Garbagnate: il dramma della guerra anima e incanta Villa Micanzi
Il dramma della Grande Guerra con gli occhi degli adolescenti che hanno affrontato la paura, la perdita, il coraggio. Lo spettacolo ''Marta e Olmo'' de Il Mutamento ETS, su drammaturgia e regia di Giordano V.Amato è andato in scena domenica 13 luglio in Villa Micanzi a Garbagnate Monastero.

Il sindaco Mauro Colombo in apertura di serata ha portato i saluti del Comune, ricordando il compianto Umberto Colombo, cittadino amante della cultura e ringraziando la proprietà per aver messo a disposizione la pregevole dimora. Nicola Bizzarri di Stendhart è intervenuto per ricordare che la serata fa parte de ''La Piccola'' rassegna, un ciclo di spettacoli teatrali proposti in luoghi itineranti dell’oggionese per un totale di dieci eventi nel corso dell’estate.

La talentuosa Amandine Delcos e Andrea Chiapasco hanno magistralmente portato in scena i due adolescenti Marta e Olmo, accomunati dal rifiuto per la guerra che è solo distruzione e morte, portata avanti in nome di una definizione dei confini geografici degli stati: come riflette Marta, però, la terra appartiene alla natura.

Olmo, figlio di una donna italiana e di un austriaco e Marta, giovane portatrice che, come una moderna Antigone, si incarica di seppellire i corpi dei soldati abbandonati, senza distinzioni di schieramento, si incontrano sui terreni di confine tra Italia e Austria, nel 1915.
Lo spettacolo, che ha intrecciato testimonianze vere con una narrazione fantastica, si è focalizzato sul rifiuto della guerra e sull'eroismo al femminile, precipuamente delle donne che, durante il conflitto, furono protagoniste di un'incredibile forma di resistenza: le portatrici carniche.

Queste donne, provenienti da zone montuose come Paluzza, Sutrio e Cercivento, furono infatti chiamate a portare rifornimenti ai soldati in prima linea, spesso affrontando fatiche disumane su terreni impervi: tra il 1915 e il 1917 trasportarono a spalla viveri, munizioni e medicinali, contribuendo in modo determinante alla resistenza in una zona di fronte particolarmente calda. La narrazione si è svelata in un contesto in cui risulta evidente che l'intensità del conflitto non risparmia nemmeno i più giovani e le donne, offrendo uno spunto per riflettere sull'impatto della guerra sulla popolazione civile.

"Olmo e Marta" è un viaggio che non solo racconta la guerra, ma celebra la forza, la determinazione e l'umanità di chi, nonostante tutto, ha scelto di restare in piedi di fronte all’orrore. Questa rappresentazione teatrale è stata un’occasione per guardare la storia da una prospettiva intima e poco conosciuta, quella degli adolescenti e delle donne che hanno vissuto la guerra senza combatterla, ma la cui resistenza quotidiana ha avuto un valore straordinario. In un tempo in cui i conflitti armati continuano a segnare il destino di popoli interi, questo spettacolo ha ricordato l’importanza della memoria, del coraggio silenzioso e dell’umanità che resiste anche nel buio ed è stato un invito a riconoscere l’eroismo nascosto nelle pieghe della storia e a interrogarsi sul senso della guerra, oggi come allora.
La sesta edizione della rassegna teatrale promossa da Stendhart di Oggiono proseguirà la prossima settimana con ''Radium girls. La vera storia delle ragazze al radio'' di Bizzarri e Corabi.

Le Radium Girls erano un gruppo di giovani operaie impiegate negli Stati Uniti, negli anni ’10 e ’20 del Novecento, nelle fabbriche del New Jersey. Il loro compito era dipingerne quadranti di orologi e strumenti militari con una vernice luminescente a base di radio, un elemento radioattivo da poco scoperto, che all’epoca si riteneva innocuo. Alle lavoratrici veniva insegnato a modellare i pennelli con la bocca per ottenere linee più sottili e precise (“lip, dip, paint” era il motto): esse hanno finito così per ingerire piccole dosi di sostanza radioattiva ogni giorno. Col tempo, molte di loro iniziarono a sviluppare gravi malattie: necrosi ossea, tumori e anemie devastanti, spesso fatali. Nonostante l’industria cercasse di insabbiare i casi e screditare le donne coinvolte, alcune di loro intrapresero una storica battaglia legale contro le aziende, contribuendo a cambiare le leggi sul lavoro e sulla sicurezza sul posto di lavoro. La loro vicenda ha lasciato un segno indelebile nella storia dei diritti dei lavoratori, della salute pubblica e della giustizia ambientale. Questa storia, messa in scena per la prima volta in Italia da Stendhart, sarà rappresentata sabato 19 luglio alle 21 al Palabachelet.

Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero, con prenotazione raccomandata. Il progetto è realizzato con il contributo del Fondo ambiente e cultura del fondo sostegno arti dal vivo, sostenuto da Fondazione comunitaria del lecchese, Acinque, Lario reti holding e Silea.
Il sindaco Mauro Colombo in apertura di serata ha portato i saluti del Comune, ricordando il compianto Umberto Colombo, cittadino amante della cultura e ringraziando la proprietà per aver messo a disposizione la pregevole dimora. Nicola Bizzarri di Stendhart è intervenuto per ricordare che la serata fa parte de ''La Piccola'' rassegna, un ciclo di spettacoli teatrali proposti in luoghi itineranti dell’oggionese per un totale di dieci eventi nel corso dell’estate.
La talentuosa Amandine Delcos e Andrea Chiapasco hanno magistralmente portato in scena i due adolescenti Marta e Olmo, accomunati dal rifiuto per la guerra che è solo distruzione e morte, portata avanti in nome di una definizione dei confini geografici degli stati: come riflette Marta, però, la terra appartiene alla natura.
Olmo, figlio di una donna italiana e di un austriaco e Marta, giovane portatrice che, come una moderna Antigone, si incarica di seppellire i corpi dei soldati abbandonati, senza distinzioni di schieramento, si incontrano sui terreni di confine tra Italia e Austria, nel 1915.
Lo spettacolo, che ha intrecciato testimonianze vere con una narrazione fantastica, si è focalizzato sul rifiuto della guerra e sull'eroismo al femminile, precipuamente delle donne che, durante il conflitto, furono protagoniste di un'incredibile forma di resistenza: le portatrici carniche.
Nicola Bizzarri di Stendhart e il sindaco Mauro Colombo
Queste donne, provenienti da zone montuose come Paluzza, Sutrio e Cercivento, furono infatti chiamate a portare rifornimenti ai soldati in prima linea, spesso affrontando fatiche disumane su terreni impervi: tra il 1915 e il 1917 trasportarono a spalla viveri, munizioni e medicinali, contribuendo in modo determinante alla resistenza in una zona di fronte particolarmente calda. La narrazione si è svelata in un contesto in cui risulta evidente che l'intensità del conflitto non risparmia nemmeno i più giovani e le donne, offrendo uno spunto per riflettere sull'impatto della guerra sulla popolazione civile.
"Olmo e Marta" è un viaggio che non solo racconta la guerra, ma celebra la forza, la determinazione e l'umanità di chi, nonostante tutto, ha scelto di restare in piedi di fronte all’orrore. Questa rappresentazione teatrale è stata un’occasione per guardare la storia da una prospettiva intima e poco conosciuta, quella degli adolescenti e delle donne che hanno vissuto la guerra senza combatterla, ma la cui resistenza quotidiana ha avuto un valore straordinario. In un tempo in cui i conflitti armati continuano a segnare il destino di popoli interi, questo spettacolo ha ricordato l’importanza della memoria, del coraggio silenzioso e dell’umanità che resiste anche nel buio ed è stato un invito a riconoscere l’eroismo nascosto nelle pieghe della storia e a interrogarsi sul senso della guerra, oggi come allora.
La sesta edizione della rassegna teatrale promossa da Stendhart di Oggiono proseguirà la prossima settimana con ''Radium girls. La vera storia delle ragazze al radio'' di Bizzarri e Corabi.
Le Radium Girls erano un gruppo di giovani operaie impiegate negli Stati Uniti, negli anni ’10 e ’20 del Novecento, nelle fabbriche del New Jersey. Il loro compito era dipingerne quadranti di orologi e strumenti militari con una vernice luminescente a base di radio, un elemento radioattivo da poco scoperto, che all’epoca si riteneva innocuo. Alle lavoratrici veniva insegnato a modellare i pennelli con la bocca per ottenere linee più sottili e precise (“lip, dip, paint” era il motto): esse hanno finito così per ingerire piccole dosi di sostanza radioattiva ogni giorno. Col tempo, molte di loro iniziarono a sviluppare gravi malattie: necrosi ossea, tumori e anemie devastanti, spesso fatali. Nonostante l’industria cercasse di insabbiare i casi e screditare le donne coinvolte, alcune di loro intrapresero una storica battaglia legale contro le aziende, contribuendo a cambiare le leggi sul lavoro e sulla sicurezza sul posto di lavoro. La loro vicenda ha lasciato un segno indelebile nella storia dei diritti dei lavoratori, della salute pubblica e della giustizia ambientale. Questa storia, messa in scena per la prima volta in Italia da Stendhart, sarà rappresentata sabato 19 luglio alle 21 al Palabachelet.
Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero, con prenotazione raccomandata. Il progetto è realizzato con il contributo del Fondo ambiente e cultura del fondo sostegno arti dal vivo, sostenuto da Fondazione comunitaria del lecchese, Acinque, Lario reti holding e Silea.
M.Mau.