Tratta con la mafia e poi...Mori

Difficile per un cittadino che non voglia essere in balia degli eventi formarsi delle fondate opinioni su aspetti salienti del nostro martoriato Paese e più che mai negli ambiti politico-giudiziari.

Prendiamo ad esempio questa inaugurazione in Parlamento e in pompa magna della “Teca con la borsa di Borsellino” che sembrerebbe voler celebrare con rispetto ed ammirazione la figura del magistrato ucciso dalla Mafia (tutt'altro che solo da quella!) in via D'Amelio il 19 luglio del 92.

https://www.palermotoday.it/cronaca/borsa-borsellino-esposta-montecitorio-camera.html

La premier, alla presenza delle massime autorità dello Stato, ha proferito, a quanto si legge, parole perentorie, ne cito alcune "Il popolo italiano ha il diritto di conoscere la verità";"Ogni sforzo per conoscere quella verità deve essere sostenuto. Come quello che sta portando avanti la commissione parlamentare Antimafia che con coraggio, con determinazione sta lavorando in questa direzione. Bisogna continuare con una ricerca instancabile per fare luce sulle pagine ancora buie di quegli anni della nostra storia”.

Ecco perché occorre attivare il senso critico da parte di chi non vuole rimanere in superficie limitandosi ad assorbire quantomeno frasi retoriche e di circostanza se non addirittura l'ipocrisia di chi predica bene ma di fatto razola male.

Razola male perché si finge di ignorare che quella Commissione Antimafia presieduta da una sodale sta subdolamente facendo l'esatto contrario del far luce non solo sulle pagine ancor buie di allora ma anche sulle interconnessioni che rischiano ancor oggi di minare la credibilità di parti importanti del nostro Stato.

Non si spiegherebbe altrimenti il perché ad esempio non vengano approfonditi, cercando di dar loro risposta, gli interrogativi specificamente posti dall'ex magistrato di Palermo Roberto Scarpinato membro ( ancora per quanto tempo, vista l'azione ostativa non solo parlamentare nei suoi confronti?) della Commissione in una particolareggiata memoria (59 pagine) consegnata tempo fa alla Commissione stessa

https://www.19luglio1992.com/la-memoria-depositata-in-commissione-antimafia-da-roberto-scarpinato-sulle-stragi-del-92-93/


Oppure perché la direzione impressa alla Commissione sta, guarda caso, sostanzialmente seguendo un'unica pista (la cosiddetta indagine Mafia -Appalti) sposando la tesi di quel generale Mori e del suo fido collaboratore il colonnello De Donno che, per loro stessa ammissione, hanno operato nel 92 una “trattativa” con i vertici mafiosi tramite l'ex sindaco palermitano pluricondannato Ciancimino.

https://share.google/pzUg4TP34X1sWzC85

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/27/mario-mori-denuncia-il-fatto-e-report-al-ministero-rivelati-dei-segreti-dufficio/8041035/

Perché si ignorano invece le oblique e comprovate interconnessioni tra Mafia, servizi segreti e personaggi della destra eversiva coinvolti nelle cosiddette “trame nere” che potrebbero anche (ma va!) far luce sulle prolungate azioni destabilizzanti di cui il nostro martoriato Paese è stato fatto oggetto nel tempo anche per evidenti compromissioni geo politiche?

Perché da una parte non si perde occasione di magnificare Borsellino e Falcone ma al contempo non si applicano i loro metodi che si guadavano bene dal circoscrivere ai singoli casi mafiosi le loro indagini ma cercavano sempre le interconnessioni tra fatti, contesti e moventi?

Ed è mai possibile sentire dalla bocca di Mori e De Donno l'apprezzamento per il condannato Dell'Utri e il disprezzo per quei magistrati che continuano con coraggio a ricercare la verità su fatti indicibili che coinvolgono pure parti importanti delle nostre istituzioni?

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/30/borsa-borsellino-montecitorio-mafia-revisionismo/8044866/

Questi, come molte altri tentativi di delegittimazione, non ci ricordano gli stessi meccanismi che si sono utilizzati a più riprese per isolare in vita quelli che oggi si finge di onorare da morti?

Ecco perché occorrerebbe non lasciar soli questi magistrati ma semmai sostenerli in vari modi.

Ma la vera differenza per implementare una reale consapevolezza su queste delicatissime questioni per la nostra democrazia la può fare ognuno di noi non lasciandosi acriticamente trasportare da questo o quel servizio mediatico ad effetto ma ricercando in profondità e in modo documentale una verità complessiva sicuramente scomoda.

A questo riguardo come non leggere con attenzione ciò che Salvatore Borsellino ha appena scritto proprio in occasione di questa occasione “celebrativa” da “sabbia negli occhi”?

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Germano Bosisio
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