Monticello: chiesa gremita per i funerali di Rossana Righi, vittima della SP54. ''Ogni istante può essere l'ultimo, ricordiamocelo sempre''
Una morte improvvisa, inaspettata, ma soprattutto ingiusta. Tanto più perchè avvenuta ai danni di una persona che nella sua esistenza, si era battuta - convintamente - per il bene comune. Era pervasa da dolore, ma soprattutto da amarezza, questo pomeriggio la chiesa di Sant'Agata a Monticello, quasi incapace di contenere le tante persone giunte per l'estremo saluto a Rossana Righi, la 79enne mancata a seguito del tragico sinistro stradale verificatosi nel tardo pomeriggio di martedì a Monticello, lungo la SP54.
Un caffè, bevuto nel bar davanti a casa e poi quell'attraversamento che si è rivelato purtroppo fatale alla donna, investita da un'auto che viaggiava in direzione Missaglia. Nonostante le tempestive cure prestatele e il trasporto in ospedale, per la monticellese - moglie (vedova da qualche anno), mamma, volontaria impegnata per diverso tempo, a trecentosessanta gradi, a favore della comunità - non c'è stato nulla da fare.

Storica funzionaria dell'ufficio postale di Piazza Giovanni XXIII, Rossana Righi si era appassionata alla politica, vivendo un'esperienza in amministrazione quando sindaco era Vittorio Cazzaniga. Impegnata nella scuola dell'infanzia Bocconi e in biblioteca, sino a qualche anno fa non era affatto raro incontrarla nelle occasioni in cui ci si confrontava sulla ''cosa pubblica''. Un carattere combattivo il suo, come ha ricordato anche il parroco don Marco Crippa, che nell'omelia pronunciata davanti ad una parrocchia gremita, non si è affatto risparmiato.

''Cerchiamo il tuo ristoro Signore: siamo affaticati e oppressi'' ha detto il sacerdote dinnanzi a quella che a tutti gli effetti è stata una scomparsa repentina, tragica e ingiusta. ''Non sappiamo quando, come e dove arriverà la morte. Spesso salutiamo una persona cara, un figlio o un amico, senza pensare che potrebbe essere l'ultima volta. Se quel pensiero ci sfiora, lo scacciamo perchè insostenibile e disumano'' ha detto. ''In questo caso non ci sono sufficienti aggettivi per descrivere quello che è successo. Un caffè può essere l'ultimo, così come una telefonata, una risata o un abbraccio. E poi ci tocca fare i conti con tanti rimpianti, pensando magari a quella carezza che non si è riusciti a dare o a ricevere''.

''Rossana - ha aggiunto il parroco - se ne è andata in un pomeriggio come tanti, attraversando una strada. Nessuno è mai pronto ad un addio e se lo sapessimo in anticipo, probabilmente saremmo condannati alla tristezza: il Signore invece, vuole che viviamo felici e beati. Ricordiamoci però che ogni istante può essere l'ultimo: non dimentichiamo di essere gentili. Facciamo buona la nostra vita e quella degli altri''.
Poi il riferimento alla pericolosità di un'arteria, la SP54, già scenario di altri sinistri gravi, che da un paio di giorni porta una nuova, ennesima, croce. ''Arriverà il tempo di fare chiarezza, di attribuire responsabilità, di trovare una soluzione che prevenga tutti questi incidenti. Su quella strada abbiamo dato abbastanza. Ci sarà anche il tempo di avere più rispetto e accortezza: ora è il tempo di piangere e stare vicino ad Andrea - ha aggiunto il religioso riferendosi al figlio della 79enne - di scambiarci i ricordi della vita trascorsa con Rossana, di custodirli con attenzione. Ripensando al suo impegno al servizio del paese, in politica e in asilo. Affidiamola al Signore, con la sua grande forza ed il suo carattere determinato: una donna che non passava indifferente''.

Se familiari e amici non sono pronti ad affrontare tutto questo dolore, questa repentina scomparsa, secondo don Marco ''Dio lo è''. ''Lui dice: venite a me e probabilmente lo ha affermato anche in quelle ore. Morire sulla strada è terribile: tutti vorremmo che avvenisse a casa, con le persone care. Nonostante tutto, vogliamo credere che il Signore fosse pronto ad accogliere Rossana''.
''Oggi - ha aggiunto don Marco - è il tempo della speranza, che non è rassegnazione perchè Dio è dalla nostra parte e che possa donarle la casa ed il riposo che merita''.

Sul finire della cerimonia, prima che il feretro della 79enne lasciasse la parrocchiale per l'ultimo viaggio terreno, le parole - pregne di dolore - pronunciate da un'amica di famiglia che dall'altare e senza mezzi termini, ha bollato la morte di Rossana Righi come il ''fallimento della politica'', puntando il dito contro il rimpallo di responsabilità fra amministrazioni provinciali e comunali che in tutti questi anni non ha di fatto prodotto - ad oggi - alcun risultato concreto, in termini di sicurezza.
La promessa, rivolta dall'altare all'ultima vittima della SP54, è che ci si batterà affinchè le cose possano davvero cambiare; perchè anche questa ennesima morte non resti solo nelle statistiche o fra le pagine della cronaca.
Un caffè, bevuto nel bar davanti a casa e poi quell'attraversamento che si è rivelato purtroppo fatale alla donna, investita da un'auto che viaggiava in direzione Missaglia. Nonostante le tempestive cure prestatele e il trasporto in ospedale, per la monticellese - moglie (vedova da qualche anno), mamma, volontaria impegnata per diverso tempo, a trecentosessanta gradi, a favore della comunità - non c'è stato nulla da fare.

Il feretro della 79enne lascia la chiesa di Sant'Agata
Storica funzionaria dell'ufficio postale di Piazza Giovanni XXIII, Rossana Righi si era appassionata alla politica, vivendo un'esperienza in amministrazione quando sindaco era Vittorio Cazzaniga. Impegnata nella scuola dell'infanzia Bocconi e in biblioteca, sino a qualche anno fa non era affatto raro incontrarla nelle occasioni in cui ci si confrontava sulla ''cosa pubblica''. Un carattere combattivo il suo, come ha ricordato anche il parroco don Marco Crippa, che nell'omelia pronunciata davanti ad una parrocchia gremita, non si è affatto risparmiato.

''Cerchiamo il tuo ristoro Signore: siamo affaticati e oppressi'' ha detto il sacerdote dinnanzi a quella che a tutti gli effetti è stata una scomparsa repentina, tragica e ingiusta. ''Non sappiamo quando, come e dove arriverà la morte. Spesso salutiamo una persona cara, un figlio o un amico, senza pensare che potrebbe essere l'ultima volta. Se quel pensiero ci sfiora, lo scacciamo perchè insostenibile e disumano'' ha detto. ''In questo caso non ci sono sufficienti aggettivi per descrivere quello che è successo. Un caffè può essere l'ultimo, così come una telefonata, una risata o un abbraccio. E poi ci tocca fare i conti con tanti rimpianti, pensando magari a quella carezza che non si è riusciti a dare o a ricevere''.

Un'immagine del sinistro di martedì pomeriggio, rivelatosi fatale a Rossana Righi
''Rossana - ha aggiunto il parroco - se ne è andata in un pomeriggio come tanti, attraversando una strada. Nessuno è mai pronto ad un addio e se lo sapessimo in anticipo, probabilmente saremmo condannati alla tristezza: il Signore invece, vuole che viviamo felici e beati. Ricordiamoci però che ogni istante può essere l'ultimo: non dimentichiamo di essere gentili. Facciamo buona la nostra vita e quella degli altri''.
Poi il riferimento alla pericolosità di un'arteria, la SP54, già scenario di altri sinistri gravi, che da un paio di giorni porta una nuova, ennesima, croce. ''Arriverà il tempo di fare chiarezza, di attribuire responsabilità, di trovare una soluzione che prevenga tutti questi incidenti. Su quella strada abbiamo dato abbastanza. Ci sarà anche il tempo di avere più rispetto e accortezza: ora è il tempo di piangere e stare vicino ad Andrea - ha aggiunto il religioso riferendosi al figlio della 79enne - di scambiarci i ricordi della vita trascorsa con Rossana, di custodirli con attenzione. Ripensando al suo impegno al servizio del paese, in politica e in asilo. Affidiamola al Signore, con la sua grande forza ed il suo carattere determinato: una donna che non passava indifferente''.

Se familiari e amici non sono pronti ad affrontare tutto questo dolore, questa repentina scomparsa, secondo don Marco ''Dio lo è''. ''Lui dice: venite a me e probabilmente lo ha affermato anche in quelle ore. Morire sulla strada è terribile: tutti vorremmo che avvenisse a casa, con le persone care. Nonostante tutto, vogliamo credere che il Signore fosse pronto ad accogliere Rossana''.
''Oggi - ha aggiunto don Marco - è il tempo della speranza, che non è rassegnazione perchè Dio è dalla nostra parte e che possa donarle la casa ed il riposo che merita''.

Sul finire della cerimonia, prima che il feretro della 79enne lasciasse la parrocchiale per l'ultimo viaggio terreno, le parole - pregne di dolore - pronunciate da un'amica di famiglia che dall'altare e senza mezzi termini, ha bollato la morte di Rossana Righi come il ''fallimento della politica'', puntando il dito contro il rimpallo di responsabilità fra amministrazioni provinciali e comunali che in tutti questi anni non ha di fatto prodotto - ad oggi - alcun risultato concreto, in termini di sicurezza.
La promessa, rivolta dall'altare all'ultima vittima della SP54, è che ci si batterà affinchè le cose possano davvero cambiare; perchè anche questa ennesima morte non resti solo nelle statistiche o fra le pagine della cronaca.
G.C.