Casatenovo: la storia dell'IMI Aldo Casiraghi in una pubblicazione consegnata al Comune in occasione del 25 Aprile

Da una ricerca sul vissuto di Aldo Casiraghi, internato militare italiano (IMI), è nata una pubblicazione consegnata al Comune di Casatenovo in occasione del 25 Aprile, Festa della Liberazione. Ad occuparsene sono stati i suoi familiari che hanno fortemente voluto approfondire la storia del loro ''caro'', deportato in un campo di concentramento e lavoro in Germania.
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Nato a Contra di Missaglia nel 1924, Casiraghi venne chiamato alle armi nel 1943 come mortaista. A Bolzano venne fatto prigioniero il 9 settembre dello stesso anno, mentre montava il turno di guardia notturna in caserma. Venne internato vicino ad Amburgo e fu infine rimpatriato il 16 luglio 1945. Sì stabilì successivamente a Casatenovo.
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''Il lavoro di ricerca - spiegano dall'amministrazione comunale - descrive la vita di stenti e fatiche cui erano sottoposti i militari italiani deportati, una sorta di ''altra resistenza'' come opportunamente indicato nella copertina della pubblicazione, la resistenza dei ''partigiani senza armi''. Ovvero coloro che dopo l’Armistizio dell’8 settembre ’43 scelsero di non collaborare con il regime fascista e di non combattere per la Repubblica di Salo’ e Mussolini a fianco dei Nazisti''.
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Il conferimento della Medaglia d'Onore nel 2019 da parte della Prefettura

Nel 2019 Aldo Casiraghi fu insignito della Medaglia d’Onore su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, medaglia consegnata dall’allora prefetto di Lecco Liliana Baccari e nel 1961 ricevette la Croce al merito di guerra per internamento in Germania da parte del Generale Comandante della Regione Militare Nord-Ovest, dell’Esercito Italiano.
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''La pubblicazione riporta anche una serie di toccanti ed intime lettere che Aldo inviava dal Campo di Concentramento alla famiglia, in particolare ai genitori, raccontando la vita faticosa nel campo, la fame, gli stenti ma cercando sempre di rassicurare i suoi parenti con la forza di chi sapeva di avere scelto la parte giusta. La scelta degli IMI è stata è una delle tante ''resistenze'' che hanno portato alla Liberazione dal nazifascismo ed a loro, come ad Aldo, dobbiamo ancora oggi essere grati'' le parole del sindaco Filippo Galbiati e del consigliere alla cultura Enrica Baio.
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''Ringraziamo la famiglia per aver voluto donare il lavoro di ricerca all’Archivio comunale: sarà sempre a disposizione delle future generazioni, dei lavori di ricerca dei nostri alunni, di chi vorrà esplorare le radici della democrazia, della libertà e delle istituzioni repubblicane''.
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