Cara prof.ssa Cartabia, quale servizio alla legalità?

Molto interessante l'appuntamento che si svolgerà all'Istituto Bachelet di Oggiono nella mattinata del 21 maggio. L’incontro, dal titolo ''La forza del diritto e il bisogno di giustizia'', promosso in occasione della giornata della legalità che si celebra ogni anno il 23 maggio in memoria della strage di Capaci, vedrà la presenza dialogante con studenti e docenti della professoressa Marta Cartabia, presidente emerito della Corte Costituzionale nonché ex ministro di Giustizia del governo Draghi.

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L’obiettivo principale della più che lodevole iniziativa, come descritto dai media locali, è rafforzare la cultura della legalità soprattutto tra i giovani, promuovendo un dialogo costruttivo e consapevole sui temi della giustizia e dei diritti. Proprio per questo avrei voluto partecipare come semplice cittadino magari ponendo alla professoressa qualche altrettanto semplice domanda, ma apprendo che l'incontro è destinato solo a studenti e professori.

Mi sia consentito lo stesso di porre pubblicamente almeno quest'unica ma essenziale domanda sperando che qualche studente o docente la voglia poi veicolare durante l'incontro.

“Cara Professoressa Cartabia, quale servizio alla legalità lei pensa d'aver svolto con la riforma che ha preso il suo nome visto che gran parte del mondo impegnato sul fronte antimafia, ma non solo, l'ha apertamente contrastata?”.

La cosa particolarmente grave è che vari di loro (da Gratteri a Di Matteo, per citare solo alcuni dei più noti…..) hanno definito certe misure previste dalla sua legge di riforma - in particolare la cosiddetta “tagliola” dell'improcedibilità, ma non solo - come un allentamento del doveroso rigore giudiziario e solo dopo un'aspra battaglia parlamentare si è potuto contenerne l'effetto negativo sul fronte antimafia ma sembra non su quello, ad esempio, dei reati corruttivi.

Sicuramente le questioni connesse richiederebbero più di una articolata e argomentata trattazione, e soprattutto altrettanto adeguate risposte, ma la domanda sopra evidenziata, nella sua volutamente circoscritta essenzialità, mi sembra possa costituire una sintesi comprensibile a tutti e in particolare agli studenti che vogliano realmente essere consapevoli delle delicatissime questioni in gioco.

Premettendo che personalmente sono portato a credere nell'operato in buona fede della professoressa tesa, nelle intenzioni, a ridurre in particolare i macroscopici tempi attuali della Giustizia, se fossi potuto essere presente l'avrei comunque, magari dissentendo, ringraziata delle sue eventuali risposte.

https://www.poliziapenitenziaria.it/il-procuratore-nicola-gratteri-boccia-la-riforma-cartabia-in-fumo-un-processo-ordinario-su-due/

https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/94440-di-matteo-dalla-riforma-cartabia-a-nordio-una-spallata-al-sistema-costituzionale.html

Qui alcuni stralci del libro “I nemici della Giustizia” del novembre 2021 con l'intervista di Saverio Lodato a Nino di Matteo: “Ecco perché il meccanismo dell'improcedibilità segna una grave sconfitta per la giustizia e per l'aspettativa che i cittadini devono continuare a nutrire nei suoi confronti. In un sistema democratico mandare in fumo i processi equivale ad affermare che la giustizia non è in grado di fare il suo corso ….Quando la bozza della riforma era in prima stesura, e ancor prima che il Consiglio superiore della magistratura esprimesse il proprio parere (senza che il governo avesse avuto preventivamente la buona creanza di chiederlo, quel parere), era stato evidenziato dallo stesso CSM e dai più autorevoli magistrati antimafia quanto il contraccolpo della regola dell'improcedibilità sarebbe stato violento anche per quello che avrebbe riguardato il contrasto alle mafie...”.
Germano Bosisio
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