Oggiono: centri storici e negozi di vicinato, una serata con il PD
È possibile rivitalizzare i centri storici, oggi sempre più svuotati dal commercio di prossimità e dalla vita di quartiere? Sicuramente c’è chi studia come farli rinascere. Da questa domanda ha tratto spunto la serata, svoltasi venerdì in sala consiliare a Oggiono, promossa dal Circondario locale del Partito Democratico, intitolata “Strategie per una nuova economia circolare di vicinato”.

Un’occasione di confronto che ha visto l’intervento di esperti, ma anche il riscontro di amministratori e cittadini, sul futuro delle nostre piccole aree urbane, sempre più penalizzate dall'espansione dell'e-commerce e dallo sviluppo disordinato della grande distribuzione. A portare contributi diversi ma complementari sono stati Giorgio Limonta, urbanista e docente del Politecnico di Milano, la dott.ssa Paola Buono, esperta in marketing e autrice di una tesi sull’esperienza “CartAMOrbegno”, e l’onorevole Marco Simiani, deputato PD, promotore di una proposta di legge proprio sul rilancio del commercio di vicinato. A moderare l’incontro, Francesco Maggioni.
Limonta ha tracciato una panoramica sul cambiamento del commercio negli ultimi anni, evidenziando come l’e-commerce – spinto in modo decisivo dalla pandemia – abbia ormai raggiunto una penetrazione media del 13% nel mercato italiano. “In Lombardia non abbiamo molti mega centri commerciali come altrove, ma si sono sviluppati insediamenti di media dimensione, spesso senza pianificazione” ha osservato. Il problema è che a farne le spese sono stati i negozi di vicinato, che continuano a calare.

L’urbanista ha illustrato anche alcuni strumenti a disposizione delle amministrazioni locali, come il PGT, i regolamenti comunali e le politiche attive, citando esempi virtuosi da Parma, Brescia e Milano, dove si punta su contributi per l’apertura di nuove attività in centro storico.
A seguire l’esperienza presentata da Paola Buono, giovane laureata in marketing all’Università Bicocca, originaria di Morbegno. Al centro della sua tesi, CartAMOrbegno, un sistema di cashback locale in cui gli sconti maturati negli esercizi aderenti si trasformano in credito da riutilizzare nei negozi della città. “In cinque anni – ha spiegato – il giro d’affari locale è decuplicato e gli utenti della carta sono passati da 4.000 a 13.500”. Un modello, quello valtellinese, che dimostra come incentivare l’acquisto nei negozi fisici possa avere un impatto reale sul tessuto economico urbano.

A chiudere la parte degli interventi è stato poi Marco Simiani, parlamentare e primo firmatario di una proposta di legge che si propone di estendere un sistema di cashback simile a livello nazionale, finanziandolo attraverso una tassa sulle transazioni digitali. L’idea è quella di restituire fino a 200 euro l’anno per gli acquisti nei negozi di vicinato, con particolare attenzione ai Comuni sotto i 10.000 abitanti e ai cosiddetti centri commerciali naturali.
“Ma non basta un incentivo economico per risolvere il problema – ha precisato Simiani –, serve un pacchetto normativo più ampio e aggiornato: una nuova legge urbanistica (la vigente è del 1942), un testo unico sull’edilizia, una normativa efficace sulla rigenerazione e soprattutto regole chiare per limitare il consumo di suolo”.
Nel dibattito che ha seguito gli interventi sono emersi diversi spunti significativi, in particolare Paolo Panzeri ha ribadito l’urgenza di un cambiamento culturale, oltre che normativo, nel modo di pensare e vivere i centri storici: non solo luoghi del commercio, ma spazi pubblici da abitare e far vivere.

Un’occasione di confronto che ha visto l’intervento di esperti, ma anche il riscontro di amministratori e cittadini, sul futuro delle nostre piccole aree urbane, sempre più penalizzate dall'espansione dell'e-commerce e dallo sviluppo disordinato della grande distribuzione. A portare contributi diversi ma complementari sono stati Giorgio Limonta, urbanista e docente del Politecnico di Milano, la dott.ssa Paola Buono, esperta in marketing e autrice di una tesi sull’esperienza “CartAMOrbegno”, e l’onorevole Marco Simiani, deputato PD, promotore di una proposta di legge proprio sul rilancio del commercio di vicinato. A moderare l’incontro, Francesco Maggioni.
Limonta ha tracciato una panoramica sul cambiamento del commercio negli ultimi anni, evidenziando come l’e-commerce – spinto in modo decisivo dalla pandemia – abbia ormai raggiunto una penetrazione media del 13% nel mercato italiano. “In Lombardia non abbiamo molti mega centri commerciali come altrove, ma si sono sviluppati insediamenti di media dimensione, spesso senza pianificazione” ha osservato. Il problema è che a farne le spese sono stati i negozi di vicinato, che continuano a calare.

L’urbanista ha illustrato anche alcuni strumenti a disposizione delle amministrazioni locali, come il PGT, i regolamenti comunali e le politiche attive, citando esempi virtuosi da Parma, Brescia e Milano, dove si punta su contributi per l’apertura di nuove attività in centro storico.
A seguire l’esperienza presentata da Paola Buono, giovane laureata in marketing all’Università Bicocca, originaria di Morbegno. Al centro della sua tesi, CartAMOrbegno, un sistema di cashback locale in cui gli sconti maturati negli esercizi aderenti si trasformano in credito da riutilizzare nei negozi della città. “In cinque anni – ha spiegato – il giro d’affari locale è decuplicato e gli utenti della carta sono passati da 4.000 a 13.500”. Un modello, quello valtellinese, che dimostra come incentivare l’acquisto nei negozi fisici possa avere un impatto reale sul tessuto economico urbano.

A chiudere la parte degli interventi è stato poi Marco Simiani, parlamentare e primo firmatario di una proposta di legge che si propone di estendere un sistema di cashback simile a livello nazionale, finanziandolo attraverso una tassa sulle transazioni digitali. L’idea è quella di restituire fino a 200 euro l’anno per gli acquisti nei negozi di vicinato, con particolare attenzione ai Comuni sotto i 10.000 abitanti e ai cosiddetti centri commerciali naturali.
“Ma non basta un incentivo economico per risolvere il problema – ha precisato Simiani –, serve un pacchetto normativo più ampio e aggiornato: una nuova legge urbanistica (la vigente è del 1942), un testo unico sull’edilizia, una normativa efficace sulla rigenerazione e soprattutto regole chiare per limitare il consumo di suolo”.
Nel dibattito che ha seguito gli interventi sono emersi diversi spunti significativi, in particolare Paolo Panzeri ha ribadito l’urgenza di un cambiamento culturale, oltre che normativo, nel modo di pensare e vivere i centri storici: non solo luoghi del commercio, ma spazi pubblici da abitare e far vivere.
Sa.A.