Missaglia: a processo per la truffa di due cani. Condannati
Avevano acquistato (o perlomeno pensavano di esserci riuscite) due cani - razza barboncino toy - rispondendo ad un annuncio pubblicato in rete. Presi contatti con il venditore e formalizzato il pagamento attraverso la ricarica di due carte poste-pay, non hanno però potuto accogliere gli animali, perchè mai arrivati a destinazione.
Si è concluso stamani in Tribunale a Lecco, dinnanzi al giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, il procedimento penale relativo ad un episodio di truffa che affonda le sue radici nell’estate del 2020, in pieno periodo Covid.
Protagoniste due donne, mamma e figlia residenti nella Brianza monzese, che in quei mesi difficili - desiderose probabilmente di portare un po' di compagnia in famiglia - avevano risposto a un’inserzione apparsa su una piattaforma di annunci online, finalizzata all'acquisto di due cuccioli di barboncino toy.

Dopo aver contattato il numero indicato, l’interlocutore aveva fornito i dati di due carte Postepay su cui effettuare il pagamento; dapprima un acconto di 200 euro, a seguire un saldo di 350 euro.
Convinte della buona fede del venditore e ritenuto il prezzo vantaggioso, le due brianzole si erano recate presso uno sportello a Missaglia (da qui la competenza territoriale del Tribunale di Lecco ndr) dove avevano effettuato il versamento. Da quell'istante però, ogni contatto con il sedicente venditore si è interrotto, e dei cani chiaramente...nessuna traccia.
Sentendosi raggirate, le vittime si erano quindi recata in Questura a Monza per sporgere querela, con una delle due costituitasi poi parte civile nel procedimento penale proseguito quest'oggi.
Gli accertamenti condotti dalla Polizia, come riferito in aula da uno degli agenti escussi a fine maggio come testimone, hanno consentito di risalire agli intestatari delle carte prepagate: due uomini originari di Napoli. Bernardo M., che avrebbe tenuto i contatti telefonici con le acquirenti e Antonio A., risultato intestatario di una delle due carte ricaricabili sulla quale è stato corrisposto il saldo della cifra pattuita. Quest'ultimo, gravato da numerosi precedenti penali per reati simili è attualmente ristretto in carcere.
I due sono stati denunciati per truffa, con i loro nomi iscritti nel fascicolo d'indagine aperto dalla Procura.
Stamani in Tribunale a Lecco era previsto l'esame di uno dei due imputati; in sua assenza, il giudice ha dichiarato chiusa l'istruttoria.
Il vpo Mattia Mascaro ha chiesto per i due la pena- rispettivamente - di un anno di reclusione oltre al pagamento di 1000 euro di multa per Antonio A. (in virtù di una recidiva specifica), mentre per Bernardo M. otto mesi (e 800 euro di multa).
La sentenza del giudice, ritiratosi in camera di consiglio, si è discostata di poco. Sette mesi e 300 euro di multa per il primo, un anno, un mese e dieci giorni di reclusione (oltre a 775 euro di multa) per il complice; disposta altresì una provvisionale di 750 euro da corrispondere alla parte civile, oltre al pagamento delle spese legali, con il risarcimento dei danni materiali e morali da quantificare in sede civile.
Novanta giorni per il deposito della sentenza con le relative motivazioni.
Si è concluso stamani in Tribunale a Lecco, dinnanzi al giudice in ruolo monocratico Bianca Maria Bianchi, il procedimento penale relativo ad un episodio di truffa che affonda le sue radici nell’estate del 2020, in pieno periodo Covid.
Protagoniste due donne, mamma e figlia residenti nella Brianza monzese, che in quei mesi difficili - desiderose probabilmente di portare un po' di compagnia in famiglia - avevano risposto a un’inserzione apparsa su una piattaforma di annunci online, finalizzata all'acquisto di due cuccioli di barboncino toy.

Dopo aver contattato il numero indicato, l’interlocutore aveva fornito i dati di due carte Postepay su cui effettuare il pagamento; dapprima un acconto di 200 euro, a seguire un saldo di 350 euro.
Convinte della buona fede del venditore e ritenuto il prezzo vantaggioso, le due brianzole si erano recate presso uno sportello a Missaglia (da qui la competenza territoriale del Tribunale di Lecco ndr) dove avevano effettuato il versamento. Da quell'istante però, ogni contatto con il sedicente venditore si è interrotto, e dei cani chiaramente...nessuna traccia.
Sentendosi raggirate, le vittime si erano quindi recata in Questura a Monza per sporgere querela, con una delle due costituitasi poi parte civile nel procedimento penale proseguito quest'oggi.
Gli accertamenti condotti dalla Polizia, come riferito in aula da uno degli agenti escussi a fine maggio come testimone, hanno consentito di risalire agli intestatari delle carte prepagate: due uomini originari di Napoli. Bernardo M., che avrebbe tenuto i contatti telefonici con le acquirenti e Antonio A., risultato intestatario di una delle due carte ricaricabili sulla quale è stato corrisposto il saldo della cifra pattuita. Quest'ultimo, gravato da numerosi precedenti penali per reati simili è attualmente ristretto in carcere.
I due sono stati denunciati per truffa, con i loro nomi iscritti nel fascicolo d'indagine aperto dalla Procura.
Stamani in Tribunale a Lecco era previsto l'esame di uno dei due imputati; in sua assenza, il giudice ha dichiarato chiusa l'istruttoria.
Il vpo Mattia Mascaro ha chiesto per i due la pena- rispettivamente - di un anno di reclusione oltre al pagamento di 1000 euro di multa per Antonio A. (in virtù di una recidiva specifica), mentre per Bernardo M. otto mesi (e 800 euro di multa).
La sentenza del giudice, ritiratosi in camera di consiglio, si è discostata di poco. Sette mesi e 300 euro di multa per il primo, un anno, un mese e dieci giorni di reclusione (oltre a 775 euro di multa) per il complice; disposta altresì una provvisionale di 750 euro da corrispondere alla parte civile, oltre al pagamento delle spese legali, con il risarcimento dei danni materiali e morali da quantificare in sede civile.
Novanta giorni per il deposito della sentenza con le relative motivazioni.
G.C.