E' Matteo Alberti, casatese, il promotore del Grandpablok: raduno per gli appassionati di arrampicata
Una passione può portare davvero lontano. Lo sa bene Matteo Alberti, originario di Casatenovo che nel 1996 ha deciso di trasferirsi in Valle d’Aosta per seguire anche l'amore per la montagna. Nonostante la distanza, il legame con la sua terra d’origine non si è mai spento; fa regolarmente visita ad amici e familiari e rivede quei luoghi dove tutto è iniziato. Al Greppi infatti, quando era ancora studente, un’attività extracurriculare organizzata dall’istituto lo ha fatto appassionare all’arrampicata e da quel momento non si è più fermato.

In Valle d’Aosta Alberti ha trovato una nuova casa, ma non ha mai dimenticato da dove è nata la grande passione che l’ha spinto ad organizzare molte iniziative su scala nazionale. Qualche mese fa vi avevamo raccontato del contest ''SkiAlp ‘Xperience'' per valorizzare il territorio tramite gli amanti dello scialpinismo, ma il lavoro del casatese è molto più grande. Alberti è infatti l’ideatore del Granpablok, il raduno di boulder nel parco del Gran Paradiso, un evento giunto ormai alla settima edizione.
E’ diventato celebre non solo in tutta l’Italia, ma anche in gran parte d’Europa e ogni anno è in grado di richiamare tantissimi appassionati di arrampicata. Il bouldering infatti è uno speciale tipo di attività che non ha bisogno di corde o di ramponi, ma solo di grandi massi naturali da scalare e di un crash pad, un materasso che può aiutare in caso di caduta.
È una disciplina scoppiata negli anni Sessanta, ma che recentemente ha ritrovato nuova vita grazie ai giovani e ai raduni in varie zone d’Italia.

''Sono sempre stato appassionato di arrampicata, poi una decina di anni fa ho scoperto la disciplina del bouldering e ho iniziato ad andare alla ricerca di nuovi posti in cui arrampicare. Un giorno un amico mi ha consigliato di andare a Valsavarenche, proprio dove c’è la partenza per il rifugio Vittorio Emanuele II posizionato sulla cima al Gran Paradiso. Si tratta di una piana glaciale ad oltre 2000 metri di altezza tutta piena di sassi sparsi in mezzo al prato, l’impatto visivo è pazzesco e me ne sono innamorato'' ci ha spiegato Alberti. ''Ho capito subito che si trattava di una zona dal potenziale incredibile; negli anni Novanta erano stati già tracciati alcuni blocchi, addirittura erano finiti su alcune riviste del settore, ma poi erano stati dimenticati. Il nostro obiettivo è stato subito quello di riqualificare l’area e farla conoscere ad altri appassionati e così nel 2019 abbiamo organizzato la prima edizione di Granpablok che era anche una specie di competizione, c’erano 55 partecipanti, di cui 50 fuori valle e anche una decina di ragazzi della Nazionale italiana. E’ stato solo l’inizio di un progetto che presto si è sviluppato: abbiamo tolto la competizione e lo abbiamo trasformato in un raduno che ha subito attirato l’attenzione di tanti partner che ci hanno sostenuto. Poi tre anni fa abbiamo deciso di espanderci ed aggiungere la tappa di Cogne''.
Il Granpablok si svolge infatti in una doppia tappa, il weekend del 21 e 22 giugno a Cogne, mentre il 26 e il 27 luglio ci sarà l'appuntamento storico di Valsavarenche. In entrambe le occasioni è prevista la possibilità di andare alla scoperta di nuovi blocchi e scalandone una certa serie sono in palio delle birre offerte dal birrificio locale. Per la tappe di Cogne è previsto il suggestivo street bulder, un evento molto particolare per coinvolgere tutta la cittadina in cui gli arrampicatori si cimenteranno in sfide molto particolari mettendosi alla prova su muri, pareti, balconi, in pratica qualsiasi cosa. Il sabato sera a Vansavarenche ci sarà invece l’apres bulder, ispirato al celeberrimo apres ski vedrà gli sportivi impegnati ad oltranza, anche a notte fonda, nella sfida sui blocchi.
Si tratta di un’iniziativa arrivata quasi in automatico da parte dei molti appassionati che hanno così la possibilità di scalare i blocchi in un contesto assolutamente unico: sotto il cielo stellato di una notte di piena estate. Non mancheranno le attività legate ai più piccoli con dei momenti di divertimento in cui le guide alpine prepareranno per bambini e ragazzi giochi di equilibrio ed un primo approccio all’arrampicata.

Oltre all’aspetto sportivo, il Granpablok ha una forte taglio ambientalista spingendo chi vi partecipa ad avere una certa responsabilità per il luogo in cui si arrampica. C’è quindi una grande attenzione per il numero dei partecipanti che è ora stabile a circa trecento per tappa, ma anche alla modalità con cui ci si approccia ai blocchi evitando di togliere piante, arbusti e troppo muschio.
''L’idea è quella di immergersi completamente nell’ambiente naturale in cui ci troviamo, si lascia una macchina nel parcheggio e poi ci si muove a piedi per raggiungere i blocchi seguendo i vari sentieri – prosegue l'organizzatore – il parco del Gran Paradiso ha subito apprezzato particolarmente la nostra formula ambientalista tanto da decidere si concederci la partnership e lavorare in stretto contatto con noi. In ogni tappa dei nostri raduni abbiamo infatti uno spazio divulgativo in cui vengono spiegate le origini e le caratteristiche del parco, è un momento a cui teniamo molto, siamo uno dei pochi eventi sportivi con impatto bassissimo e spesso siamo presi da modello''.
Durante il raduno ci sarà ancora una volta l’iniziativa ''libera il tuo blocco'' che coinvolge tutti i partecipanti per tenere liberi i blocchi sui cui si arrampica, ma con la proposta di scovarne anche dei nuovi creando delle nuove linee che potranno essere accessibili a tutti quelli che verranno dopo di loro.

''Il lavoro è molto grande, oltre a me ci sono una quindicina di volontari che danno una mano nella pulizia e poi nell’organizzazione, nonostante lo sforzo tutto viene ripagato. Siamo riconosciuti a livello internazionale e all’estero, questo ci rende enormemente orgogliosi. I nostri partecipanti arrivano da tutte le regioni italiane, anche Sicilia e Sardegna, spesso è l’occasione di passare un weekend speciale con tutta la famiglia. Ci sono anche molti stranieri, vengono da Francia, Svizzera, Germania e anche Spagna'' ha concluso infine Alberti, rivelandoci uno dei suoi prossimi progetti: portare il bouldering in centro ad Aosta ad inizio ottobre, una terza tappa davvero particolare del Granpablok.

A sinistra Matteo Alberti
In Valle d’Aosta Alberti ha trovato una nuova casa, ma non ha mai dimenticato da dove è nata la grande passione che l’ha spinto ad organizzare molte iniziative su scala nazionale. Qualche mese fa vi avevamo raccontato del contest ''SkiAlp ‘Xperience'' per valorizzare il territorio tramite gli amanti dello scialpinismo, ma il lavoro del casatese è molto più grande. Alberti è infatti l’ideatore del Granpablok, il raduno di boulder nel parco del Gran Paradiso, un evento giunto ormai alla settima edizione.
E’ diventato celebre non solo in tutta l’Italia, ma anche in gran parte d’Europa e ogni anno è in grado di richiamare tantissimi appassionati di arrampicata. Il bouldering infatti è uno speciale tipo di attività che non ha bisogno di corde o di ramponi, ma solo di grandi massi naturali da scalare e di un crash pad, un materasso che può aiutare in caso di caduta.
È una disciplina scoppiata negli anni Sessanta, ma che recentemente ha ritrovato nuova vita grazie ai giovani e ai raduni in varie zone d’Italia.

''Sono sempre stato appassionato di arrampicata, poi una decina di anni fa ho scoperto la disciplina del bouldering e ho iniziato ad andare alla ricerca di nuovi posti in cui arrampicare. Un giorno un amico mi ha consigliato di andare a Valsavarenche, proprio dove c’è la partenza per il rifugio Vittorio Emanuele II posizionato sulla cima al Gran Paradiso. Si tratta di una piana glaciale ad oltre 2000 metri di altezza tutta piena di sassi sparsi in mezzo al prato, l’impatto visivo è pazzesco e me ne sono innamorato'' ci ha spiegato Alberti. ''Ho capito subito che si trattava di una zona dal potenziale incredibile; negli anni Novanta erano stati già tracciati alcuni blocchi, addirittura erano finiti su alcune riviste del settore, ma poi erano stati dimenticati. Il nostro obiettivo è stato subito quello di riqualificare l’area e farla conoscere ad altri appassionati e così nel 2019 abbiamo organizzato la prima edizione di Granpablok che era anche una specie di competizione, c’erano 55 partecipanti, di cui 50 fuori valle e anche una decina di ragazzi della Nazionale italiana. E’ stato solo l’inizio di un progetto che presto si è sviluppato: abbiamo tolto la competizione e lo abbiamo trasformato in un raduno che ha subito attirato l’attenzione di tanti partner che ci hanno sostenuto. Poi tre anni fa abbiamo deciso di espanderci ed aggiungere la tappa di Cogne''.

Si tratta di un’iniziativa arrivata quasi in automatico da parte dei molti appassionati che hanno così la possibilità di scalare i blocchi in un contesto assolutamente unico: sotto il cielo stellato di una notte di piena estate. Non mancheranno le attività legate ai più piccoli con dei momenti di divertimento in cui le guide alpine prepareranno per bambini e ragazzi giochi di equilibrio ed un primo approccio all’arrampicata.

Oltre all’aspetto sportivo, il Granpablok ha una forte taglio ambientalista spingendo chi vi partecipa ad avere una certa responsabilità per il luogo in cui si arrampica. C’è quindi una grande attenzione per il numero dei partecipanti che è ora stabile a circa trecento per tappa, ma anche alla modalità con cui ci si approccia ai blocchi evitando di togliere piante, arbusti e troppo muschio.
''L’idea è quella di immergersi completamente nell’ambiente naturale in cui ci troviamo, si lascia una macchina nel parcheggio e poi ci si muove a piedi per raggiungere i blocchi seguendo i vari sentieri – prosegue l'organizzatore – il parco del Gran Paradiso ha subito apprezzato particolarmente la nostra formula ambientalista tanto da decidere si concederci la partnership e lavorare in stretto contatto con noi. In ogni tappa dei nostri raduni abbiamo infatti uno spazio divulgativo in cui vengono spiegate le origini e le caratteristiche del parco, è un momento a cui teniamo molto, siamo uno dei pochi eventi sportivi con impatto bassissimo e spesso siamo presi da modello''.
Durante il raduno ci sarà ancora una volta l’iniziativa ''libera il tuo blocco'' che coinvolge tutti i partecipanti per tenere liberi i blocchi sui cui si arrampica, ma con la proposta di scovarne anche dei nuovi creando delle nuove linee che potranno essere accessibili a tutti quelli che verranno dopo di loro.

''Il lavoro è molto grande, oltre a me ci sono una quindicina di volontari che danno una mano nella pulizia e poi nell’organizzazione, nonostante lo sforzo tutto viene ripagato. Siamo riconosciuti a livello internazionale e all’estero, questo ci rende enormemente orgogliosi. I nostri partecipanti arrivano da tutte le regioni italiane, anche Sicilia e Sardegna, spesso è l’occasione di passare un weekend speciale con tutta la famiglia. Ci sono anche molti stranieri, vengono da Francia, Svizzera, Germania e anche Spagna'' ha concluso infine Alberti, rivelandoci uno dei suoi prossimi progetti: portare il bouldering in centro ad Aosta ad inizio ottobre, una terza tappa davvero particolare del Granpablok.
G.M.