Dolzago, Lanfranchi a Cinisi: prende il via il ''gemellaggio''
Un gemellaggio che nasce nel segno della memoria, ma vuole guardare lontano, ''per costruire un cammino condiviso tra due comunità geograficamente distanti, ma vicine nello spirito della giustizia e dell’impegno civile''. È quanto sottoscritto nel recente accordo di gemellaggio siglato tra Dolzago e Cinisi, la cittadina siciliana nota per aver dato i natali a Peppino Impastato e per la sua storia di resistenza alla criminalità organizzata, firmato dai due comuni lo scorso marzo.
L’intesa, formalizzata ufficialmente in consiglio comunale, punta a trasformarsi in un fertile terreno di iniziative congiunte, coinvolgendo scuole, associazioni e cittadini. ''Il nostro obiettivo – aveva spiegato in quell’occasione il sindaco Paolo Lanfranchi – è ambizioso: camminare insieme nel solco della legalità e della memoria, con progetti concreti che alimentino la consapevolezza, soprattutto tra le giovani generazioni''.

A suggellare il gemellaggio, in una data dal forte valore simbolico come il 9 maggio, anniversario dell’omicidio di Peppino Impastato, la delegazione dolzaghese composta dal sindaco e dal vice Simone Baiu, volata a Cinisi per prendere parte alle celebrazioni ufficiali svoltesi nella cittadina siciliana proprio in questi giorni. Dopo il corteo con scuole, istituzioni e associazioni in ricordo di Impastato – giornalista e attivista ucciso dalla mafia nel 1978 per le sue denunce coraggiose – i rappresentanti hanno partecipato all’inaugurazione della mostra lui dedicata e al momento istituzionale che ha segnato l’avvio concreto della collaborazione tra i due comuni.
''Abbiamo vissuto momenti di grande emozione prendendo parte alle celebrazioni – ha raccontato Lanfranchi – e abbiamo avuto anche l’opportunità di immergerci nella cultura siciliana. Ora ci prepariamo ad accogliere a nostra volta gli amici di Cinisi in autunno. Il nostro intento è quello di allargare il perimetro del gemellaggio: la legalità resta il cuore del progetto, ma vogliamo valorizzare anche le tante ricchezze culturali di questa terra''.
Determinante, in questo percorso, il ruolo della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo oggionese Piera Montella, che ha proposto l’iniziativa grazie al legame personale con i compagni di Peppino Impastato. ''È grazie al suo entusiasmo e alla sua visione che tutto questo ha preso forma'' ha sottolineato la sindaca di Cinisi, Vera Abbate. ''Il nostro impegno si completerà con tante iniziative comuni – tra cui l’intitolazione di una scuola a Peppino Impastato – gesti simbolici ma potenti, che ci ricordano ogni giorno da che parte stare''.

Nel suo intervento durante la cerimonia del 9 maggio, Paolo Lanfranchi ha voluto condividere anche una riflessione più personale, maturata nell’impegno di un lavoro svolto come coordinatore provinciale di Avviso Pubblico. ''Portare la fascia tricolore in un luogo così denso di significato, per me che sono al terzo mandato da sindaco, è stata un’emozione profonda, diversa da tutte le altre. Qui, in queste giornate, ho ritrovato le radici del mio impegno. Un momento sentito, diventato anche occasione per ribadire un messaggio chiaro. A volte – ha aggiunto Lanfranchi – ci si sente dire: ‘chi te lo fa fare? Perché ti occupi di queste cose?’ Ma la risposta sta tutta in quella frase che ha campeggiato sul cartellone che ha guidato il corteo: il coraggio e le idee di Peppino, e di tanti altri, ci indicano la via. La vera difficoltà è che spesso l’impegno per la giustizia viene colorato politicamente.
Ma non è una questione di partiti: è una questione di giustizia. La legalità, da sola, può essere fraintesa. Noi dobbiamo parlare di giustizia''.

Un impegno che, come ha concluso, ''non può vivere solo nelle campagne elettorali, né può essere lasciato agli stessi volti di sempre. Serve uno sforzo collettivo, trasversale. Il problema non è il colore delle nostre bandiere. Il problema è quando, a queste manifestazioni, mancano tutti gli altri colori''.
L’intesa, formalizzata ufficialmente in consiglio comunale, punta a trasformarsi in un fertile terreno di iniziative congiunte, coinvolgendo scuole, associazioni e cittadini. ''Il nostro obiettivo – aveva spiegato in quell’occasione il sindaco Paolo Lanfranchi – è ambizioso: camminare insieme nel solco della legalità e della memoria, con progetti concreti che alimentino la consapevolezza, soprattutto tra le giovani generazioni''.

La delegazione dolzaghese a Cinisi
A suggellare il gemellaggio, in una data dal forte valore simbolico come il 9 maggio, anniversario dell’omicidio di Peppino Impastato, la delegazione dolzaghese composta dal sindaco e dal vice Simone Baiu, volata a Cinisi per prendere parte alle celebrazioni ufficiali svoltesi nella cittadina siciliana proprio in questi giorni. Dopo il corteo con scuole, istituzioni e associazioni in ricordo di Impastato – giornalista e attivista ucciso dalla mafia nel 1978 per le sue denunce coraggiose – i rappresentanti hanno partecipato all’inaugurazione della mostra lui dedicata e al momento istituzionale che ha segnato l’avvio concreto della collaborazione tra i due comuni.

I sindaci Paolo Lanfranchi e Vera Abbate
''Abbiamo vissuto momenti di grande emozione prendendo parte alle celebrazioni – ha raccontato Lanfranchi – e abbiamo avuto anche l’opportunità di immergerci nella cultura siciliana. Ora ci prepariamo ad accogliere a nostra volta gli amici di Cinisi in autunno. Il nostro intento è quello di allargare il perimetro del gemellaggio: la legalità resta il cuore del progetto, ma vogliamo valorizzare anche le tante ricchezze culturali di questa terra''.

Al centro la dirigente scolastica Piera Montella
Determinante, in questo percorso, il ruolo della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo oggionese Piera Montella, che ha proposto l’iniziativa grazie al legame personale con i compagni di Peppino Impastato. ''È grazie al suo entusiasmo e alla sua visione che tutto questo ha preso forma'' ha sottolineato la sindaca di Cinisi, Vera Abbate. ''Il nostro impegno si completerà con tante iniziative comuni – tra cui l’intitolazione di una scuola a Peppino Impastato – gesti simbolici ma potenti, che ci ricordano ogni giorno da che parte stare''.

Nel suo intervento durante la cerimonia del 9 maggio, Paolo Lanfranchi ha voluto condividere anche una riflessione più personale, maturata nell’impegno di un lavoro svolto come coordinatore provinciale di Avviso Pubblico. ''Portare la fascia tricolore in un luogo così denso di significato, per me che sono al terzo mandato da sindaco, è stata un’emozione profonda, diversa da tutte le altre. Qui, in queste giornate, ho ritrovato le radici del mio impegno. Un momento sentito, diventato anche occasione per ribadire un messaggio chiaro. A volte – ha aggiunto Lanfranchi – ci si sente dire: ‘chi te lo fa fare? Perché ti occupi di queste cose?’ Ma la risposta sta tutta in quella frase che ha campeggiato sul cartellone che ha guidato il corteo: il coraggio e le idee di Peppino, e di tanti altri, ci indicano la via. La vera difficoltà è che spesso l’impegno per la giustizia viene colorato politicamente.
Ma non è una questione di partiti: è una questione di giustizia. La legalità, da sola, può essere fraintesa. Noi dobbiamo parlare di giustizia''.

Un impegno che, come ha concluso, ''non può vivere solo nelle campagne elettorali, né può essere lasciato agli stessi volti di sempre. Serve uno sforzo collettivo, trasversale. Il problema non è il colore delle nostre bandiere. Il problema è quando, a queste manifestazioni, mancano tutti gli altri colori''.
Sa.A.