Molteno: ambulatori medici, in consiglio comunale la mozione della minoranza

L’ottimizzazione degli spazi e, più in generale, l'utilizzo degli ambulatori comunali, è stato il tema al centro del consiglio comunale che si è svolto a Molteno nella serata di martedì 20 maggio.
A seguito della cessazione dell’attività da parte della clinica privata San Martino presso la sede di Piazza Europa, il gruppo di minoranza ha presentato una mozione chiedendo il pieno utilizzo degli spazi, a servizio della sanità pubblica. In particolare, il sindaco e la giunta sono stati sollecitati ad attivarsi per valutare la possibilità di inserire nuovi servizi sanitari pubblici negli ambulatori comunali, mantenere un costante confronto con i Medici di Medicina Generale (MMG), oltre che a definire e comunicare criteri di sostenibilità economica dell’opera.
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Una veduta del consiglio comunale riunitosi ieri a Molteno

Il sindaco Giuseppe Chiarella ha risposto precisando che nel novembre 2024 ATS aveva revocato la richiesta di suddivisione degli spazi tra medicina pubblica e privata, dunque il provvedimento non era più in vigore. ''C’è stata una parte di politica acciecata dall’ideologia e non dall’interesse comune. In quest'ultimo caso, avremmo dovuto guardare anche ad altre realtà presenti sul territorio dove c’è una coesistenza tra medici di medicina generale e medici privati. Dovremmo piuttosto interrogarci sul fatto che non tutti, oggi, possono accedere alle cure in maniera egualitaria. Con la clinica San Martino, che ringrazio per il lavoro fatto sul territorio, oltre agli sconti per i residenti, c’era la possibilità di accedere alle cure per le persone con basso ISEE. Oggi, in Italia, succede che i benestanti possono accedere alle cure sanitarie: si continua a vedere come fumo negli occhi la sanità privata che andrebbe invece regolamentata, perché possa collaborare con il pubblico affinché tutti possano accedere alle cure in modo etico. Quello che vogliamo è un sistema in cui tutti possono accedere alla sanità in modo veloce''. 
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Primo da destra il sindaco Giuseppe Chiarella

Rispetto ai quesiti posti dalla minoranza, il primo cittadino ha aggiunto: ''Sono in contatto costante con ATS da quando sono stati costruiti gli ambulatori e ci siamo già confrontati sul quarto, anche se dubito ci possa essere un utilizzo da parte dell'azienda territoriale che ha già le Case di Comunità. Quattro medici sono rimasti a Molteno perché possiamo fregiarci di avere un ambulatorio conforme alle normative: ci sono comuni più grandi del nostro che non hanno medici. Nella struttura si svolge anche un servizio infermieristico: il polo è diventato ancora più importante. Non escludo possano arrivare anche altri medici di medicina generale vista la struttura realizzata. Con i professionisti presenti verrà stipulato un contratto di locazione con cui si prevederà un onere ed eventuali spese: se ne sta occupando in queste settimane l’ufficio tecnico. Non poniamo però l’accento sul costo perché quello che è importante per noi è il servizio ai cittadini''.
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I consiglieri di minoranza: primo a sinistra Giovanni Galimberti

Per il capogruppo di minoranza Giovanni Galimberti, ''non si vuole mettere in dubbio il fatto che la precedente soluzione fosse insostenibile al pari di quella dei comuni vicini, dove i medici svolgono le ore di ambulatorio. Non ci sono dubbi sul fatto che la struttura sia piacevole e funzionale per medici e pazienti''.
Tuttavia, Molteno Bene Comune ha posto l’accento sulla revoca di ATS, nella quale si afferma di sospendere la richiesta ''in attesa di conoscere l’esito posto a Regione Lombardia'': ''Che quesito è, e chi l’ha posto?'' ha domandato avanzando la proposta di chiedere di trasferire a Molteno, nel quarto ambulatorio oggi libero, alcuni servizi svolti dalle case di comunità. ''Nella classifica di oggi del Sole 24Ore, Lecco risulta la quinta peggiore provincia per numero di pazienti per medici di base con 1.628 pazienti per medico di base. Per noi è importante utilizzare questa struttura al cento per cento, al di là di mantenere un rapporto stretto con i medici che prima non lavoravano in situazione agevole. Auspichiamo di avere qualcosa in più sul nostro territorio, oltre a chiedere una tettoia all’ingresso per proteggere le persone durante le code che si formano durante la campagna vaccinale e mettere un corrimano all’esterno'' ha aggiunto Galimberti.
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Il tavolo della maggioranza

In merito al quesito posto da ATS a Regione Lombardia, il sindaco Chiarella, pur non conoscendo i dettagli, ha fornito una propria visione della questione: ''Presentai anni fa un quesito sulla presenza di pubblico e privato al Sisac (struttura interregionale sanitari convenzionati), l’ente che stipula gli accordi dei medici di medicina generale. Sisac mi rispose che la richiesta sarebbe dovuta arrivare da Regione Lombardia e non dai Comuni; quindi, ho fatto il quesito attraverso regione Lombardia ma non ho mai avuto riscontro perché, così penso, la norma non è chiara. Tuttavia non ci sono dubbi che il singolo professionista privato possa svolgere attività dove c’è il pubblico. Secondo alcuni, però, non può esserci una struttura privata sopra. Siamo in un paese così: il singolo privato può farlo; se c’è struttura sopra no. Quanto al caso nostro, immagino che un’azienda, dovendo fare piani di investimento, laddove non abbia un riscontro certo sulla possibile coesistenza o meno tra pubblico e privato e sulla chiarezza delle norme, decida di lasciare la struttura. Dall’altro lato, per noi, c’è stata una maggiore richiesta dei medici''.
Quanto agli altri punti, il primo cittadino ha specificato che i contratti verranno stipulati con ogni singolo professionista in quanto gli attuali medici presenti a Molteno non sono all’interno di una struttura cooperativa e ha sostenuto di valutare l’ingresso, nel quarto ambulatorio, di singoli professionisti privati, che hanno già manifestato l’interesse.
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Niente tettoia da realizzare secondo l’amministrazione visto che ''a dicembre, i medici emettono una tabella per non creare le file ma i cittadini non le rispettano'', mentre è già stato dato un incarico al fabbro per la realizzazione del corrimano. Sui costi ha aggiunto: ''le utenze erano in carico alla clinica San Martino. Abbiamo il fotovoltaico sul tetto quindi presumiamo i costi siano ridotti: se si deciderà di fare un canone onnicomprensivo, si farà con un adeguamento di costi, se questi dovessero superare quanto incluso nel contratto ma tutto è in fase di valutazione''.
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Ha replicato Galimberti: ''Guardando le ore di servizio da parte dei medici, ad oggi c’è un 40% di uso della struttura; quindi, c’è la possibilità sicuramente di sfruttarne di più le potenzialità. L’ex capogruppo Mauro Proserpio diceva che la struttura si ripagherà da sé perché la sanità alla ricerca di nuovi spazi. La situazione non è così: cerchiamo quindi strade per portare qui qualche servizio pubblico di ATS''.
La mozione è stata bocciata in quanto il gruppo di maggioranza si è detto contrario al suo accoglimento.
M.Mau.
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