Costa: taglio del nastro per Aracne, sartoria sociale con sede in un bene confiscato alla mafia
Dopo l'area sportiva di Brenno, Costa Masnaga celebra un altro importante passo verso la legalità con l'inaugurazione della nuova sede di Aracne Sartoria Sociale, un progetto realizzato dalla Cooperativa PASO in collaborazione con il Comune e l'Impresa Sociale Girasole presso un bene confiscato alla criminalità organizzata in Via Cadorna 8.

"Oggi non inauguriamo soltanto un edificio. Inauguriamo un simbolo, restituiamo alla collettività ciò che le era stato tolto" ha dichiarato il sindaco Sabina Panzeri durante la cerimonia di apertura. "Dove c'era il silenzio dell'illegalità, oggi c'è il rumore delle macchine da cucire, delle risate e della speranza''.


Così ha esordito la prima cittadina di Costa Masnaga, la quale ha poi ringraziato e presentato tutte le autorità presenti, tra cui il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri colonnello Nicola Melidonis, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Massimo Ghibaudo, il capitano Giovanni Casamassima della Compagnia di Merate, il comandante della Stazione di Costa Masnaga, maresciallo Ivano Cefalo, portando anche i saluti della presidente della Provincia Alessandra Hoffman.


''La restituzione di un bene confiscato alla mafia è un atto concreto di giustizia, ma è anche un messaggio potente: lo Stato c'è, la legalità vince e dove c'era controllo mafioso, oggi c'è inclusione sociale, formazione professionale e autonomia'' ha aggiunto Panzeri.


Ha preso poi la parola il Prefetto Sergio Pomponio, il quale ha sottolineato l'importanza dell'evento: "Un futuro è possibile, anche quando sembra che il presente sia immutabile. Eventi come questo non sono fine a se stessi; è giusto che noi tutti ne partecipiamo come una vera e propria una festa''.


Il Questore Stefania Marrazzo ha evidenziato il significato profondo dell'iniziativa: "È una data importante perché segna il passaggio dall'illegalità alla legalità. La mafia si colpisce così, andando a confiscarne il patrimonio. Questo è un ottimo risultato per dire che ce l'abbiamo fatta. L’importanza di questo progetto è data anche al fatto che dona nuova dignità e lavoro. Oggi la nostra Costituzione ha vinto''.


A rappresentare Regione Lombardia, c'erano i consiglieri Gian Mario Fragomeli e Giacomo Zamperini. "In Lombardia c'è ancora il 50% dei beni che devono essere assegnati e non tutto finisce bene e in fretta. Il riscatto che facciamo oggi aggiunge quotidianità, si apre ed è a servizio della comunità'' ha detto il primo, esponente del Partito Democratico.


Zamperini (FdI) ha poi aggiunto: ''Sostenibilità e rigenerazione sono parole che davvero appartengono a questo progetto. Il nostro deve essere uno Stato che fa il suo dovere anche a proprio rischio e pericolo. Vi ringrazio perché non vi siete voltati dall'altra parte''.


Alla cerimonia masnaghese è intervenuto anche il presidente di Libera Alberto Bonacina, che ha ribadito quanto sia sentito, proprio a partire dal basso, il tema dei beni confiscati alle mafie. ''Nel 1976 è stata approvata la legge 109 per trasformare beni di questo tipo in attività sociali. Questa legge ha segnato un passaggio cruciale proprio perché di iniziativa popolare''.


Per il gran finale, la parola è passata all’altra grande protagonista, la cooperativa PASO, con il suo presidente Raffaele Pirovano e la sua artista satoriale Francesca De Capitani, entrambi fieri del lavoro fatto fin ora e, al contempo, pronti per questo nuovo inizio. Pirovano ha infatti espresso le grandi aspettative per il futuro.


''Un'idea progettuale significativa. Una connotazione ulteriore con un brand giovanile, nuovo e accattivante, per portarlo non solo nei comuni limitrofi ma verso obiettivi molto alti", cocnludendo il suo intervento raccontando la storia del nome del novo brand, appunto, ARACNE.


Francesca De Capitani ha condiviso la sua emozione: "Finalmente questo giorno è arrivato. Oggi, dopo tre anni di sartoria sociale, mi sento di dire che mettiamo un piccolo punto a un lungo periodo di progettazione e sperimentazione. Da qui siamo pronti a scrivere una nuova storia quella di Aracne''.


La sarta ha poi aggiunto ''Vivo in due mondi, quello della sartoria, pieno di colori ed arte, che condivido con Chiara, Viviana, Annarita, Scilla e Falilou; l’altro, quello della cooperativa Paso, che per me è diventata famiglia, casa e posto sicuro. Ci tengo per questo a ringraziare il nostro presidente Raffaele ed Elisa, direttrice, donna con la D maiuscola, ma anche amica. Tu non mi hai mai fatto pensare che non potessi diventare ciò che volevo, non mi hai mai fatta sentire sbagliata e senza il tuo supporto, non sarei la donna che oggi sono''.


Dopo i diversi e commossi discorsi e ringraziamenti, gli invitati si sono spostati per assistere al taglio del nastro della nuova struttura sociale e sartoriale, a cui è stato poi possibile accedere, non prima della benedizione di don Adriano Colombini. Il parroco ha infatti concluso la cerimonia con parole di speranza: "Tutta la comunità coglierà un frutto da questi numerosi semi di speranza. Il bene si diffonde così come il male, e noi vogliamo che in questa battaglia sia il bene a prevalere''.


L'inaugurazione ha visto anche l'apertura del Giardino della Legalità in collaborazione con l’azienda Rossini della Quercia adiacente alla struttura, simboleggiando un nuovo capitolo nella storia di Costa Masnaga, dove un luogo un tempo simbolo di illegalità diventa ora centro di opportunità, formazione e rinascita sociale.

"Oggi non inauguriamo soltanto un edificio. Inauguriamo un simbolo, restituiamo alla collettività ciò che le era stato tolto" ha dichiarato il sindaco Sabina Panzeri durante la cerimonia di apertura. "Dove c'era il silenzio dell'illegalità, oggi c'è il rumore delle macchine da cucire, delle risate e della speranza''.


Il sindaco Sabina Panzeri e Raffaele Pirovano di Paso Cooperativa
Così ha esordito la prima cittadina di Costa Masnaga, la quale ha poi ringraziato e presentato tutte le autorità presenti, tra cui il comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri colonnello Nicola Melidonis, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Massimo Ghibaudo, il capitano Giovanni Casamassima della Compagnia di Merate, il comandante della Stazione di Costa Masnaga, maresciallo Ivano Cefalo, portando anche i saluti della presidente della Provincia Alessandra Hoffman.


''La restituzione di un bene confiscato alla mafia è un atto concreto di giustizia, ma è anche un messaggio potente: lo Stato c'è, la legalità vince e dove c'era controllo mafioso, oggi c'è inclusione sociale, formazione professionale e autonomia'' ha aggiunto Panzeri.


Il Prefetto Sergio Pomponio
Ha preso poi la parola il Prefetto Sergio Pomponio, il quale ha sottolineato l'importanza dell'evento: "Un futuro è possibile, anche quando sembra che il presente sia immutabile. Eventi come questo non sono fine a se stessi; è giusto che noi tutti ne partecipiamo come una vera e propria una festa''.


Il Questore Stefania Marrazzo
Il Questore Stefania Marrazzo ha evidenziato il significato profondo dell'iniziativa: "È una data importante perché segna il passaggio dall'illegalità alla legalità. La mafia si colpisce così, andando a confiscarne il patrimonio. Questo è un ottimo risultato per dire che ce l'abbiamo fatta. L’importanza di questo progetto è data anche al fatto che dona nuova dignità e lavoro. Oggi la nostra Costituzione ha vinto''.


Gian Mario Fragomeli, consigliere regionale
A rappresentare Regione Lombardia, c'erano i consiglieri Gian Mario Fragomeli e Giacomo Zamperini. "In Lombardia c'è ancora il 50% dei beni che devono essere assegnati e non tutto finisce bene e in fretta. Il riscatto che facciamo oggi aggiunge quotidianità, si apre ed è a servizio della comunità'' ha detto il primo, esponente del Partito Democratico.


Giacomo Zamperini, consigliere regionale
Zamperini (FdI) ha poi aggiunto: ''Sostenibilità e rigenerazione sono parole che davvero appartengono a questo progetto. Il nostro deve essere uno Stato che fa il suo dovere anche a proprio rischio e pericolo. Vi ringrazio perché non vi siete voltati dall'altra parte''.


Alberto Bonacina di Libera Lecco
Alla cerimonia masnaghese è intervenuto anche il presidente di Libera Alberto Bonacina, che ha ribadito quanto sia sentito, proprio a partire dal basso, il tema dei beni confiscati alle mafie. ''Nel 1976 è stata approvata la legge 109 per trasformare beni di questo tipo in attività sociali. Questa legge ha segnato un passaggio cruciale proprio perché di iniziativa popolare''.


Raffaele Pirovano e Francesca De Capitani
Per il gran finale, la parola è passata all’altra grande protagonista, la cooperativa PASO, con il suo presidente Raffaele Pirovano e la sua artista satoriale Francesca De Capitani, entrambi fieri del lavoro fatto fin ora e, al contempo, pronti per questo nuovo inizio. Pirovano ha infatti espresso le grandi aspettative per il futuro.


''Un'idea progettuale significativa. Una connotazione ulteriore con un brand giovanile, nuovo e accattivante, per portarlo non solo nei comuni limitrofi ma verso obiettivi molto alti", cocnludendo il suo intervento raccontando la storia del nome del novo brand, appunto, ARACNE.


Francesca De Capitani ha condiviso la sua emozione: "Finalmente questo giorno è arrivato. Oggi, dopo tre anni di sartoria sociale, mi sento di dire che mettiamo un piccolo punto a un lungo periodo di progettazione e sperimentazione. Da qui siamo pronti a scrivere una nuova storia quella di Aracne''.


La sarta ha poi aggiunto ''Vivo in due mondi, quello della sartoria, pieno di colori ed arte, che condivido con Chiara, Viviana, Annarita, Scilla e Falilou; l’altro, quello della cooperativa Paso, che per me è diventata famiglia, casa e posto sicuro. Ci tengo per questo a ringraziare il nostro presidente Raffaele ed Elisa, direttrice, donna con la D maiuscola, ma anche amica. Tu non mi hai mai fatto pensare che non potessi diventare ciò che volevo, non mi hai mai fatta sentire sbagliata e senza il tuo supporto, non sarei la donna che oggi sono''.


L'intervento del parroco don Adriano Colombini
Dopo i diversi e commossi discorsi e ringraziamenti, gli invitati si sono spostati per assistere al taglio del nastro della nuova struttura sociale e sartoriale, a cui è stato poi possibile accedere, non prima della benedizione di don Adriano Colombini. Il parroco ha infatti concluso la cerimonia con parole di speranza: "Tutta la comunità coglierà un frutto da questi numerosi semi di speranza. Il bene si diffonde così come il male, e noi vogliamo che in questa battaglia sia il bene a prevalere''.


L'inaugurazione ha visto anche l'apertura del Giardino della Legalità in collaborazione con l’azienda Rossini della Quercia adiacente alla struttura, simboleggiando un nuovo capitolo nella storia di Costa Masnaga, dove un luogo un tempo simbolo di illegalità diventa ora centro di opportunità, formazione e rinascita sociale.
M.E.