Nibionno: ha patteggiato tre anni l'uomo alla guida del mezzo che investì mortalmente Ambra De Dionigi, 29 anni
Ha patteggiato tre anni il brianzolo alla guida del furgone che sul finire dello scorso anno investì mortalmente Ambra De Dionigi, la 29enne di Pasturo che in quella fredda domenica sera stava percorrendo a piedi il controviale della SS36 a Nibionno.
L'operaio classe 1975 residente a Carate Brianza, è comparso stamani in Tribunale a Lecco, al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano; l'uomo, incensurato, al momento del sinistro si trovava alla guida del veicolo intestato all'azienda per cui prestava servizio.
Un impatto particolarmente violento quello fra il mezzo e il pedone, a seguito del quale il cinquantenne (S.G. le sue iniziali) non si era poi fermato a prestare soccorso, lasciando la giovane a terra, in una fredda serata d'inverno.

Il corpo di Ambra, ormai privo di vita, era stato rinvenuto l'indomani da alcuni testimoni che avevano composto il 112, chiedendo l'intervento dei soccorsi. Nonostante l'arrivo, tempestivo, degli operatori di SOS Lurago supportati da personale medico giunto a Gaggio di Nibionno in elicottero, per la valsassinese non vi era stato nulla da fare. Alle prime ore di lunedì 23 dicembre, quando ci si preparava al Natale, ormai imminente, ne era stato dichiarato il decesso.
Avviate le indagini, a poco più di un mese dalla tragedia, i Carabinieri del comando provinciale di Lecco - coordinati dalla Procura della Repubblica - erano riusciti a risalire al presunto responsabile, iscrivendo il nome dell'operaio caratese sul registro degli indagati e chiedendo nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Il gip Gianluca Piantadosi, dopo l'interrogatorio di garanzia aveva optato per una misura più lieve, disponendo i domiciliari con applicazione del braccialetto.
Omicidio stradale aggravato dalla fuga, l'ipotesi di reato contestata al brianzolo, al quale i Carabinieri erano arrivati a seguito di un complesso lavoro di intelligence, che era stato illustrato in conferenza stampa dal Procuratore capo Ezio Domenico Basso.
Elemento fondamentale per poter dare il via all'attività investigativa, si era rivelato il filmato tratto dal sistema di videosorveglianza dell'azienda situata a pochi passi dal luogo della tragedia; seppur in lontananza, dalle immagini si nota Ambra De Dionigi percorrere a piedi il controviale della SS36, da Veduggio verso Nibionno, dunque in senso opposto rispetto al furgone bianco contro il quale impatta drammaticamente, e che procede la propria corsa senza fermarsi.
Il veicolo era stato poi rinvenuto dagli inquirenti a circa una settimana dal sinistro, presso la ditta intestataria, dove era stato riconsegnato come se nulla fosse la mattina del 23, senza giustificare l'evidente ammaccatura.

Gli accertamenti, una volta individuato il mezzo, grazie anche ai resti dello stesso rinvenuti sul luogo scenario dell'incidente, erano poi proseguiti per stabilire chi si trovasse alla guida la sera della tragedia costata la vita ad Ambra De Dionigi, arrivando dunque all'operaio caratese.
Negli scorsi mesi la Procura, nella persona del sostituto Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, aveva disposto una consulenza tecnica per accertare con esattezza le cause del sinistro. La perizia cinematica si sarebbe rivelata preziosa per poter ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente, cristallizzando elementi utili in merito sia all'andamento del furgone - in particolare la velocità di marcia - sia alla condotta della vittima.

Assistito dall'avvocato Francesca Allegra del Foro di Lecco, il caratese ha deciso di patteggiare; tre anni la pena concordata con la Procura (quest'oggi rappresentata in Aula dal sostituto Chiara Di Francesco), ratificata quest'oggi tramite la propria sentenza dal dottor Catalano. Attualmente l'imputato - che avrebbe dichiarato agli inquirenti, così come al gip, di non essersi accorto di nulla- è ancora ristretto ai domiciliari, ma il suo difensore ne ha chiesto la revoca; il giudice si è riservato.
Presenti stamani in aula anche gli avvocati Luigi Giordano e Marcello Iantorno che tutelano gli interessi della famiglia di Ambra, in particolare della madre, delle due sorelle e del padre.
L'operaio classe 1975 residente a Carate Brianza, è comparso stamani in Tribunale a Lecco, al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano; l'uomo, incensurato, al momento del sinistro si trovava alla guida del veicolo intestato all'azienda per cui prestava servizio.
Un impatto particolarmente violento quello fra il mezzo e il pedone, a seguito del quale il cinquantenne (S.G. le sue iniziali) non si era poi fermato a prestare soccorso, lasciando la giovane a terra, in una fredda serata d'inverno.

Il corpo di Ambra, ormai privo di vita, era stato rinvenuto l'indomani da alcuni testimoni che avevano composto il 112, chiedendo l'intervento dei soccorsi. Nonostante l'arrivo, tempestivo, degli operatori di SOS Lurago supportati da personale medico giunto a Gaggio di Nibionno in elicottero, per la valsassinese non vi era stato nulla da fare. Alle prime ore di lunedì 23 dicembre, quando ci si preparava al Natale, ormai imminente, ne era stato dichiarato il decesso.
Avviate le indagini, a poco più di un mese dalla tragedia, i Carabinieri del comando provinciale di Lecco - coordinati dalla Procura della Repubblica - erano riusciti a risalire al presunto responsabile, iscrivendo il nome dell'operaio caratese sul registro degli indagati e chiedendo nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. Il gip Gianluca Piantadosi, dopo l'interrogatorio di garanzia aveva optato per una misura più lieve, disponendo i domiciliari con applicazione del braccialetto.

Ambra De Dionigi
Omicidio stradale aggravato dalla fuga, l'ipotesi di reato contestata al brianzolo, al quale i Carabinieri erano arrivati a seguito di un complesso lavoro di intelligence, che era stato illustrato in conferenza stampa dal Procuratore capo Ezio Domenico Basso.
Elemento fondamentale per poter dare il via all'attività investigativa, si era rivelato il filmato tratto dal sistema di videosorveglianza dell'azienda situata a pochi passi dal luogo della tragedia; seppur in lontananza, dalle immagini si nota Ambra De Dionigi percorrere a piedi il controviale della SS36, da Veduggio verso Nibionno, dunque in senso opposto rispetto al furgone bianco contro il quale impatta drammaticamente, e che procede la propria corsa senza fermarsi.
Il veicolo era stato poi rinvenuto dagli inquirenti a circa una settimana dal sinistro, presso la ditta intestataria, dove era stato riconsegnato come se nulla fosse la mattina del 23, senza giustificare l'evidente ammaccatura.

Gli accertamenti, una volta individuato il mezzo, grazie anche ai resti dello stesso rinvenuti sul luogo scenario dell'incidente, erano poi proseguiti per stabilire chi si trovasse alla guida la sera della tragedia costata la vita ad Ambra De Dionigi, arrivando dunque all'operaio caratese.
Negli scorsi mesi la Procura, nella persona del sostituto Chiara Stoppioni, titolare del fascicolo d'indagine, aveva disposto una consulenza tecnica per accertare con esattezza le cause del sinistro. La perizia cinematica si sarebbe rivelata preziosa per poter ricostruire con esattezza la dinamica dell'incidente, cristallizzando elementi utili in merito sia all'andamento del furgone - in particolare la velocità di marcia - sia alla condotta della vittima.

Assistito dall'avvocato Francesca Allegra del Foro di Lecco, il caratese ha deciso di patteggiare; tre anni la pena concordata con la Procura (quest'oggi rappresentata in Aula dal sostituto Chiara Di Francesco), ratificata quest'oggi tramite la propria sentenza dal dottor Catalano. Attualmente l'imputato - che avrebbe dichiarato agli inquirenti, così come al gip, di non essersi accorto di nulla- è ancora ristretto ai domiciliari, ma il suo difensore ne ha chiesto la revoca; il giudice si è riservato.
Presenti stamani in aula anche gli avvocati Luigi Giordano e Marcello Iantorno che tutelano gli interessi della famiglia di Ambra, in particolare della madre, delle due sorelle e del padre.
G.C.