Carenza dei medici di base, Azione: ''serve un intervento''

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Azione sulla medicina territoriale:

Pochi giorni fa è stata pubblicata da IlSole24Ore un’indagine sul rapporto tra medici di base e abitanti che vede la Provincia di Lecco al quintultimo posto in Italia, con un solo professionista disponibile ogni 1.700 pazienti.
Per Azione questo dato conferma la grave carenza di medici di medicina generale che da tempo mente in difficoltà il nostro territorio, di cui è responsabile Regione Lombardia che ha il compito di gestire e programmare il sistema sanitario territoriale.

Una situazione critica nel Lecchese

Attualmente, nella provincia di Lecco si registra un rapporto medio tra medici e pazienti di circa un medico ogni 1.700-2.000 abitanti, dato pressoché stabile dal 2023 e che è ben al di sopra dello standard ottimale di uno ogni 1.200. 
Il 16 giugno 2024 ASST Lecco dichiarava 536 cittadini senza medico di base a Lecco, auspicando di ridurli a 182 anche grazie alla copertura provvisoria tramite medici a contratto. Inoltre, Regione Lombardia prevede 14 pensionamenti da qui al 2026 in provincia di Lecco. Questo significa che, senza un adeguato ricambio, molti lecchesi potrebbero rimanere senza medico di famiglia, a causa dei pensionamenti previsti e della mancanza di nuovi ingressi.  
A livello regionale, la situazione non è meno preoccupante: in Lombardia risultano scoperti 1.435 posti da Medico di Medicina Generale, con una tendenza in costante peggioramento rispetto agli anni precedenti. Per ogni tre medici che escono dal servizio, solo uno viene effettivamente sostituito. Questo squilibrio mette in evidenza una pianificazione del ricambio generazionale del tutto inadeguata.
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''La Regione Lombardia ha ammesso che la carenza è dovuta a una sbagliata programmazione'' ci dice Pietro Andrea Arpaia (nella foto sopra), studente in medicina residente a Monticello e iscritto ad Azione, ''e che ha tentato di porvi rimedio aumentando le borse di studio e consentendo ai medici in formazione di acquisire assistiti durante il corso. Tuttavia, queste misure si sono rivelate insufficienti, con un calo delle iscrizioni ai corsi di formazione in medicina generale e una crescente disaffezione verso una professione completamente snaturata e schiava dei compiti amministrativi che, ad oggi, competono i Medici di Medicina Generale''.

''La mancanza di medici di base ha conseguenze dirette sulla popolazione'' precisa Eleonora Lavelli, eletta nel Direttivo nazionale e segretario provinciale di Azione. ''Il Diritto alla Salute e alla prevenzione delle malattie non deve rimanere un impegno scritto in Costituzione. La medicina territoriale è il presidio di questo diritto fondamentale. Oggi purtroppo però le fcarenze del sistema costringono molti cittadini a rivolgersi a servizi di pronto soccorso o a percorrere lunghe distanze per ricevere assistenza medica''.

''È imperativo che la Regione Lombardia assuma piena responsabilità per questa crisi e adotti misure concrete e tempestive per garantire un'adeguata copertura sanitaria nel Lecchese e in tutta la regione'' fa presente l’ex Sindaco di Cassago Brianza Rosaura Fumagalli e membro dei Direttivi regionale e provinciale di Azione. ''A partire dall’istituzione delle Case di Comunità, popolate da team multidisciplinari: medici di base associati in gruppo, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri di famiglia, fisioterapisti e assistenti sociali. Queste Case, situate a Bellano, Calolziocorte, Casatenovo, Introbio, Lecco, Merate, Olgiate Molgora e Oggiono sono state finanziate con i fondi PNRR, se ben organizzate, potranno fungere da punto di riferimento per i cittadini, alleviando la pressione della burocrazia sui singoli medici e migliorando la presa in carico dei pazienti cronici. Ad oggi purtroppo si sta ancora intervenendo sulla manutenzione degli immobili e poco o nulla è stato fatto riguardo il personale sanitario per l’assistenza e la cura dei pazienti. La tutela della salute dei cittadini non può essere compromessa da una gestione inefficace e da una programmazione inadeguata visto che dal 2001 (governo Berlusconi II, composto da Fi-An-Udc-Lega Nord) con la riforma del titolo V della Costituzione è stata trasferita alle regioni''.

''I medici vanno messi nella condizione di poter lavorare con serenità, supportati da un sistema che li affianchi anziché ostacolarli'' chiude il giovane Arpaia. 

Per farlo, è fondamentale ridurre anche il peso della medicina difensiva, figlia di un clima di sfiducia e di una burocrazia eccessiva che induce i professionisti a tutelarsi più che a curare. Un medico schiacciato dal rischio legale e dalle scartoffie è un medico che ha meno tempo per ascoltare, valutare e accompagnare davvero il paziente. Se vogliamo una sanità vicina, umana ed efficiente, serve ridare dignità al lavoro dei medici e fiducia nel loro giudizio clinico. Per questo 
Azione Lecco chiede non solo più medici, ma anche un contesto normativo e organizzativo che li metta in condizione di fare bene il proprio mestiere, per il bene di tutta la comunità.
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