Sirtori ricorda il martirio dei due patroni Nabore e Felice
Una mattinata di festa per la comunità di Sirtori che ieri, domenica 13 luglio si è riunita per celebrare i santi patroni Nabore e Felice, ai quali la parrocchiale che affaccia su Piazza don Brioschi è dedicata.
La celebrazione solenne si è aperta con il tradizionale rito del faro che si svolge in occasione delle feste dei Santi Martiri. Il significato è espresso dal fuoco: il pallone si consuma e si distrugge, così come i Martiri che hanno vinto ''grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire'' (Ap XII 11).

Nel corso dell’omelia il parroco don Renato Cameroni - che a settembre concluderà, dopo otto anni, la propria esperienza nella comunità pastorale SS Nome di Maria - ha infatti ricordato il percorso dei martiri cristiani Nabore e Felice, i quali hanno lasciato il loro continente, l’Africa, per arrivare in Italia. Partendo dalla loro esperienza, il religioso ha riflettuto insieme ai fedeli sul perché i Santi Patroni abbiano deciso di lasciare la propria terra.
''Dio è il salvatore del mondo e c’è una possibilità per tutti: non si conquista il regno di Dio per meriti ma perché ci si ama, si ama Lui e si amano i fratelli'' ha affermato. Quindi, ha esortato tutti i fedeli a chiedere a Dio di aiutarli a ''comprenderLo fino in fondo così da amarLo un po’ di più e decidere di ''partire'' anche solamente verso chi ha bisogno del nostro aiuto''.
Tra i fedeli erano presenti anche le autorità civili del Comune di Sirtori: i consiglieri comunali Romana Spreafico e Paolo Belletti. Presenti inoltre sull’altare i rappresentanti delle principali associazioni della comunità: Alpini, AVES (Associazione Volontari Ecologici Sirtoresi), AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), Pro Loco di Sirtori e Gruppo ''Non c’è problema''. Per l'AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) si è trattato della prima uscita ufficiale dopo la costituzione del gruppo, riferimento anche per le comunità di Barzanò e Viganò.

Al termine della funzione, don Renato ha ricordato che la celebrazione dei Santi Patroni proseguirà mercoledì sera con una messa a suffragio dei defunti presso il cimitero comunale.
La celebrazione solenne si è aperta con il tradizionale rito del faro che si svolge in occasione delle feste dei Santi Martiri. Il significato è espresso dal fuoco: il pallone si consuma e si distrugge, così come i Martiri che hanno vinto ''grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire'' (Ap XII 11).

Il parroco don Renato Cameroni
Nel corso dell’omelia il parroco don Renato Cameroni - che a settembre concluderà, dopo otto anni, la propria esperienza nella comunità pastorale SS Nome di Maria - ha infatti ricordato il percorso dei martiri cristiani Nabore e Felice, i quali hanno lasciato il loro continente, l’Africa, per arrivare in Italia. Partendo dalla loro esperienza, il religioso ha riflettuto insieme ai fedeli sul perché i Santi Patroni abbiano deciso di lasciare la propria terra.

Tra i fedeli erano presenti anche le autorità civili del Comune di Sirtori: i consiglieri comunali Romana Spreafico e Paolo Belletti. Presenti inoltre sull’altare i rappresentanti delle principali associazioni della comunità: Alpini, AVES (Associazione Volontari Ecologici Sirtoresi), AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue), Pro Loco di Sirtori e Gruppo ''Non c’è problema''. Per l'AIDO (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) si è trattato della prima uscita ufficiale dopo la costituzione del gruppo, riferimento anche per le comunità di Barzanò e Viganò.

Al termine della funzione, don Renato ha ricordato che la celebrazione dei Santi Patroni proseguirà mercoledì sera con una messa a suffragio dei defunti presso il cimitero comunale.
G.S.