Cassago, medie: iscrizioni in calo. Vivace confronto tra maggioranza e opposizione in consiglio
Tra i punti oggetto di vivace confronto nel corso della seduta consiliare svoltasi ieri sera a Cassago, il calo di iscrizioni registrato dalla scuola secondaria di primo grado (media) Enrico Fermi per l’anno scolastico 2025-2026. Una tendenza che, se confermata, rischierebbe - in futuro - di compromettere la tenuta dell’offerta formativa locale.
L’interrogazione è stata presentata dalla minoranza TU Cassago, con lettura in aula da parte del capogruppo Alessio Giussani. ''Per il prossimo anno scolastico le iscrizioni alla prima media sono solo 37, contro le 64 dell’anno precedente. Una perdita netta di 27 studenti che non può essere spiegata con il solo calo demografico, perché i nati nel 2014 – che ora accedono alla scuola media – sono addirittura più numerosi di quelli del 2013''.

Secondo Giussani, il dato generale è ancora più allarmante: ''Il totale degli studenti iscritti passerà da 204 a 172. Questo trend rischia di avere ricadute concrete: riduzione delle sezioni, perdita di ore per i docenti, e perfino l’autonomia dell’Istituto comprensivo. Chiediamo che l’amministrazione si attivi subito''.
Tra i punti sollevati dalla minoranza, anche la proposta di avviare un’indagine conoscitiva tra le famiglie per capire perché sempre più genitori scelgano altre scuole rispetto a quella di riferimento territoriale.
A rispondere nel merito è stata Marina Fumagalli, vicesindaco e assessore all'istruzione, che ha ricondotto la situazione proprio al calo di iscrizioni da parte degli alunni non residenti. ''Lo scorso anno 21 iscritti su 64 provenivano da fuori paese. Quest’anno, invece, sono solo 7. Quindi sì, è vero che i numeri si sono ridotti, ma il calo riguarda soprattutto gli esterni. Non riteniamo necessario un sondaggio, perché i motivi sono spesso personali: la vicinanza ai nonni, alla baby-sitter, gli orari di apertura delle altre scuole, sono scelte familiari, dunque personali''.

Fumagalli ha aggiunto che un eventuale piano per ampliare l’Istituto Comprensivo è già stato preso in esame. ''La Provincia sta valutando una riorganizzazione che potrebbe includere nel nostro Istituto anche i comuni di Nibionno e Bulciago. Ma non siamo noi a decidere: le competenze in materia sono provinciali''.
Giussani però, ha ribadito la preoccupazione del gruppo. ''Il calo demografico da voi citato è reale solo altrove. A Cassago i numeri si mantengono costanti nella scuola primaria. Il problema è che le famiglie da fuori paese non scelgono più la nostra scuola media. Dobbiamo capire il perché, affinché possa esserci un adeguamento dell’offerta formativa alle necessità della popolazione''.
Sulla stessa linea il resto di TU Cassago, che ha manifestato forte preoccupazione. ''Le prime medie saranno due, non più tre, per la prima volta dopo oltre quarant’anni. Questo è un campanello d’allarme che va ascoltato. Speriamo nella lungimiranza del Provveditorato''.

Anche il sindaco Roberta Marabese è intervenuta nel dibattito, confermando la dinamica illustrata dall’assessore. ''A Cassago i numeri tengono, ma nei paesi limitrofi c’è un calo evidente. L’Istituto Comprensivo potrebbe essere riorganizzato, accorpando territori come Nibionno e Bulciago che sono più vicini a noi rispetto a Costa Masnaga, a cui ora fanno riferimento. È una questione di coerenza territoriale, ma la decisione finale spetta alla Provincia e al Consiglio d’Istituto''.
Poi, la prima cittadina ha toccato un altro punto: il trasporto scolastico. ''C’era una convenzione con il Comune di Bulciago per il trasporto degli studenti, ma è stata interrotta durante le precedenti amministrazioni. Quando ho chiesto di ripristinarla, mi è stato risposto di no. E non possiamo chiedere ai cassaghesi di farsi carico dei costi di trasporto per alunni – quelli di Bulciago - non residenti''.

Una replica che ha innescato ulteriore confronto: la minoranza ha chiarito che l'accordo era stato interrotto per motivi economici, ma ha ribadito che ''la mancata collaborazione sul piano logistico e territoriale danneggia tutta la comunità scolastica. È necessario un cambio di passo per non perdere l'autonomia dell'Istituto Comprensivo''.
Nel frattempo, la responsabilità di monitorare e gestire il problema ricade anche sul Consiglio d’Istituto, già al lavoro per valutare l’impatto della situazione. ''Resta però l’urgenza di trovare una soluzione – ha ribadito la minoranza – se il trend non verrà invertito, il rischio non è solo una riduzione di classi, si rischia la chiusura''.
L’interrogazione è stata presentata dalla minoranza TU Cassago, con lettura in aula da parte del capogruppo Alessio Giussani. ''Per il prossimo anno scolastico le iscrizioni alla prima media sono solo 37, contro le 64 dell’anno precedente. Una perdita netta di 27 studenti che non può essere spiegata con il solo calo demografico, perché i nati nel 2014 – che ora accedono alla scuola media – sono addirittura più numerosi di quelli del 2013''.

In primo piano Alessio Giussani di TU Cassago
Secondo Giussani, il dato generale è ancora più allarmante: ''Il totale degli studenti iscritti passerà da 204 a 172. Questo trend rischia di avere ricadute concrete: riduzione delle sezioni, perdita di ore per i docenti, e perfino l’autonomia dell’Istituto comprensivo. Chiediamo che l’amministrazione si attivi subito''.
Tra i punti sollevati dalla minoranza, anche la proposta di avviare un’indagine conoscitiva tra le famiglie per capire perché sempre più genitori scelgano altre scuole rispetto a quella di riferimento territoriale.
A rispondere nel merito è stata Marina Fumagalli, vicesindaco e assessore all'istruzione, che ha ricondotto la situazione proprio al calo di iscrizioni da parte degli alunni non residenti. ''Lo scorso anno 21 iscritti su 64 provenivano da fuori paese. Quest’anno, invece, sono solo 7. Quindi sì, è vero che i numeri si sono ridotti, ma il calo riguarda soprattutto gli esterni. Non riteniamo necessario un sondaggio, perché i motivi sono spesso personali: la vicinanza ai nonni, alla baby-sitter, gli orari di apertura delle altre scuole, sono scelte familiari, dunque personali''.

Marina Fumagalli, vicesindaco e assessore all'istruzione
Fumagalli ha aggiunto che un eventuale piano per ampliare l’Istituto Comprensivo è già stato preso in esame. ''La Provincia sta valutando una riorganizzazione che potrebbe includere nel nostro Istituto anche i comuni di Nibionno e Bulciago. Ma non siamo noi a decidere: le competenze in materia sono provinciali''.
Giussani però, ha ribadito la preoccupazione del gruppo. ''Il calo demografico da voi citato è reale solo altrove. A Cassago i numeri si mantengono costanti nella scuola primaria. Il problema è che le famiglie da fuori paese non scelgono più la nostra scuola media. Dobbiamo capire il perché, affinché possa esserci un adeguamento dell’offerta formativa alle necessità della popolazione''.
Sulla stessa linea il resto di TU Cassago, che ha manifestato forte preoccupazione. ''Le prime medie saranno due, non più tre, per la prima volta dopo oltre quarant’anni. Questo è un campanello d’allarme che va ascoltato. Speriamo nella lungimiranza del Provveditorato''.

Da sinistra il sindaco Roberta Marabese e il vice segretario Elena Visini
Anche il sindaco Roberta Marabese è intervenuta nel dibattito, confermando la dinamica illustrata dall’assessore. ''A Cassago i numeri tengono, ma nei paesi limitrofi c’è un calo evidente. L’Istituto Comprensivo potrebbe essere riorganizzato, accorpando territori come Nibionno e Bulciago che sono più vicini a noi rispetto a Costa Masnaga, a cui ora fanno riferimento. È una questione di coerenza territoriale, ma la decisione finale spetta alla Provincia e al Consiglio d’Istituto''.
Poi, la prima cittadina ha toccato un altro punto: il trasporto scolastico. ''C’era una convenzione con il Comune di Bulciago per il trasporto degli studenti, ma è stata interrotta durante le precedenti amministrazioni. Quando ho chiesto di ripristinarla, mi è stato risposto di no. E non possiamo chiedere ai cassaghesi di farsi carico dei costi di trasporto per alunni – quelli di Bulciago - non residenti''.

I consiglieri di maggioranza
Una replica che ha innescato ulteriore confronto: la minoranza ha chiarito che l'accordo era stato interrotto per motivi economici, ma ha ribadito che ''la mancata collaborazione sul piano logistico e territoriale danneggia tutta la comunità scolastica. È necessario un cambio di passo per non perdere l'autonomia dell'Istituto Comprensivo''.
Nel frattempo, la responsabilità di monitorare e gestire il problema ricade anche sul Consiglio d’Istituto, già al lavoro per valutare l’impatto della situazione. ''Resta però l’urgenza di trovare una soluzione – ha ribadito la minoranza – se il trend non verrà invertito, il rischio non è solo una riduzione di classi, si rischia la chiusura''.
Sa.A.