Oggiono: cittadinanza a Nino Di Matteo, pareri discordanti sulla proposta di Bosisio

Concedere la cittadinanza onoraria al magistrato Nino Di Matteo. Questo è stato l’obbiettivo dell’incontro voluto da Germano Bosisio e Massimo Ferni tenutosi nella serata di giovedì 4 aprile a Oggiono.
Un’occasione durante la quale Bosisio ha espresso il suo punto di vista sostegno dell’iniziativa. Partendo dal fatto che, di frequente, chi è attivo nel contrasto al fenomeno mafioso viene ricordato solo dopo la morte. Non solo, molto spesso finisce anche per essere delegittimato in vita, quando è nel pieno dell’attività di contrasto alla mafia.
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Da destra Germano Bosisio e Massimo Ferni

Da qui la proposta di cambiare rotta e promuovere un’iniziativa come la concessione della cittadinanza onoraria al magistrato palermitano. Cittadinanza già concessa, tra l’altro, da importanti città italiane fra le quali Milano, Torino e la capitale Roma. Alcune di queste interessate dalle stragi di mafia o da tentate stragi sulle quali Di Matteo ha indagato.
L’incontro è iniziato con le proiezioni di alcuni documentari che hanno contribuito a ricostruire la storia della lotta alla mafia dalle stragi dei primi anni Novanta ad oggi. Comprese le attività processuali in cui Di Matteo è stato impegnato in prima persona come magistrato e per le quali sono emersi progetti per assassinarlo attraverso un attentato.
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Oltre ad uno spazio dedicato al giornalista Andrea Purgatori, recentemente scomparso e per anni impegnato in inchieste che hanno posto l’accento su alcune anomalie delle stragi di mafia, particolare attenzione è stata data al processo sulla ''trattativa mafia stato'' con la proiezione di un’analisi della sentenza di cassazione spiegata direttamente da Di Matteo, oggi Sostituto alla Procura nazionale antimafia.
Ribadendo il suo punto di vista, Bosisio ha sottolineato come la concessione della cittadinanza onoraria a Di Matteo sia un modo per valorizzare quella parte di stato e istituzioni ''sane'' che lotta contro quella zona grigia fatta di malaffari, mafia e politica.
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Un punto di vista condiviso anche da Massimo Ferni e da Aldo Dal Lago presenti alla riunione e sostenitori della proposta di conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato palermitano.
Proposta che non è stata condivisa dagli amministratori comunali presenti in sala. Fatta eccezione per il consigliere Dal Lago di Colle Brianza, che ha preannunciato l’intenzione di presentare una mozione per far si che il suo comune conferisca la cittadinanza a Di Matteo, Paolo Lanfranchi – sindaco di Dolzago – Chiara Narciso e Giovanni Corti, rispettivamente sindaco e assessore a Oggiono, hanno espresso perplessità.
In particolare, Corti ha avanzato dei dubbi sull’attuare un’iniziativa ''eclatante'' come quella del conferimento della cittadinanza onoraria. L’assessore ha, invece, ricordato il puntuale lavoro di contrasto e sensibilizzazione contro il fenomeno mafioso a favore dei giovani portato avanti in questi anni supportando le iniziative dell’Istituto Bachelet. Fra le ultime, l’incontro con Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo, avvenuto nelle scorse settimane.
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Paolo Lanfranchi, sindaco di Dolzago

Corti ha anche ricordato l’adesione del Comune di Oggiono ad Avviso Pubblico. Associazione che riunisce diversi comuni ed enti, realizzando pratiche concrete di contrasto al fenomeno mafioso. Fin dalle azioni che quotidianamente la pubblica amministrazione compie, realizzando anche corsi formativi specifici.
Punto di vista condiviso anche da Paolo Lanfranchi che è responsabile provinciale di Avviso Pubblico. ''Preferisco iniziative senza clamore, parlando con i giovani, con gli altri amministratori […] non accantono l’idea [della cittadinanza onoraria] ma al momento abbiamo altre priorità'' ha spiegato Lanfranchi elencando le diverse iniziative poste in essere a livello lecchese da Avviso Pubblico e da Libera.
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Chiara Narciso invece, ha sottolineato come il conferimento della cittadinanza onoraria debba arrivare ''dopo un percorso'' e come il conferimento di questo riconoscimento debba essere ''il punto di arrivo e non il punto di partenza''. ''Ci deve essere un legame con il territorio per arrivare alla cittadinanza onoraria'' ha concluso il sindaco di Oggiono.
Punti di vista – quelli fra organizzatori dell’evento e amministratori – che dopo alcune ore di confronto sono rimasti su posizioni differenti. In conclusione della serata Bosisio e Ferni hanno rivolto nuovamente il loro appello alle amministrazioni comunali del lecchese per avviare iniziative che portino al conferimento della cittadinanza onoraria al magistrato siciliano.
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L.A.
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