Monticello: il nuovo romanzo di Alessandra Selmi al centro dell'incontro di IterFestival

Sabato pomeriggio la Biblioteca di Monticello ha ospitato una delle tappe di IterFestival, rassegna letteraria giunta all’ottava edizione, a cura del Consorzio Brianteo Villa Greppi. Quest’anno il tema che ha fatto da filo conduttore a tutti gli eventi è stato quello della sfida, a partire da una citazione dello scrittore C.S. Lewis: ''Le sfide spesso preparano le persone comuni a un destino straordinario''. I libri in particolare ci possono aiutare ad affrontare sfide che viviamo nella vita di tutti i giorni perché ''tra le pagine troviamo risposte, ispirazione e la certezza che non siamo soli nelle nostre battaglie. Le storie diventano rifugi, ma anche specchi in cui riconosciamo la nostra forza nascosta'', come ha scritto Martina Garancini, direttrice artistica del Festival e moderatrice dell’incontro tenutosi a Monticello, nel quale è stato presentato il romanzo dal titolo ''La prima regina'' di Alessandra Selmi.
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Da sinistra l'assessore Maria Teresa Colombo, Lucia Urbano del Consorzio Brianteo Villa Greppi, Alessandra Selmi e Martina Garancini, direttore artistico di IterFestival

L’autrice era già stata ospite del Festival due anni fa in occasione della pubblicazione del precedente libro ''Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi'', apprezzato molto dalla stessa sindaca Alessandra Hoffman che non ha potuto essere presente all’incontro per impegni istituzionali, ma di cui ha portato il saluto l’assessore alla cultura Maria Teresa Colombo. Ad introdurre l’incontro c’era anche Lucia Urbano, presidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi.
La moderatrice dell’incontro ha sottolineato come Alessandra Selmi sia in grado di far affezionare i propri lettori alle sue storie ma anche a sé e ha ricordato che il romanzo sulla famiglia Crespi è stato tradotto in diverse lingue e ha raggiunto genti lontane. Rispondendo, la scrittrice ha detto: ''Non mi sono limitata a sognare di fare le cose ma mi sono impegnata per farle. Ho studiato tanto, l'ho voluto, ho bussato a molte porte e ho continuato anche quando le porte mi sono state chiuse. Sono stata fortunata perché oltre a essere stata tradotta, vedo che c'è molto affetto intorno a me. Quello che ti dà la forza per andare avanti a fare le presentazioni è questo abbraccio collettivo che va oltre la soddisfazione di dire che il mio libro è anche all' estero''. 
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Parlando del nuovo romanzo, è ambientato nella Monza del 1878, nella Villa Reale donata agli sposi Umberto e Margherita di Savoia. La scrittrice ha voluto raccontare il sopra della storia, ovvero i grandi personaggi, e anche il sotto, cioè la vita della servitù che ha permesso ai giovani Savoia di poter vivere il lusso in cui erano immersi. In particolare, Alessandra Selmi ha dato vita a un personaggio, Nina, che incrocia la vicenda di Margherita entrando a suo servizio, dopo essere rimasta orfana dei genitori. In questo personaggio c’è un grande desiderio di riscatto, tanto che decide di voler imparare a leggere e scrivere e verrà aiutata da un maggiordomo. Il contraltare di Nina è Ottilia, animata dallo stesso desiderio di emancipazione che proverà a raggiungere sfruttando la sua bellezza. Queste due giovani donne hanno due approcci alla vita molto diversi ma rimarranno amiche per tutta la vita. Le loro storie insegnano l’importanza della formazione e della cultura per imparare ad affrontare la società con le sue sfide: “L’unico modo per imparare a distinguere le notizie vere da quelle false, per scegliere cosa votare, per evitare di essere pedine nelle mani di altri è studiare, leggere, non accontentarsi, è un percorso di fatica che passa dal leggere” afferma con forza la scrittrice.
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Molto belle e dettagliate le descrizioni e in particolare quelle naturalistiche, aspetto importante per Alessandra Selmi che desiderava poter ambientare una storia proprio al parco di Monza per descriverne la bellezza naturale di cui può godere nelle sue passeggiate serali. In particolare si nota la cura con cui la scrittrice sceglie le parole, mostrando una grande capacità ''di evocare sensazione tattili, uditive e olfattive'' come ha ben evidenziato la moderatrice Martina Garancini. Importante per la scrittrice infatti è la scelta accurata dei termini che vanno pesati attentamente. La stessa cura e meticolosità che Selmi ha messo nella ricerca e lettura delle innumerevoli fonti: dai giornali, alle riviste, fino alle biografie numerose dei Savoia, oltre ai saggi ma anche alle lettere, ai diari e perfino i ricettari che danno molte informazioni sulle abitudini alimentari dell’elite.
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Insomma, sentendo parlare Alessandra Selmi si nota tutta la sua passione, la dedizione e la cura che ha messo in questo lavoro, sia nella parte di ricerca che nella scrittura; come lei stessa racconta ha visto pian piano i personaggi e la storia prendere vita, animare luoghi come la Villa Reale e la Capanna Margherita, luogo caro alla regina Savoia e che la scrittrice stessa a raggiunto seppur con qualche fatica che però le ha insegnato che non si può sempre essere performanti in tutto. In conclusione, il romanzo di Alessandra Selmi è ricco di sorprese ed emozioni e promette di coinvolgere il lettore in una storia appassionante piena di sfumature.
C.F.
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