Barzago, Ceroli: a fine mandato lascio il mio impegno. Metto al primo posto gli interessi della comunità

Fra i ''colpi di scena'' della campagna elettorale che ha preso il via in queste settimane in vista del rinnovo delle amministrazioni locali, spicca senza dubbio il caso Barzago. Qui il sindaco uscente Mirko Ceroli, con una lunga esperienza politica alle spalle, aveva dato la propria disponibilità a correre per un mandato ''bis''. Peccato che il suo gruppo abbia invece deciso di puntare su Michele Bianco, il vicesindaco, reduce da un quinquennio intenso alla guida dell'assessorato ai lavori pubblici. Una scelta, quella della maggioranza, che ha sicuramente spiazzato l'attuale primo cittadino, intenzionato tuttavia a farsi da parte, perlomeno per il quinquennio in corso. Lo abbiamo intervistando raccogliendo le tante soddisfazioni per il percorso amministrativo sin qui intrapreso, ma anche una punta di amarezza per l'epilogo (ad oggi solo temporaneo) di questa lunga e proficua esperienza.
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Ceroli, è entrato per la prima volta in consiglio comunale nel 1995. Sono passati 29 anni, di cui gli ultimi cinque alla guida del paese. Può tracciare un bilancio di questa esperienza?

Sono entrato per cinque volte in consiglio comunale, la prima volta poco più che ventenne, a quell'età si ha l'energia per affrontare il mondo. Nel 2019 mi sono candidato sindaco e ho indossato la fascia tricolore. Sono stati cinque anni belli ma impegnativi, straordinari per il privilegio di essere il primo cittadino del mio paese e allo stesso tempo totalizzanti per il fatto che il "lavoro da sindaco" si è imposto, davanti alla mia vita personale, famigliare e lavorativa.

Durante questo mandato si è occupato di servizi sociali. Cosa le ha lasciato questa esperienza?

Un settore molto delicato che non avevo mai seguito prima. È un’esperienza faticosa, è necessario conquistare la fiducia delle persone che si aspettano dal sindaco, oltre alla riservatezza, di essere ascoltate e sostenute. Non sempre anzi, quasi mai, la soluzione è a portata di mano. Serve tempo e anche un po’ di coraggio perché ci si trova di fronte a situazioni di estrema fragilità. Questa esperienza mi ha permesso di comprendere ancora di più ciò che conta nella vita di ognuno di noi: avere una famiglia che ti protegge anche quando commetti degli errori, la salute, vivere con dignità grazie al proprio lavoro, riuscire a crescere i figli in serenità e far parte di una comunità accogliente.

Quale è stata la sfida più difficile di questi anni?

Recuperare la socialità tra le persone che la tragedia della pandemia aveva minato profondamente. La vita comunitaria era stata messa a repentaglio dalle drastiche misure restrittive. In modo graduale e con il contributo delle realtà associative, siamo riusciti a infondere fiducia alle persone che sono tornate ad incontrarsi e far vivere il paese.
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Sono stati anni in cui sono stati fatti anche importanti investimenti….

Non posso non essere fiero del fatto che grazie ai fondi del Pnrr, a quelli della rigenerazione urbana e a fondi propri, la maggior parte dei progetti pensati dalle amministrazioni che mi hanno preceduto si sono trasformati in cantieri. Tutti i più importanti edifici pubblici come scuole, municipio e biblioteca saranno ora più sicuri, energicamente più efficienti e più accessibili. Il centro civico sarà più a misura di persona.

In questa esperienza ci sono stati momenti gratificanti?

I momenti gratificanti, per la verità, sono molteplici e sono legati alla quotidianità del fare il sindaco. Ricevo una carica di positività quando gli alunni della scuola mi salutano con gioia dal cortile o mi incontrano in altri contesti oppure dagli anziani che mi fermano per strada. Anche i piccoli interventi di manutenzione, spesso svolti grazie all'impegno dei volontari sono fonte di riconoscenza. A questo proposito un pensiero va ai tanti cittadini barzaghesi che dedicano il loro tempo libero per la collettività in vari ambiti.

Prima di lei, sempre con la lista Il Paese Barzago ci sono stati due sindaci, Mario Tentori e Adriano Pozzi. Sono stati di ispirazione per lei?

Senza dubbio! I sindaci che mi hanno preceduto hanno portato avanti un lungo ciclo di vita amministrativa con la lista civica "Il Paese Barzago". Mi hanno sempre aiutato con i loro suggerimenti e la loro vicinanza, ma soprattutto, sono riusciti a trasmettermi l'amore per Barzago e per la sua gente, ricercando sempre, nelle varie decisioni, il bene del paese. Quando Mario Tentori è mancato, nel giugno del 2018, fu un duro colpo per me, è stato come perdere, per la seconda volta, un padre.
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Perché non si ricandida a sindaco?

Personalmente ho sempre pensato che la mia ricandidatura fosse un passaggio naturale. In genere un sindaco è sempre desideroso di ricandidarsi una seconda volta per essere valutato dai propri cittadini. Con il mio gruppo consigliare è iniziato un percorso con ragionamenti e discussioni interne dalle quali è emerso il desidero dei consiglieri in carica di proporre un altro candidato al mio posto. Pertanto, essendo venuto meno il rapporto di fiducia nei miei confronti, ho deciso di fare un passo di lato.

È stato difficile per lei accettare questa situazione?

Ho sempre messo al primo posto l’interesse del paese e mi sono sempre impegnato con spirito di servizio. La scelta di non ricandidarmi non è stata facile, soprattutto perché non è stata una decisione presa volontariamente. Voglio sottolineare che la mia decisione di lasciare non deve essere interpretata come una debolezza. Sono consapevole che il mio carattere, la mia predisposizione al dialogo, mi impediscono di agire diversamente perché non voglio alimentare conflitti dannosi per la comunità. Intendo proseguire il mio mandato fino alla fine, preservando il mio ruolo istituzionale e mantenendo fede all’impegno assunto nei confronti dei cittadini fino alla scadenza naturale del mandato.
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Ha considerato l’ipotesi di candidarsi con una sua lista?

Sono in tanti a farmi questa domanda. Non mi piace l’idea di contrappormi alle persone con cui ho lavorato per cinque anni. Ho lavorato bene con il mio gruppo, c’è chi è stato più presente e chi meno, ma questo è fisiologico, l’importante è sapere che si può contare uno sull’altro, ogni persona dà quello che riesce in base alla propria storia personale. Inoltre, e non è cosa da poco, sono comunque legato alla lista Il Paese Barzago e al gruppo di persone che la sostiene, sono persone con le quali sono cresciuto e a cui voglio bene. Fare una seconda lista avrebbe comportato di sicuro una frattura ed è l’ultima cosa che voglio. Quando si gestisce la cosa pubblica, che è di tutti, se non ci sono le condizioni per continuare, bisogna trovare la forza per lasciare; infatti, è stata una decisione che non ho preso a cuor leggero, ma lascio senza rancore seppur con dispiacere. Di tutta questa vicenda, conservo l'orgoglio di avere sempre agito con serietà e onestà durante questi anni da sindaco. 
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L.A.
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