Ello: marciapiede in stallo, il dibattito in Aula ''si accende''

Si è acceso il dibattito in consiglio comunale a Ello, dove qualche sera fa si è tornati a parlare del marciapiede lungo la ''via della morte'', l’intervento di messa in sicurezza del tratto tra il centro storico e il cimitero, considerato da molti cittadini un’opera ''di vitale importanza'' visti i numerosi incidenti che, negli anni, hanno interessato quel tratto. La porzione di strada in questione, infatti, priva di marciapiede, costringe i pedoni a camminare a ridosso della carreggiata, sulla curva, con scarsa visibilità, mentre si recano al cimitero o alla pensilina del bus situata proprio di fronte. 
Al centro della discussione, ancora una volta, lo stato di attuazione dei programmi dell’amministrazione, con un confronto particolarmente teso tra maggioranza e minoranza. Il capogruppo di opposizione Virginio Colombo ha sollevato forti critiche, sia sul metodo di presentazione del bilancio consuntivo 2024, in cui, a suo dire, c’è stato ''un miscuglio tra bilancio consultivo 2024 e previsionale 2025, confusione tra le spese di progettazione e realizzazione delle opere'', sia sul mancato rispetto degli impegni presi. ''Sono passati ormai tre anni dall’insediamento e non si vede alcun passo concreto. Le promesse elettorali sono rimaste tali'' ha detto, puntando il dito anche sul mancato avanzamento dell'intervento del marciapiede, giudicato essenziale per la sicurezza stradale.
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A fare il punto della situazione è stato il vicesindaco Danilo Riva, che ha ricostruito l’evoluzione tecnica e amministrativa dell’intervento. Secondo quanto riferito, la Soprintendenza ha imposto il vincolo di conservare e restaurare il muro esistente, anziché abbatterlo e ricostruirlo come inizialmente previsto. ''Si era partiti con l’idea che il muro potesse essere abbattuto e gli elementi storici, come i sassi, riutilizzati. Invece, la Soprintendenza ha prescritto che deve restare ed essere, per giunta, restaurato'' ha spiegato Riva.
Le conseguenze? Un significativo aggravio dei costi e della complessità dell’opera: il nuovo progetto prevede la realizzazione di una paratia di micropali a monte, il consolidamento della scarpata, la ristrutturazione del muro "a secco", e operazioni di scavo tra paratia e struttura storica. Il tutto, però, comporterebbe anche la chiusura completa della viabilità, sia veicolare che pedonale, rendendo il cantiere logisticamente molto più complesso da gestire. ''Parliamo di un intervento che oggi costa quasi 2 milioni di euro, e che in questo momento non può rientrare tra le priorità a causa delle risorse necessarie e delle condizioni operative'' ha detto ancora Riva, aggiungendo che si è da poco predisposta una nuova proposta tecnica con modifiche, in attesa del nuovo parere della Soprintendenza.
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Parole che non hanno convinto Colombo, il quale ha parlato di ''scuse'' da parte dell’amministrazione: ''Quella della Soprintendenza è solo una scusa della maggioranza, che a fronte di una spesa enorme non riesce a trovare i soldi. Mai si era parlato, nemmeno nel progetto iniziale, di tirare giù il muro''.
L’ex sindaco ha poi rivendicato il lavoro svolto in precedenza: ''Noi il finanziamento lo avevamo già trovato. Il progetto era stato ritenuto idoneo: mancava solo l’acquisto del terreno, ma il Covid ha bloccato tutto. Con i proprietari, residenti a Milano, è stato difficile instaurare un confronto. Ci siamo però attivati: le strade erano due, o l’esproprio, o avanzare con le trattative private. Le abbiamo intavolate, poi il Covid ci ha fermati''. E ha aggiunto: ''Ripeto, la Soprintendenza aveva approvato il nostro progetto, che avrebbe mantenuto il muro originario, facendo solo ''un'entrata'' in prossimità dello stop''.
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Ora, ha ricordato, il progetto ha subito una nuova impennata dei costi, con stime che parlano di ''quasi un milione e duecentomila euro, e non si vuole più fare''. Ma, ha aggiunto Colombo, ''è un’opera indispensabile per la sicurezza della nostra comunità, è un’opera di primaria importanza per il paese, è essenziale intervenire quantomeno su questo primo tratto, il più pericolo per i pedoni''. Ha poi concluso, ''tantissime tra le cose che avete inserito nel programma, si parlava di: ampliamento degli spazi bibliotecari, creazione di una Casa delle associazioni, riqualifica della Via Orientali ai Monti con messa in sicurezza della scalinata in Via Filatoio, così come della creazione del marciapiede, non solo del tratto Vittorio Veneto, ora in discussione, ma anche di Via Milano, Malavoglia, A. Moro e Viale della Repubblica. Non vedo niente''. 
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