Nibionno, morte di Ambra De Dionigi: a luglio la prima udienza dinnanzi al GUP

Fissata l'udienza preliminare per la morte di Ambra De Dionigi, la 29enne di Pasturo investita mortalmente lo scorso dicembre mentre percorreva a piedi il controviale della SS36 a Nibionno.
Iscritto nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Lecco, come si ricorderà, un operaio classe 1975 residente a Carate Brianza, incensurato, che fra qualche settimana comparirà al cospetto del giudice. 
Secondo le indagini affidate ai Carabinieri del comando provinciale di Lecco, il sinistro si sarebbe verificato mentre l'uomo (S.G. le sue iniziali) si trovava alla guida del furgone bianco intestato all'azienda per cui prestava servizio; un impatto particolarmente violento, a seguito del quale l'autista non si sarebbe poi fermato a prestare soccorso, lasciando la 29enne a terra, in una fredda serata d'inverno. 
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Il corpo della giovane, ormai privo di vita, era stato rinvenuto l'indomani da alcuni testimoni che avevano composto il 112, chiedendo l'intervento dei soccorsi. Nonostante l'arrivo, tempestivo, degli operatori di SOS Lurago supportati da personale medico giunto a Gaggio di Nibionno in elicottero, per la valsassinese non vi era stato nulla da fare. Alle prime ore di lunedì 23 dicembre, quando ci si preparava al Natale, ormai imminente, ne era stato dichiarato il decesso. 
Avviate le indagini, a poco più di un mese dalla tragedia, i Carabinieri del comando provinciale di Lecco - coordinati dalla Procura della Repubblica - erano riusciti a risalire al presunto responsabile, iscrivendo il nome dell'operaio caratese sul registro degli indagati e chiedendo nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Il gip Piantadosi, dopo l'interrogatorio di garanzia, aveva optato per una misura più lieve, disponendo i domiciliari con applicazione del braccialetto.
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Ambra De Dionigi

Omicidio stradale aggravato dalla fuga, l'ipotesi di reato contestata al brianzolo, al quale i Carabinieri erano arrivati a seguito di un complesso lavoro di intelligence, che era stato illustrato in conferenza stampa dal Procuratore capo Ezio Domenico Basso. 
Elemento fondamentale per poter dare il via all'attività investigativa, si era rivelato il video tratto dal sistema di videosorveglianza dell'azienda situata a pochi passi dal luogo della tragedia; seppur in lontananza, dal filmato si vede Ambra De Dionigi percorrere a piedi il controviale della SS36, da Veduggio verso Nibionno, dunque in senso opposto rispetto al furgone bianco contro il quale impatta drammaticamente, e che procede la propria corsa senza fermarsi. Il veicolo era stato poi rinvenuto dagli inquirenti a circa una settimana dal sinistro, presso la ditta intestataria, dove era stato riconsegnato come se nulla fosse la mattina del 23, senza giustificare l'evidente ammaccatura. Gli accertamenti, una volta individuato il mezzo, grazie anche ai resti dello stesso rinvenuti sul luogo scenario dell'incidente, erano poi proseguiti per stabilire chi si trovasse alla guida la sera della tragedia costata la vita ad Ambra De Dionigi, arrivando dunque all'operaio caratese.
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Negli scorsi mesi la Procura, nella persona del sostituto Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, aveva disposto una consulenza tecnica per accertare con esattezza le cause del sinistro. E' stata dunque depositata - ed è dunque agli atti - una perizia cinematica, utile per poter ricostruire la dinamica dell'incidente, cristallizzando elementi utili in merito sia all'andamento del furgone - in particolare la velocità di marcia - sia alla condotta della vittima. 
Nell'udienza in programma a luglio - alla quale dovrebbe prendere parte anche il legale che tutela gli interessi della famiglia di Ambra - il difensore dell'operaio renderà nota la propria strategia difensiva; è plausibile però che decida di ricorrere ad un rito alternativo in considerazione delle pesanti contestazioni a carico del proprio assistito.
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