Cassago fuori da V.Greppi: se ne parla ancora in Aula. Difficile un ''dietro-front''
Dopo il dibattito acceso sul calo delle iscrizioni alla scuola media (ne avevamo parlato QUI), il consiglio comunale di Cassago, riunitosi l'altra sera, ha affrontato un altro tema particolarmente delicato: il recesso dal Consorzio Brianteo Villa Greppi. Una decisione già formalizzata dalla maggioranza lo scorso 18 dicembre, che vedrebbe l’uscita del Comune a partire dal 1° gennaio 2027. A riaccendere il confronto, un’interrogazione del gruppo TU Cassago, letta in aula dalla consigliera Elisa Casiraghi, per fare chiarezza su una scelta definita ''frettolosa e discutibile'', tanto nei presupposti quanto nelle conseguenze.

Secondo la motivazione riportata nella delibera, il recesso sarebbe legato anche alla sospensione del servizio di trasporto scolastico per gli studenti cassaghesi, sostituito da linee pubbliche senza riduzioni nella quota versata dal Comune. In aula, però, Casiraghi ha sottolineato come queste argomentazioni siano state già oggetto di rettifica da parte del Consorzio stesso, che in una comunicazione ufficiale ha precisato che il servizio trasporti è stato interrotto per tutti i Comuni aderenti, non solo per Cassago, e che la quota consortile non comprendeva più da tempo quel servizio.
Nel suo intervento, l'esponente di TU Cassago ha messo in discussione anche un altro punto emerso in consiglio lo scorso dicembre, ovvero l’uscita del Comune di Viganò dal Consorzio: ''Quel recesso, citato come argomento a sostegno della nostra uscita, non è mai stato formalizzato. Inoltre, la nostra quota non è soggetta ad aumenti automatici in caso di recessi da parte di altri enti, come la Provincia di Monza e Brianza. Le quote si modificano solo sulla base del numero di abitanti o degli iscritti alla Scuola di Musica A. Guarnieri''.

La minoranza ha quindi chiesto se la giunta Marabese avesse verificato con attenzione tutti questi elementi prima di approvare una scelta tanto significativa, auspicando un ripensamento e un ritorno al confronto.
A rispondere nel merito è stato il vicesindaco ed assessore alla cultura Marina Fumagalli; quest'ultima ha spiegato che, nel momento in cui un ente recede, si riduce sì il gettito totale del Consorzio, ma anche le spese vengono proporzionate. La conseguenza, dunque, è che, pur mantenendo invariata la quota, il livello dei servizi offerti diminuisce. ''Quando un Comune esce, non aumentano le quote per gli altri che restano, ma diminuisce la quantità del servizio. Il punto vero è che i servizi culturali che il Consorzio offriva un tempo, oggi sono praticamente spariti''.

Fumagalli ha così ricordato che il Comune ha deciso di non finanziare più la scuola di musica – il cui costo annuale era per l’ente di circa 14.000 euro – perché ormai le attività proposte sono interamente a pagamento.
Il sindaco Roberta Marabese ha aggiunto che la scelta non è stata presa sulla scia del recesso di altri enti, come la Provincia di Monza e Brianza, che si è ritirata per motivi patrimoniali, salvo poi fare dietro front. ''Il nostro recesso non è automatico – ha detto – ma deriva dalla consapevolezza che la parte culturale del Consorzio, per la quale eravamo entrati, non esiste più. Oggi i Comuni devono versare la quota associativa e in più farsi carico delle singole iniziative. Abbiamo partecipato a tavoli per rivedere statuto e convenzione, ma senza risultati concreti. Alla fine, paghiamo la stessa cifra di prima senza ricevere un’offerta culturale degna della cifra che paghiamo''.

Marabese ha ribadito che lo statuto aggiornato consente agli enti di aderire anche solo per la parte patrimoniale, ma per l’amministrazione cassaghese non è più il contesto adatto. ''Siamo convinti che oggi non sia più il Consorzio il luogo giusto per fare rete tra enti comunali. Possiamo investire direttamente sul nostro territorio con maggiore efficacia''.

Elisa Casiraghi ha replicato sostenendo che la soluzione non è l’uscita dal Consorzio, ma il rilancio della collaborazione con nuove condizioni: ''Ora più che mai, con i Comuni in seria difficoltà, fare rete è l’unica strada. Recedere in questo momento significa peggiorare la situazione generale e isolarsi. Le condizioni si discutono, non si abbandonano''.
Il timore espresso dalla minoranza è che, senza una struttura sovracomunale, l’offerta culturale per Cassago possa impoverirsi ulteriormente, perdendo così preziose occasioni di partecipazione.

In primo piano Elisa Casiraghi di TU Cassago
Secondo la motivazione riportata nella delibera, il recesso sarebbe legato anche alla sospensione del servizio di trasporto scolastico per gli studenti cassaghesi, sostituito da linee pubbliche senza riduzioni nella quota versata dal Comune. In aula, però, Casiraghi ha sottolineato come queste argomentazioni siano state già oggetto di rettifica da parte del Consorzio stesso, che in una comunicazione ufficiale ha precisato che il servizio trasporti è stato interrotto per tutti i Comuni aderenti, non solo per Cassago, e che la quota consortile non comprendeva più da tempo quel servizio.
Nel suo intervento, l'esponente di TU Cassago ha messo in discussione anche un altro punto emerso in consiglio lo scorso dicembre, ovvero l’uscita del Comune di Viganò dal Consorzio: ''Quel recesso, citato come argomento a sostegno della nostra uscita, non è mai stato formalizzato. Inoltre, la nostra quota non è soggetta ad aumenti automatici in caso di recessi da parte di altri enti, come la Provincia di Monza e Brianza. Le quote si modificano solo sulla base del numero di abitanti o degli iscritti alla Scuola di Musica A. Guarnieri''.

Il vicesindaco Marina Fumagalli e l'assessore Norberto Puricelli
La minoranza ha quindi chiesto se la giunta Marabese avesse verificato con attenzione tutti questi elementi prima di approvare una scelta tanto significativa, auspicando un ripensamento e un ritorno al confronto.
A rispondere nel merito è stato il vicesindaco ed assessore alla cultura Marina Fumagalli; quest'ultima ha spiegato che, nel momento in cui un ente recede, si riduce sì il gettito totale del Consorzio, ma anche le spese vengono proporzionate. La conseguenza, dunque, è che, pur mantenendo invariata la quota, il livello dei servizi offerti diminuisce. ''Quando un Comune esce, non aumentano le quote per gli altri che restano, ma diminuisce la quantità del servizio. Il punto vero è che i servizi culturali che il Consorzio offriva un tempo, oggi sono praticamente spariti''.

I consiglieri di Cassago Ideale, gruppo di maggioranza
Fumagalli ha così ricordato che il Comune ha deciso di non finanziare più la scuola di musica – il cui costo annuale era per l’ente di circa 14.000 euro – perché ormai le attività proposte sono interamente a pagamento.
Il sindaco Roberta Marabese ha aggiunto che la scelta non è stata presa sulla scia del recesso di altri enti, come la Provincia di Monza e Brianza, che si è ritirata per motivi patrimoniali, salvo poi fare dietro front. ''Il nostro recesso non è automatico – ha detto – ma deriva dalla consapevolezza che la parte culturale del Consorzio, per la quale eravamo entrati, non esiste più. Oggi i Comuni devono versare la quota associativa e in più farsi carico delle singole iniziative. Abbiamo partecipato a tavoli per rivedere statuto e convenzione, ma senza risultati concreti. Alla fine, paghiamo la stessa cifra di prima senza ricevere un’offerta culturale degna della cifra che paghiamo''.

Il sindaco Roberta Marabese (a sinistra) con il vice segretario Elena Visini
Marabese ha ribadito che lo statuto aggiornato consente agli enti di aderire anche solo per la parte patrimoniale, ma per l’amministrazione cassaghese non è più il contesto adatto. ''Siamo convinti che oggi non sia più il Consorzio il luogo giusto per fare rete tra enti comunali. Possiamo investire direttamente sul nostro territorio con maggiore efficacia''.

Il gruppo di minoranza TU Cassago
Elisa Casiraghi ha replicato sostenendo che la soluzione non è l’uscita dal Consorzio, ma il rilancio della collaborazione con nuove condizioni: ''Ora più che mai, con i Comuni in seria difficoltà, fare rete è l’unica strada. Recedere in questo momento significa peggiorare la situazione generale e isolarsi. Le condizioni si discutono, non si abbandonano''.
Il timore espresso dalla minoranza è che, senza una struttura sovracomunale, l’offerta culturale per Cassago possa impoverirsi ulteriormente, perdendo così preziose occasioni di partecipazione.
Sa.A.