Accadeva 30 anni fa/92 aprile '93: rapina in banca a Viganò. Missaglia, minoranza vs. Zangrillo. Scritte razziste a Casate
''Accadde oggi, 30 aprile 1993: Tangentopoli, monetine contro Bettino Craxi. La Camera dei deputati respinge quattro delle sei autorizzazioni a procedere per corruzione e ricettazione richieste dalla magistratura contro l’allora leader del PSI; la sera Craxi viene accolto davanti all’Hotel Raphael di Roma da numerosi manifestanti che iniziano a lanciargli delle monetine per protesta''.
Tangentopoli sta raggiungendo il suo apice mentre già qua e là silenziosamente sui muri appaiono manifesti giganti con un bambino che salta su una rete e sotto la scritta a caratteri cubitali FOZZA IATIA. Qualcuno pensa alla nuova pubblicità di Chicco, o di Prenatal o l’ultima trovata di Benetton. Quasi nessuno intuisce ciò che Silvio Berlusconi sta preparando. L’Uomo di Arcore (scomparso in questi giorni), aveva fatto contattare Mariotto Segni cui ''affidare'' il ruolo di guida dei moderati, dopo il clamoroso abbandono da parte del figlio dell’ex presidente della repubblica, della Democrazia Cristiana, partito in cui aveva militato per 17 anni. Ma Segni si mostra indeciso, mira ai suoi referendum. Si muovono i consiglieri più vicini al Cavaliere ma lui ha già deciso: scenderà in campo in prima persona.
Intanto anche i sostenitori del rinnovamento prendono le distanze da Mariotto per restare accanto a Mino Martinazzoli, l’ultimo segretario che tenta fino alla fine di rivoltare il partito ormai spiaggiato. I capi Dc del casatese restano con la Dc.
Domenico Galbiati: ''Mario Segni abbandonando la Dc commette un grave errore e se ne renderà conto a tempo debito se, come mi auguro, l’azione di Martinazzoli per il rinnovamento dell’esperienza politica dei cattolici continuerà senza incertezze e timori reverenziali''.
Giliola Sironi: ''Noi popolari per la riforma non possiamo in questa fase di grande confusione, indebolire Martinazzoli. Continuiamo a credere che sino al congresso dobbiamo dare fiducia a Mino a Roma e a Rusconi (Antonio ndr) a Lecco''.
Anche i vertici meratesi sono con il Segretario. Mario Gallina, sindaco di Merate: ''Non è distruggendo la Democrazia Cristiana, la sua esperienza storica e culturale, che si cambia la politica ma cercando di essere coerenti con i propri principi, di migliorarla, perché tante brave persone di buona volontà nella Dc e nell’area cattolica vogliono questo''.
Unica voce dissonante l’ex deputato Dc di Lomagna Ezio Citterio: ''E’ una scelta coerente quella di Segni, questo partito non è in grado di riformarsi. Da un anno prosegue senza soste l’opera bonificante della magistratura e il popolo italiano, giustamente indignato, acquista sempre più consapevolezza del disastro, e vuole concorrere a seppellire il vecchio e costruire il nuovo''.
Uno degli effetti dei referendum di Segni è l’elezione diretta del sindaco e la riduzione dei consiglieri. Fino al 1990 il cittadino votava il partito e assegnava la preferenza. Poi il partito di maggioranza assoluta o la coalizione nominava il sindaco scegliendo tra gli eletti. La riforma punta invece a personalizzare il voto. Il cittadino voterà una lista di cui, in caso di vittoria già si sa chi sarà il sindaco. Tanto che alcune liste inseriscono direttamente nel simbolo …. Rossi sindaco…. I primi comuni del territorio a votare col nuovo metodo sono in scadenza già per giugno 1993.
Ecco la classifica dei dischi (in vinile chi li conosce più?) della prima settimana di aprile del 1993.
La stessa minoranza aveva fatto rilevare come il cancello ritenuto poi abusivo e le opere connesse fossero state realizzate da un’impresa attiva proprio con l’Amministrazione comunale. Insomma un’accusa precisa contro la quale si era scagliato Zangrillo. Con un nuovo intervento ''Vivere Missaglia'' ha chiesto al Sindaco di richiamare formalmente e in consiglio comunale l'assessore all’istruzione.
Un’ora e mezza in balia di tre rapinatori. E’ successo martedì 20 aprile ai due impiegati della piccola filiale della banca Agricola Milanese (ora incorporata nella Banca popolare di Milano) di Viganò. L’incubo inizia alle 8.25 quando i due arrivano alla porta dell’istituto. Ad attenderli tre persone armate. Una volta dentro i banditi si impossessano del denaro custodito nei cassetti e nella piccola cassaforte mentre la temporizzata si sarebbe aperta un’ora dopo. Intanto lo sportello apre al pubblico come nulla stesse accadendo. I banditi lasciano entrate uno alla volta i clienti che effettuano le loro operazioni. Però al momento di uscire vengono “invitati” a raggiungere il bagno e chiusi dentro intimando loro di non parlare. Entra anche una nonnina e uno dei rapinatori inventa problemi allo sportello per farla uscire indenne. Alle dieci la cassaforte si apre. I banditi prelevano tutti i contanti, circa 50 milioni di lire, poi chiudono in bagno i due impiegati assieme ai sei clienti già “incarcerati”. Escono tranquilli e se ne vanno due con un’auto e il terzo con una potente moto enduro di proprietà di uno degli impiegati. Finalmente dopo le 10 entra un cliente. Gli sportelli sono deserti ma dal bagno si sente gridare. E tutte le otto persone riescono finalmente a riguadagnare la libertà.
92/continua
Tangentopoli sta raggiungendo il suo apice mentre già qua e là silenziosamente sui muri appaiono manifesti giganti con un bambino che salta su una rete e sotto la scritta a caratteri cubitali FOZZA IATIA. Qualcuno pensa alla nuova pubblicità di Chicco, o di Prenatal o l’ultima trovata di Benetton. Quasi nessuno intuisce ciò che Silvio Berlusconi sta preparando. L’Uomo di Arcore (scomparso in questi giorni), aveva fatto contattare Mariotto Segni cui ''affidare'' il ruolo di guida dei moderati, dopo il clamoroso abbandono da parte del figlio dell’ex presidente della repubblica, della Democrazia Cristiana, partito in cui aveva militato per 17 anni. Ma Segni si mostra indeciso, mira ai suoi referendum. Si muovono i consiglieri più vicini al Cavaliere ma lui ha già deciso: scenderà in campo in prima persona.
Intanto anche i sostenitori del rinnovamento prendono le distanze da Mariotto per restare accanto a Mino Martinazzoli, l’ultimo segretario che tenta fino alla fine di rivoltare il partito ormai spiaggiato. I capi Dc del casatese restano con la Dc.
Domenico Galbiati: ''Mario Segni abbandonando la Dc commette un grave errore e se ne renderà conto a tempo debito se, come mi auguro, l’azione di Martinazzoli per il rinnovamento dell’esperienza politica dei cattolici continuerà senza incertezze e timori reverenziali''.
Giliola Sironi: ''Noi popolari per la riforma non possiamo in questa fase di grande confusione, indebolire Martinazzoli. Continuiamo a credere che sino al congresso dobbiamo dare fiducia a Mino a Roma e a Rusconi (Antonio ndr) a Lecco''.
Anche i vertici meratesi sono con il Segretario. Mario Gallina, sindaco di Merate: ''Non è distruggendo la Democrazia Cristiana, la sua esperienza storica e culturale, che si cambia la politica ma cercando di essere coerenti con i propri principi, di migliorarla, perché tante brave persone di buona volontà nella Dc e nell’area cattolica vogliono questo''.
Unica voce dissonante l’ex deputato Dc di Lomagna Ezio Citterio: ''E’ una scelta coerente quella di Segni, questo partito non è in grado di riformarsi. Da un anno prosegue senza soste l’opera bonificante della magistratura e il popolo italiano, giustamente indignato, acquista sempre più consapevolezza del disastro, e vuole concorrere a seppellire il vecchio e costruire il nuovo''.
Da sinistra Domenico Galbiati, Giliola Sironi, Mario Gallina, Ezio Citterio
Uno degli effetti dei referendum di Segni è l’elezione diretta del sindaco e la riduzione dei consiglieri. Fino al 1990 il cittadino votava il partito e assegnava la preferenza. Poi il partito di maggioranza assoluta o la coalizione nominava il sindaco scegliendo tra gli eletti. La riforma punta invece a personalizzare il voto. Il cittadino voterà una lista di cui, in caso di vittoria già si sa chi sarà il sindaco. Tanto che alcune liste inseriscono direttamente nel simbolo …. Rossi sindaco…. I primi comuni del territorio a votare col nuovo metodo sono in scadenza già per giugno 1993.
Ecco la classifica dei dischi (in vinile chi li conosce più?) della prima settimana di aprile del 1993.
La stessa minoranza aveva fatto rilevare come il cancello ritenuto poi abusivo e le opere connesse fossero state realizzate da un’impresa attiva proprio con l’Amministrazione comunale. Insomma un’accusa precisa contro la quale si era scagliato Zangrillo. Con un nuovo intervento ''Vivere Missaglia'' ha chiesto al Sindaco di richiamare formalmente e in consiglio comunale l'assessore all’istruzione.
Alberto Zangrillo
Un’ora e mezza in balia di tre rapinatori. E’ successo martedì 20 aprile ai due impiegati della piccola filiale della banca Agricola Milanese (ora incorporata nella Banca popolare di Milano) di Viganò. L’incubo inizia alle 8.25 quando i due arrivano alla porta dell’istituto. Ad attenderli tre persone armate. Una volta dentro i banditi si impossessano del denaro custodito nei cassetti e nella piccola cassaforte mentre la temporizzata si sarebbe aperta un’ora dopo. Intanto lo sportello apre al pubblico come nulla stesse accadendo. I banditi lasciano entrate uno alla volta i clienti che effettuano le loro operazioni. Però al momento di uscire vengono “invitati” a raggiungere il bagno e chiusi dentro intimando loro di non parlare. Entra anche una nonnina e uno dei rapinatori inventa problemi allo sportello per farla uscire indenne. Alle dieci la cassaforte si apre. I banditi prelevano tutti i contanti, circa 50 milioni di lire, poi chiudono in bagno i due impiegati assieme ai sei clienti già “incarcerati”. Escono tranquilli e se ne vanno due con un’auto e il terzo con una potente moto enduro di proprietà di uno degli impiegati. Finalmente dopo le 10 entra un cliente. Gli sportelli sono deserti ma dal bagno si sente gridare. E tutte le otto persone riescono finalmente a riguadagnare la libertà.
92/continua
