Oggiono, Bachelet: una mostra al buio per spingere alla riflessione e far conoscere il codice Braille

Una mostra al buio, in occasione della Giornata Nazionale del Braille, che ricorre il 21 febbraio. L’ha proposta l’istituto superiore Vittorio Bachelet di Oggiono: l’idea è nata grazie alla presenza, all’interno della popolazione scolastica, di studenti con ridotta acuità visiva che hanno portato a far ampliare la riflessione sulla condizione di riduzione della capacità visiva. ''Insieme a loro abbiamo pensato ogni anno di proporre un’esperienza di sensibilizzazione verso il codice braille e, più in generale, verso altre strategie di apprendimento, specifiche per chi non può contare appieno sul canale visivo'' ha spiegato la professoressa Debora Ferraina, referente del progetto. 
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La mostra constava di tre percorsi paralleli: quello dell’arte visiva, con un paio di tavole tattili riprodotte con stampante 3D presso il laboratorio di modellistica del Politecnico di Lecco, i ritratti fotografici di alcuni studenti, un paio di scatole oscure con fori laterali attraverso cui le mani esploravano alcune piccole sculture. Il secondo si articolava in tre stazioni: quello del gioco sportivo, quello delle tavole tattili fornite dall’ente ProCiechi di Roma e, infine, testi in braille affiancati dagli strumenti più comuni per la letto-scrittura in rilievo. Infine, il percorso centrale prevedeva che il visitatore venisse bendato, accompagnato e dotato di bastone bianco.
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''Un ringraziamento va alla professoressa Calvi, tirocinante in sostegno presso il nostro istituto, per la preziosa collaborazione. A supporto di ciò, quale unica fonte luminosa, un video riproduceva il progetto di ricerca intrapreso dall’ing.Covarrubias del Politecnico di Lecco, un contributo storico-tecnico sull’arte fotografica, la presentazione dell’Istituto dei Ciechi di Milano e una partita di torball disputata a scuola'' ha aggiunto la docente.  
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La mostra comprende anche lavori prodotti da alcuni studenti ed esperienze didattiche svolte da classi dell’istituto, come ha evidenziato la professoressa Ferraina: ''Le foto esposte nella seconda postazione sono ritratti realizzati durante il laboratorio di approfondimento Fotografar-SI’!, svolto nella pausa didattica di fine gennaio e rivolto ai ragazzi dell’ultimo biennio. Con il supporto della professressa di storia dell’arte Mancini e del fotografo Padovani di Hipnostudio, i partecipanti sono stati guidati verso il ritratto fotografico come momento di esplorazione di sé e di autodeterminazione; è stato inoltre illustrato il progetto a cui sta lavorando lo studio fotografico di Lugano, finalizzato alla restituzione tridimensionale per una fruizione tattile della fotografia''.
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''Un’altra delle postazioni allestite - ha aggiunto - ricostruiva lo spazio del torball, sport a squadre in cui i giocatori, bendati, devono tirare la palla verso la porta avversaria facendola passare sotto delle cordicelle tese. Corde e palla sono dotate di campanellini, affinché il suono faccia percepire la loro posizione e traiettoria. Alcuni studenti del Liceo Sportivo hanno sperimentato tale gioco nell’ambito della programmazione curricolare e ne hanno dato dimostrazione lo scorso aprile, durante la Giornata dell’Inclusione organizzata a livello provinciale''.
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Grazie a questa esposizione, gli studenti hanno potuto immergersi in una realtà meno conosciuta, sperimentare emozioni e approfondire nuove conoscenze: ''Ci siamo proposti di far conoscere e vivere esperienze formative in totale assenza di luce, ricorrendo all’uso dei sensi alternativi alla vista'' ha concluso la professoressa Ferraina.
M.Mau.
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