Tagli alla cultura: il Ministero punisce il pensiero, la libertà, la bellezza. Solidarietà e sostegno a L’ultima Luna d’Estate.
Apprendiamo con rabbia e amarezza la notizia dell’esclusione del festival L’Ultima Luna d’Estate dai finanziamenti ministeriali per il settore Teatro. Una rassegna storica, giunta alla sua 28ª edizione, che ha fatto della Brianza lecchese e monzese un luogo di incontro tra artisti e cittadini, tra parole e paesaggio, tra pensiero e poesia.
Conosciamo Teatro Invito. Conosciamo la loro dedizione, la qualità del lavoro, la visione culturale che ha saputo parlare a generazioni diverse, coinvolgendo comunità, spazi non convenzionali, linguaggi contemporanei. Sono una realtà viva, radicata, rispettata in tutta Italia.
Il colpo inferto dal Ministero della Cultura non è una semplice decisione tecnica o un’esclusione casuale: è una scelta politica. E non è isolata. È il frutto di un disegno più ampio, che colpisce chi non si conforma, chi sperimenta, chi mette in discussione i canoni imposti da un’estetica conservatrice e identitaria.
Una cultura ridotta a intrattenimento, un teatro svuotato di senso critico, questa è l’idea di arte che si vuole imporre. Tutto ciò che esprime libertà, che rompe gli schemi, che parla alla complessità del presente, viene sistematicamente ridimensionato, umiliato, messo ai margini.
Ma noi non ci stiamo.
Noi siamo dalla parte degli artisti, delle compagnie indipendenti, dei festival come L’Ultima Luna d’Estate che tengono accesa la fiamma della cultura,quella che forma coscienze, crea legami, genera pensiero.
Esprimiamo solidarietà piena e convinta a Teatro Invito e ci impegniamo sin da subito a sostenere ogni azione utile a garantire la sopravvivenza della rassegna: appelli, raccolte fondi, mobilitazioni pubbliche. Non è solo una questione di fondi: è una battaglia di civiltà.
Non possiamo lasciare che venga cancellato un presidio culturale che ha fatto della nostra provincia un punto di riferimento nel panorama teatrale italiano.
E a chi oggi prova a zittire l’arte, rispondiamo con le parole: con quelle che ancora resistono, con quelle che fanno pensare, con quelle che non si fanno mettere sotto formalina.
Conosciamo Teatro Invito. Conosciamo la loro dedizione, la qualità del lavoro, la visione culturale che ha saputo parlare a generazioni diverse, coinvolgendo comunità, spazi non convenzionali, linguaggi contemporanei. Sono una realtà viva, radicata, rispettata in tutta Italia.
Il colpo inferto dal Ministero della Cultura non è una semplice decisione tecnica o un’esclusione casuale: è una scelta politica. E non è isolata. È il frutto di un disegno più ampio, che colpisce chi non si conforma, chi sperimenta, chi mette in discussione i canoni imposti da un’estetica conservatrice e identitaria.
Una cultura ridotta a intrattenimento, un teatro svuotato di senso critico, questa è l’idea di arte che si vuole imporre. Tutto ciò che esprime libertà, che rompe gli schemi, che parla alla complessità del presente, viene sistematicamente ridimensionato, umiliato, messo ai margini.
Ma noi non ci stiamo.
Noi siamo dalla parte degli artisti, delle compagnie indipendenti, dei festival come L’Ultima Luna d’Estate che tengono accesa la fiamma della cultura,quella che forma coscienze, crea legami, genera pensiero.
Esprimiamo solidarietà piena e convinta a Teatro Invito e ci impegniamo sin da subito a sostenere ogni azione utile a garantire la sopravvivenza della rassegna: appelli, raccolte fondi, mobilitazioni pubbliche. Non è solo una questione di fondi: è una battaglia di civiltà.
Non possiamo lasciare che venga cancellato un presidio culturale che ha fatto della nostra provincia un punto di riferimento nel panorama teatrale italiano.
E a chi oggi prova a zittire l’arte, rispondiamo con le parole: con quelle che ancora resistono, con quelle che fanno pensare, con quelle che non si fanno mettere sotto formalina.
AVIS Lecco