Scuola: gli abbracci di fine anno (e consigli per l’esame)

Parafrasando un film di Nanni Moretti (La messa è finita), si può dire: la scuola è finita, andate in pace. Sabato, gli studenti delle superiori, alle ore dieci, sono usciti a flotte dai loro istituti. Si abbracciavano, si salutavano, qualcuno piangeva, forse perché sapeva di essere bocciato, oppure per essere costretto a lasciare l’amica di banco. Sono scene che si ripetono da anni, forse da sempre. Cambia il look, ma la scena è la stessa.

Negli anni sessanta, i ragazzi portavano ancora giacca e cravatta e avevano la cartella; le ragazze avevano le gonne lunghe, rigorosamente sotto le ginocchia, si davano la mano, si salutavano stando attenti di non eccedere. Negli anni settanta, i maschi portavano i capelli lunghi e la barbetta da iniziatici; le ragazze avevano le gonne sopra le ginocchia o la minigonna e si salutavano con goliardia. I ragazzi attuali, con i calzoni corti, con maglietta nera all’americana e le ragazze con calzoni neri o bianchi con la maglietta leggera estiva con lo zainetto, lo smartphone nelle mani o in tasca, si abbracciano con affetto. Scene di fine anno.

Qualcuno ha terminato, altri devono prepararsi a sostenere l’esame di maturità, e scatta la solita manfrina dell’ansia e dei consigli: è bene che si mettano ad allenare il cervello con letture ed esercitazioni. Nelle seconde prove, non c’è nulla di nuovo sotto il tappetto: estimo, latino, matematica, lingua, meccanica...Per tutti, la prima prova scritta è il grande, mitico, immancabile tema. È la prova più ansiogena. Bisogna concedersi una vacanza mentale per prepararsi agli esami, mettendo da parte le solite cose.

 Occorre procurarsi dei libri – andare in biblioteca - leggere almeno un quotidiano, scrutare le riviste e organizzare la giornata con metodicità. È opportuno studiare sia da soli sia in gruppo, fare una pausa di un paio d’ore per footing, nuotare, pedalare e camminare in montagna in mezzo al verde, che svolge una funzione rilassante. L’organizzazione della giornata deve essere ben definita e ritualizzata: è opportuno evitare discoteche, sostanze, ansiolitici e fare una dieta leggera.

La camminata, la corsa, la pedalata dovrebbe seguire le sessioni di studio e lettura; la psicomotricità favorisce la memoria, mentre si cammina o si pedala si può ripensare, riflettere su quello che si è studiato. La costanza è l’ingrediente principale. È importante anche a migliorare l’attenzione, focalizzandosi sul respiro e su quello che si sta studiando, mettendo in atto tutti gli aspetti neurosensoriali.

Al momento dell’esame scritto, prima di scegliere il testo, è opportuno chiudere gli occhi, fare un lungo respiro profondo, immaginare di essere nel posto preferito: guardalo, odorarlo, accarezzarlo e stringerlo. Poi bisogna prendere una pausa, fare un respiro profondo, leggere attentamente il testo: ci sono sei ore di tempo per scrivere. Si scelga il testo che piace di più e che invoglia. Come dice Demostene: Esiste un’isola di opportunità all’interno di ogni difficoltà.

È opportuno individuare la forma se scrivere in modo diretto o indiretto, impersonale o personale. È preferibile lo stile personale e diretto (io penso che…).  Prima di iniziare a scrivere, è opportuno costruire una mappa mentale di come sviluppare l’argomento, fissarla bene nella testa con dei riferimenti numeri o schemi. L’argomento va composto, organizzato, messo insieme come un puzzle o come una costruzione fatta coni lego. La prima frase è la luce della candela che accompagna tutto il testo: va pensata e ripensata con cura.  

Prima di iniziare a scrivere, bisogna chiudere gli occhi, respirare profondamente, recuperare il proprio paesaggio rilassante, incidere nella mente la frase iniziale, rivedere la mappa e risistemarla. Solo dopo aver fatto questo passaggio, iniziare. L’importante è avere sul banco un bel vocabolario. Come diceva il mio prof di latino, con ironia: consulta sempre il Vacabolario quando sei nel dubbio.
Dr.Enrico Magni, psicologo e giornalista
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