Bulciago: Oscar Farinetti presenta ''Hai mangiato?'', libro su cibo ed emozioni

Il suo nome travalica i confini nazionali come fondatore della catena di distribuzione alimentare Eataly che ha sede in svariati paesi del mondo. Oscar Farinetti è stato ospite di IterFestival, la rassegna culturale promossa dal Consorzio Brianteo Villa Greppi che giovedì 8 maggio ha fatto di nuovo tappa alla scuola primaria don Lorenzo Milani di Bulciago.
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Oscar Farinetti

Lucia Urbano, presidente del Consorzio, si è complimentata con l’organizzazione per aver curato l’ottava edizione di una kermesse che è in crescita ed è sempre più conosciuta ed apprezzata dal pubblico. L’assessore alla cultura del Comune Raffaella Puricelli ha portato i saluti dell’amministrazione comunale: ''La cultura non è cosa di pochi, ma è alla portata di tutti. Bisogna avere voglia di mettersi in rete, di conoscere e mi dispiace vedere come piccoli Comuni che può essere il nostro decidano di uscire da questa realtà. Se fate parte di Comuni che fanno parte del consorzio, partecipate e vivete le iniziative; se si abita in Comuni che sono usciti o non ne sono parte, invitateli a conoscere e far parte di questa realtà. Sognare è qualcosa di magico e sognare grazie alla cultura è fantastico''.
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Da sinistra l'assessore Raffaella Puricelli e Lucia Urbano, presidente del Consorzio Villa Greppi

L’imprenditore, dirigente d’azienda e scrittore ha dialogato con Martina Garancini, direttrice artistica di IterFestival a proposito del filo conduttore della rassegna di quest’anno, le sfide: ''Quando da piccolo mi chiedevano cosa avrei fatto da grande rispondevo ''partigiano'', come è stato mio padre (Paolo Farinetti, partigiano e imprenditore, fondatore della catena UniEuro dal cui ricavato della vendita il figlio Oscar fondò la catena di punti vendita di generi alimentari italiani, ndr) che mi raccontava quello che aveva fatto ed era orgoglioso di non avere ucciso nessuno. Io sono un antifascista ''buono'', senza armi: essere partigiano significa essere di parte, ma farlo affrontando le idee degli altri. La vita è una e conviene viverla dandosi dei traguardi, che devono essere utopici. In tutta la mia vita ho cercato di fare sfide ma sempre insieme agli altri''.
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''Hai mangiato?'' è il titolo del suo diciottesimo libro e rappresenta, a suo dire, ''la frase d’amore più importante che si possa dire. Ho scoperto che in coreano per dire ''ti amo'' si dice ''hai mangiato''. Elsa Morante ha spiegato che è il modo sublime per dirsi ti amo. Il filo di tutti i racconti, anche se cambio i sentimenti, è l’amore''.
Un amore per il cibo, come quello che lo ha portato alla sua carriera imprenditoriale di successo ma anche per la cultura, motore del cambiamento e dell’evoluzione dell’essere umano.
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Martina Garancini che ha moderato l'incontro

''In Italia siamo terzi in Europa per ricchezza, primi per il risparmio privato, il 70% possiede di italiani case di proprietà, ma siamo 23esimi per tasso di lettura. Quando un paese non legge, non ce la fa. Leggere serve ad accettare il compromesso, a gestire le imperfezioni, a restare giovani. Abbiamo bisogno di cambiare, migliorare e questo può avvenire solo attraverso la cultura. I brutti periodi della storia dell’umanità hanno sempre coinciso con momenti culturali bassi''. Farinetti, per sua ammissione, è un lettore accanito ma anche un narratore coinvolgente e appassionato in grado di catturare il pubblico con i suoi racconti. Una capacità coltivata grazie alla nonna che ogni sera gli raccontava storie diverse partendo dal medesimo incipit (''c’era una volta un re che aveva tre figli…'').
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Ben venti racconti, accompagnati da altrettante fotografie, con protagonisti per gran parte femminili sono raccolti in ''Hai mangiato?'': alcuni di essi sono interamente frutto della fantasia dell’autore, altri sono veri e altri ancora sono in parte reali e in parte inventati. A questi si aggiungono altri due testi, scritti da Luciano Bertello e Fulvio Prandi, portando a ventidue il numero di storie contenute nel volume pubblicato a gennaio. Tutte ruotano attorno al valore del cibo come veicolo di amore, condivisione e attenzione reciproca e portano una morale, raramente esplicita che rappresenta il suo approccio di fronte ai grandi temi della vita umana e uno dei valori fondamentali: vivere in armonia con gli altri. Il concetto è ripreso anche nel sottotitolo del libro ''racconti per prendersi cura del genere umano''.
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Le storie scritte da Farinetti parlano di emozioni: ''Non sono racconti che parlano solo di cibo, ma di sentimenti. Ogni racconto affronta un sentimento: avevo voglia di raccontare i moti dell’anima senza scrivere in modo saggistico. Volevo affrontare questi temi raccontando la mia morale: ciascuno ha la propria, con una parte etica (bene/male…), ed estetica (bello/brutto…)''. Ogni racconto è accompagnato da una fotografia di Bruno Murialdo. ''L’ho coinvolto perché amo la fotografia e lo conosco perché vive dalle mie parti, nelle Langhe. Ho chiesto le cento foto per lui più belle e ho scelto le venti che mi hanno dato subito un colpo: sono tutte in bianco e nero, tranne due a colori sui paesaggi. Murialdo riesce a inserire una storia in un frame e, secondo me, raccontare la storia in uno scatto è molto difficile. Lui ha la capacità di raccontare, in uno scatto, l’ottavo dell’iceberg di cui parlava Ernest Hemingway: gli altri sette ottavi sono sommersi e sono la storia, quella che nasceva in me guardando le sue fotografie''.
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Farinetti ha quindi introdotto il pubblico ad alcuni racconti, servendosi dello schermo digitale presente in sala. Ci sono la storia di Clementina, che si lega al saper aspettare e quella del dialogo tra Milva, una gatta e Giovanni che insegna a rispettare gli altri esseri viventi. Per capire i nostri padri, si può leggere la discussione, in punto di morte, tra Giovanni Treccani e il figlio Ernesto, uno fascista e l’altro antifascista. Il racconto ''Ohhh'' che tratta la storia di Luciano Scalese, salpato sulla motonave Duilio alla volta del nuovo mondo, insegna a offrirsi allo stupore e, come nel caso del protagonista, a farne persino una missione di vita. Il racconto si chiude con una citazione della poetessa Emma Lazarus: ''Finché non saremo tutti liberi, nessuno sarà libero''.
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Dallo scatto di Murialdo che rappresenta un incontro tra Umberto Eco e Gianni Vattimo, nella fantasia dell’autore nasce un dialogo volto a ricordare di usare l’ironia, con parsimonia e la leggerezza, in abbondanza. ''Marilyn & Marilyn'', la storia di un quadro che ritrae la famosa attrice di Hollywood e di un’ostessa delle Langhe, insegna a gestire le fatalità.
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Invita a integrare le dicotomie apparenti la storia che racconta il dialogo tra un mazzo di fiori, che rappresenta la natura e il telefono, emblema della tecnologia posati sul letto d’ospedale dove l’artista italiano Michelangelo Pistoletto ha affrontato il Covid. Dal duro scontro tra i due elementi, nasce un terzo punto, un qualcosa di comune, il ''terzo paradiso'', lo stesso ideato dal pittore e rappresentato come il segno matematico dell'infinito composto però da tre cerchi consecutivi. ''Pistoletto affronta questo tema in modo spettacolare: occorre cercare di mettere insieme valori positivi che sulle prime ci appaiono contrastanti, ma è il modo migliore per diventare speciali'' ha dichiarato Farinetti, chiudendo la serata.
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Non possiamo avere la certezza di diventare speciali, ma leggere queste storie e i suoi insegnamenti potranno aiutarci a riflettere sull'armonia tra gli esseri umani e a navigare nel mare della vita, che, del resto, è quel che conta.
M.Mau.
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