La figura del fisico Caldirola nel libro della prof.sa Alagia
Destino e scienza possono coesistere? Molti potranno pensare che sia difficile, quasi impossibile. Eppure ci sono storie, come quella di Simona Alagia e Piero Caldirola, che riescono ad unire alla perfezione questi due mondi apparentemente lontani ma, forse misteriosamente affini.

È infatti avvenuto così, come un gioco del destino, che la docente di storia e filosofia originaria di Nibionno, scoprisse che fra i rami del suo albero genealogico, era presente un vero e proprio luminare della fisica di inizio secolo scorso: Piero Caldirola, originario di Como dove nacque nel lontano 1914.
"La 'zia Carla', prima cugina di mia nonna materna, ha menzionato questo 'genio in famiglia' che mi ha subito incuriosita" ci ha spiegato Alagia.
Da questo primo indizio è partita una ricerca che l'ha portata negli archivi del Liceo Giovio, scuola comasca dove, sempre per un curioso intrecciarsi di eventi, lei stessa ha insegnato sino a qualche giorno fa. Successivamente, la ricerca è proseguita al collegio Gallio, altro istituto lariano frequentato dal fisico prima del liceo.
Con il consenso del dirigente Nicola D'Antonio, l'autrice ha avuto accesso a pagelle e documenti, trovando abbondante materiale. Anche la ricerca al collegio Galli le ha permesso di rinvenire documentazione altrettanto significativa.

Allievo di Enrico Fermi, membro dell'Accademia dei Lincei dal 1953 e candidato al premio Nobel per la fisica, Caldirola fu professore straordinario di fisica teorica all'Università degli Studi di Milano a soli 33 anni. Nonostante la straordinaria carriera scientifica, la sua figura è stata velocemente dimenticata dopo la morte, avvenuta nel 1984.
"Proprio in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa, ho deciso di rendere omaggio a questo 'scienziato umanista', in grado di far trasparire la sua profonda umiltà e di trasmettere passione di uno scienziato del suo calibro anche a coloro che non sono del mestiere" ha proseguito la docente.

Un elemento fondamentale della ricerca è stato il supporto fornito dalle figlie di Caldirola, Donata e Nicoletta. La professoressa Alagia è riuscita a mettersi in contatto con loro, entrando in possesso - nella primavera del 2024 - di preziosi documenti: fotografie, lettere, telegrammi, tra cui uno di Oppenheimer e uno di Enrico Fermi, suo maestro, che lo incoraggiava a continuare gli studi mentre era in fuga verso gli USA.
Nel suo "Uno scienziato di cuore. Le origini e la vita del fisico comasco Piero Caldirola (1914-1984): ricordi, luoghi e testimonianze" infatti, Simona Alagia racconta la vita dell'uomo attraverso foto, racconti familiare e testimonianze celebri, tra le quali non mancano due capostipite del settore scientifico di inizio Novecento, quali il maestro di Caldirola Enrico Fermi e l'assai noto Oppenheimer.
"Grazie all'aiuto delle figlie di Piero, Donata e Nicoletta, ho avuto il piacere di conoscere ancora meglio la sua figura, la sua vita e i legami illustri che era riuscito a collezionare, senza ambizione, ma seguendo la sua passione per la disciplina" ha aggiunto l'insegnante.

Come si diceva, il libro non è una trattazione scientifica, ma piuttosto un racconto familiare che illustra il profilo umano di Caldirola, come un nonno e padre amorevole, generoso verso studenti e allievi. Emerge la figura di uno "scienziato-umanista", come lo definì l'amico e fisico Erasmo Recami, con una visione della conoscenza come totalità e armonia dei saperi.
Tra gli aneddoti curiosi, spicca la storia del suo rapporto con Bruno Pontecorvo, altro allievo di Fermi, che negli anni '50 scelse di trasferirsi in URSS. Poiché l'ultima volta che Pontecorvo fu visto si trovava proprio in compagnia di Caldirola - nonostante Piero non sapesse nulla della fuga - quest'ultimo fu sospettato di avere legami con lui, al punto che gli fu negato il visto per gli Stati Uniti.
Il libro raccoglie anche le testimonianze del nipote Karim Beg, figlio della primogenita Marisa, che conserva un ritratto del nonno dipinto del pittore Aldo Galli, di cui Caldirola era grande appassionato, così come del mondo artistico più in generale.
Nonostante collaborazioni illustri, come quella con Enrico Mattei per l'Agip Nucleare, Caldirola non ha mai cercato visibilità, mosso solo dall'amore e dalla passione per il suo lavoro. Questo aspetto della sua personalità emerge chiaramente dalle testimonianze raccolte nel libro.
Per scoprire e acquistare il libro su Piero Caldirola è possibile visitare il sito: https://autori.elpoedizioni.com/simona-alagia/

Al centro la professoressa Alagia durante la presentazione del libro al liceo Giovio di Como lo scorso 3 giugno, alla presenza delle figlie di Caldirola, Nicoletta (a sinistra) e Donata
È infatti avvenuto così, come un gioco del destino, che la docente di storia e filosofia originaria di Nibionno, scoprisse che fra i rami del suo albero genealogico, era presente un vero e proprio luminare della fisica di inizio secolo scorso: Piero Caldirola, originario di Como dove nacque nel lontano 1914.
"La 'zia Carla', prima cugina di mia nonna materna, ha menzionato questo 'genio in famiglia' che mi ha subito incuriosita" ci ha spiegato Alagia.
Da questo primo indizio è partita una ricerca che l'ha portata negli archivi del Liceo Giovio, scuola comasca dove, sempre per un curioso intrecciarsi di eventi, lei stessa ha insegnato sino a qualche giorno fa. Successivamente, la ricerca è proseguita al collegio Gallio, altro istituto lariano frequentato dal fisico prima del liceo.
Con il consenso del dirigente Nicola D'Antonio, l'autrice ha avuto accesso a pagelle e documenti, trovando abbondante materiale. Anche la ricerca al collegio Galli le ha permesso di rinvenire documentazione altrettanto significativa.

Piero Caldirola durante gli anni di perfezionamento degli studi di fisica teorica alla scuola di Fermi, a Roma
Allievo di Enrico Fermi, membro dell'Accademia dei Lincei dal 1953 e candidato al premio Nobel per la fisica, Caldirola fu professore straordinario di fisica teorica all'Università degli Studi di Milano a soli 33 anni. Nonostante la straordinaria carriera scientifica, la sua figura è stata velocemente dimenticata dopo la morte, avvenuta nel 1984.
"Proprio in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa, ho deciso di rendere omaggio a questo 'scienziato umanista', in grado di far trasparire la sua profonda umiltà e di trasmettere passione di uno scienziato del suo calibro anche a coloro che non sono del mestiere" ha proseguito la docente.

Un'altra immagine di Piero Caldirola e a destra il fisico nel ritratto a firma dell'artista Aldo Galli
Un elemento fondamentale della ricerca è stato il supporto fornito dalle figlie di Caldirola, Donata e Nicoletta. La professoressa Alagia è riuscita a mettersi in contatto con loro, entrando in possesso - nella primavera del 2024 - di preziosi documenti: fotografie, lettere, telegrammi, tra cui uno di Oppenheimer e uno di Enrico Fermi, suo maestro, che lo incoraggiava a continuare gli studi mentre era in fuga verso gli USA.
Nel suo "Uno scienziato di cuore. Le origini e la vita del fisico comasco Piero Caldirola (1914-1984): ricordi, luoghi e testimonianze" infatti, Simona Alagia racconta la vita dell'uomo attraverso foto, racconti familiare e testimonianze celebri, tra le quali non mancano due capostipite del settore scientifico di inizio Novecento, quali il maestro di Caldirola Enrico Fermi e l'assai noto Oppenheimer.
"Grazie all'aiuto delle figlie di Piero, Donata e Nicoletta, ho avuto il piacere di conoscere ancora meglio la sua figura, la sua vita e i legami illustri che era riuscito a collezionare, senza ambizione, ma seguendo la sua passione per la disciplina" ha aggiunto l'insegnante.

Come si diceva, il libro non è una trattazione scientifica, ma piuttosto un racconto familiare che illustra il profilo umano di Caldirola, come un nonno e padre amorevole, generoso verso studenti e allievi. Emerge la figura di uno "scienziato-umanista", come lo definì l'amico e fisico Erasmo Recami, con una visione della conoscenza come totalità e armonia dei saperi.
Tra gli aneddoti curiosi, spicca la storia del suo rapporto con Bruno Pontecorvo, altro allievo di Fermi, che negli anni '50 scelse di trasferirsi in URSS. Poiché l'ultima volta che Pontecorvo fu visto si trovava proprio in compagnia di Caldirola - nonostante Piero non sapesse nulla della fuga - quest'ultimo fu sospettato di avere legami con lui, al punto che gli fu negato il visto per gli Stati Uniti.
Il libro raccoglie anche le testimonianze del nipote Karim Beg, figlio della primogenita Marisa, che conserva un ritratto del nonno dipinto del pittore Aldo Galli, di cui Caldirola era grande appassionato, così come del mondo artistico più in generale.
Nonostante collaborazioni illustri, come quella con Enrico Mattei per l'Agip Nucleare, Caldirola non ha mai cercato visibilità, mosso solo dall'amore e dalla passione per il suo lavoro. Questo aspetto della sua personalità emerge chiaramente dalle testimonianze raccolte nel libro.
Per scoprire e acquistare il libro su Piero Caldirola è possibile visitare il sito: https://autori.elpoedizioni.com/simona-alagia/
M.E.