza Garibaldi, dove il Questore di Lecco con due parole educate, ma prive di sorriso aveva già provveduto pochi istanti prima a raffreddare l'unica miccia presente, ovvero quella di una ventina di giovani di sinistra pronti a battibeccare con i leghisti e forse anche a riportare al buio qualche fiaccola padana prima che il fuoco - stantio a spegnersi - lambisse le dita dei fiaccolatori più titolati, prima inter pares Antonella Faggi sindaco di Lecco giunta ad Oggiono in blu jeans. Mario Borghezio ha finalmente raggiunto Roberto Castelli e assieme, sostenendo lo striscione, hanno raggiunto la centralissima Piazza Manzoni per il comizio. Hanno parlato Castelli, Borghy e Bodega. Tre leghisti diversi, tre stili diversi, tre intelligenze diverse, forse anche alternative. Sotto il pianale del camioncino usato come palco meno di 100 persone, l'80% delle quali giunte da fuori Oggiono. A testimoniarlo il bandierone con il nome di Grandate e un altro con lo slogan “ Mata Moros “. Leghisti in tour, sempre pronti a fare aria fuori porta. Mi sono messo in prima fila sotto il palchetto a quattro ruote e non ho perso una battuta. Roberto Castelli ha cercato di fare l'elegante, ma con le parole gli riesce peggio che con il vestiario. Il passaggio che mi ha colpito è quando, resosi conto che sotto di lui gli oggionesi si contavano sulle dita di una mano, si è spinto nell'invito rivolto loro di esser coraggiosi “perchè so che dietro le persiano chiuse ci siete, ci ascoltate e siete d'accordo con noi'. Neanche il mago Otelma avrebbe osato tanto. Concluso il breve intervento si è dileguato, pedinato da un omino in nero con auricolare e ricetrasmittente. Mario Borghezio ha vomitato venti minuti di insulti eccitando un paio di padani doc che gli hanno chiesto quando cominciare a picchiare e chi. Lui ha risposto che bisogna passare dalla parole ai fatti e compilare un elenco nominativo completo dell'indirizzo di casa di ciascuno di loro. I carabinieri hanno sentito, spero segnalino il fatto alla Procura perchè si tratta di istigazione all'odio e alla violenza. Poi è passato alle parolacce rivolte al sindaco di Oggiono (pezzo di merda, merdaccia, sei da prendere a calci nel culo e così via) estendendo la sua benedizione a tutti i comunisti e sinistrorsi in senso lato. Il sogno di Borghy è una Oggiono in fiamme con l'islamico straniero in fuga. Dovrà perdere 40 kg prima che accade, quindi abbandoni la speranza. Ci ha pensato l'ex sindaco di Lecco e attuale parlamentare Lorenzo Bodega a restituire dignità alla serata. Chiamato da Borghy sul palco, dopo un bergamasco e un torinese, perchè residente a Oggiono, Bodega ha dichiarato il suo disaccordo con la decisione del sindaco Riva, ha ribadito la laicità dello Stato rispetto alla Chiesa e alle religioni, ha sostenuto la bontà di mantenere l'ora di religione cattolica nelle scuole, seppure facoltativa e poi ha detto tre cose assolutamente condivisibili, dimostrative che le due consiliature trascorse quale primo cittadino di una impegnativa città quale Lecco lo hanno maturato e migliorato sia come uomo che come politico: 1) non è sempre facile per un sindaco prendere decisioni che ottengano la massima condivisione da parte dei cittadino e siano nel contempo manifestazione di accoglienza e tolleranza verso una minoranza. 2) i consiglieri comunali prestino maggiore attenzione agli atti che si formano dentro la casa comunale; se c'è un regolamento per l'uso delle sale pubblico che va riformato lo si faccia usando gli strumento idonei. 3) i cittadini partecipino maggiormente alle sedute del Consiglio Comunale, s'informino, facciano pesare la loro presenza e la loro attenzione. Tallonino gli amministratori più prima che dopo. Lorenzo Bodega ha detto pure un'ultima cosa che io ritengo giustissima e che penso sia alla base e la spiegazione del caso Ramadan. Il sindaco di Oggiono, ha dichiarato il parlamentare, anzichà© appellarsi al regolamento per giustificare la sua decisione, avrebbe dovuto argomentare in altro modo con ben diversa motivazione che non il mero richiamo a un comunque discutibile cavillo. Ha perfettamente ragione ed è tutto qui. Questa mattina si è poi saputo che il caso Ramadam aveva già avuto due precedenti, uno cattolico e l'altro evangelico e sempre nella medesima sala consiliare.
Mi è servito essere stato presente ieri sera alla fiaccolata della Lega, anche se sono state le parole di Lorenzo Bodega a rischiarare la tiepida notte oggionese e non il bagliore dei tubi resinosi. Peccato che un passaggio di Bodega, l'eccitato Borghezio lo abbia accompagnato con il segno dell'indice, ovvero con la triviale, consueta espressione di quella componente della Lega - che io definisco feccia - e che non consente al movimento di affermarsi neppure dentro la terra dei suoi padri. Spero che Borghy si tagli sempre l'unghia prima di fare il gesto. Sennò quel dito sudaticcio diventa un'arma da taglio. E come è stato dimostrato rischia di farsi male da solo.
Alberico Fumagalli