Villa Greppi ospita Lwando Dlamini e Davide Maggioni, protagonisti di ''Residenze d'artista''

Il Consorzio Brianteo Villa Greppi si è sempre distinto per avere un legame speciale con l’arte in tutte le sue forme. Da anni ormai ospita conferenze e mostre che richiamano un pubblico davvero disparato proveniente da tutte le parti della Lombardia; l’offerta è veramente variegata e ha trasformato il nostro territorio in un grande punto di riferimento. I progetti sono veramente ampi e spesso se ne parla troppo poco: è il caso delle Residenze d'Artista, una vera e propria scommessa dell'ente che, su modello degli altri paesi europei, ha voluto investire sugli artisti permettendo loro di creare in un contesto assolutamente unico. 
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Davide Maggioni e Lwando Dlamini

Il progetto, prima in fase di rodaggio nel 2017, è partito ufficialmente nel 2018 generando tantissimo entusiasmo. Il Consorzio mette a disposizione un supporto per artisti italiani e non, offrendo un vero e proprio Atelier in cui esercitare la propria arte in un contesto veramente unico come quello del Parco della Villa. La residenza è aperta, su base annuale ad artisti della zona, mentre su base bimestrale a tutti coloro che vengono da lontano e possono alloggiare nella ex portineria rimessa a nuovo.
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La selezione avviene grazie ad una giuria composta da quattro persone, tra cui un soggetto esterno che varia ogni anno; la valutazione tiene conto della qualità, della storia dell’artista, ma soprattutto del suo modo di intendere la residenza non come semplice replica di quello che è già stato fatto in precedenza, quanto in un'occasione unica di poter farsi ispirare dal luogo, di contaminarsi e di raffigurarlo secondo la propria arte. Se in paesi come la Francia o la Spagna le residenze per gli artisti sono qualcosa di assolutamente normale e quasi automatico, in Italia invece il progetto è ancora raro, ma il Consorzio Vila Greppi ha voluto cogliere al volo questa opportunità. 
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Simona Bartolena con i due artisti

''Siamo molto orgogliosi di questo progetto: è un’idea incredibile che Villa Greppi ha deciso di sostenere con grande lungimiranza. L’atelier che viene messo a disposizione è uno spazio estremamente prezioso perché è sempre difficile trovare luoghi di tale dimensione immersi in un parco così bello; qui tutti hanno la possibilità di sbizzarrirsi con la propria arte. Inizialmente credevamo che il fatto di trovarci in un posto abbastanza isolato fosse uno svantaggio, ma in realtà si è subito trasformato in un punto di forza della residenza. Gli artisti durante il loro soggiorno possono incontrare tante persone, lavorare sul territorio e direttamente nella villa. Negli anni abbiamo notato che tutti in qualche modo hanno inglobato Villa Greppi nelle loro opere. Alcuni addirittura ne hanno realizzate di specifiche mostrando come sia avvenuta una vera  propria contaminazione. Al termine della residenza c’è sempre un momento di restituzione in cui l’artista può mostrare al pubblico tutte le sue opere offrendo anche un momento di dialogo e di confronto; ciascuno sceglie il luogo in cui esporre in modo mirato e funzionale alle proprie creazioni. Tutti coloro che hanno partecipato rimangono sempre molto legati al Consorzio e spesso ritornano a trovarci partecipando anche a conferenze. E' proprio bello perché si crea una specie di comunità'' ci ha spiegato Simona Bartolena, la responsabile del progetto, mettendo in evidenza come sia fondamentale il legame con il territorio e la voglia degli artisti di immergersi completamente in esso. 
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Sicuramente il progetto della ''Residenza d’artista'' porta grande prestigio al Consorzio che si conferma essere un polo culturale dagli orizzonti veramente ampi. ''Villa Greppi si occupa di cultura in tutti gli ambiti e in particolare dell’arte proponendo conferenze ed esposizioni, ma credo che l’apertura verso l'arte rappresenti proprio il cuore dell’attività: l'obiettivo è quello di abbracciare il più possibile il territorio e creare una comunicazione con il pubblico. Gli artisti vengono da tutte le parti d’Italia e sono molto giovani, è una grande occasione per tutti noi di espandere i nostri orizzonti'' ha detto Lucia Urbano, presidente del Consorzio Brianteo Villa Greppi. ''La cosa che mi ha colpita di più dei nostri ospiti è la loro disponibilità nel confrontarsi con gli altri, non hanno semplicemente creato la propria arte, ma hanno incontrato le scuole o il semplice pubblico che si trova a Villa Greppi per altri motivi. Per esempio grazie al Collage Festival sono arrivate persone anche da Austria, Portogallo e Grecia e c’è stato un bell’incontro tra culture''.
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In questo momento Villa Greppi ospita nell’ambito della residenza Bimestrale un artista che viene da veramente molto lontano e dimostra come i progetti del nostro territorio riescano a raggiungere anche l’altra parte del mondo. Lwando Dlamini viene da Johannesburg, Sudafrica, ed ha subito impressionato per la sua storia incredibile e i colori che mette nelle sue opere. Nel suo caso si tratta di un vero e proprio incontro con la cultura italiana che sta scoprendo giorno dopo giorno.
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''Ho sempre voluto fare l’artista, ma un po' per accontentare mia madre avevo scelto di fare l’avvocato. Poi nel 2012 sono finito in coma a causa di un assalto della polizia e quando mi sono svegliato ho capito che avevo bisogno di far sentire la mia voce e potevo farlo con l’arte. Le mi opere sono piene di colori non solo per un fatto culturale ma perché grazie alla pittura sono riuscito a rialzarmi dai momenti difficili della mia vita e sono ritornato a sorridere'' ci ha raccontato Lwando. ''Villa Greppi è un posto meraviglioso, quasi incantato ed è bellissimo poter lavorare in questo contesto. Durante il festival Europeo ho avuto la possibilità incontrare tantissime persone e di confrontarmi con loro, ho imparato tanto e ho avuto l’ispirazione per diverse opere''.
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L’artista annuale è invece il meratese Davide Maggioni che realizza opere di tutt’altro tipo; non ritratti, bensì la rappresentazione della natura con una particolare focalizzazione sulle ombre. Di professione architetto paesaggista, i suoi materiali di lavoro sono molteplici, dagli acrilici alle bombolette così come i supporti che spaziano dalla tela al legno.
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''Ho scoperto questa iniziativa un po’ per caso, anche se conoscevo già Villa Greppi che avevo visitato in varie occasioni. Da anni porto avanti un progetto legato alle ombre, è un tema che mi affascina, lo hanno affrontato diversi artisti ne corso dei secoli, ma ognuno ha cercato di dargli un’impronta particolare, contemporaneamente ho conosciuto la tecnica giapponese del legno carbonizzato ed ho cercato di unire le due cose. Il parco della Villa mi ha subito affascinato: spesso cammino tra gli alberi e trovo l’ispirazione, porto con me un blocco e quasi in automatico faccio schizzi di quello che poi diventerà l’opera. Il progetto delle Residenze d’artista è una possibilità incredibile, anche perché ci viene messo a disposizione un atelier in cui si riescono a fare grandi cose'' ci ha detto l’artista, mostrandoci le sue ultime opere nel segno dell’astratto che permettono a chiunque di poter trovare la propria via. 
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La visita all’atelier è stata un’esperienza davvero speciale che ci ha fatto capire come l’incontro tra due stili differenti possa creare veramente qualcosa di unico. Sulla destra infatti c’è la parte dedicata a Lwando con le sue opere colorate e i volti che ci portano dall’altra parte del mondo; a sinistra invece c’è l’universo di Davide con le sue ombre, molti meno colori ma l’impressione di poter viaggiare in ogni luogo.
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È l’incontro improbabile di due artisti che, grazie ad un progetto lungimirante, hanno potuto confrontarsi tra loro, ma soprattutto conoscere un contesto magico come quello di Villa Greppi che è già entrato nelle opere di entrambi. Il meratese avrà a disposizione ancora diversi mesi per sperimentare, mentre Lwando concluderà l’esperienza a metà luglio, ma prima della partenza l'obiettivo è quello di realizzare un’opera unica a quattro mani.
Giorgia Monguzzi
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