Casatenovo: alla Monzini si esplorano insieme i cinque sensi
Nel pomeriggio di sabato 19 luglio la Fondazione Maria Monzini - nell'ambito de La Terza di Luglio, festa di Casatenovo, ha dato vita a un evento particolarmente significativo, celebrando il percorso sulla stimolazione sensoriale che ha coinvolto le sue due realtà, la CSS e l’RSA, durante l’anno 2024/2025.

Un momento di condivisione e di scoperta, in cui ospiti, operatori e visitatori hanno potuto immergersi in un’esperienza multiforme e profonda, basata sull’esplorazione dei cinque sensi e sul risveglio di capacità spazio-temporali spesso dimenticate o inesplorate.

La mostra sensoriale si è snodata attraverso diversi spazi della Fondazione – dalla sala visite al piano terra, al cortile interno, fino al gazebo e al giardino – consentendo ai presenti di muoversi liberamente e di apprezzare i risultati di un lavoro durato quasi un anno.

Eleonora Pelegatti, educatrice e coordinatrice, ha aperto la giornata con un discorso sentito e coinvolgente. ''È stato un percorso lungo e ricco di emozioni, in cui non solo i nostri nonnini dell’RSA, ma anche i ragazzi della CSS, hanno potuto esprimersi e confrontarsi. Abbiamo lavorato separatamente ma con l’obiettivo comune di unire le nostre esperienze e i nostri lavori per dare voce a tutta la Fondazione''.

Eleonora ha spiegato come alla base della mostra ci sia stata la scelta di un tema che abbraccia la totalità della vita e della memoria. ''Abbiamo scelto la mongolfiera come simbolo; il viaggio della mongolfiera è come quello della vita: si conosce il punto di partenza, ma la meta rimane ignota, guidata dal vento, proprio come i nostri sensi e i ricordi che essi risvegliano''.

La referente della struttura poi invitato i visitatori a lasciare anonimi pensieri, ricordi o aneddoti nella mongolfiera posta all’ingresso: un gesto che voleva essere un segno tangibile di partecipazione e condivisione per celebrare i 70 anni della Fondazione che ricorrono quest’anno.

Alessandro Petrone, animatore della Fondazione, ha raccontato il valore profondo dell’arte nell’ambito di questo progetto: ''Attraverso i materiali più semplici o insoliti – tappi di sughero, polverine, carta igienica lavorata in rilievo – abbiamo dato agli ospiti l’opportunità di sperimentare, esprimersi e soprattutto di mettersi in gioco. Qui non ci sono regole o compiti precisi, ma solo la libera espressione di ciò che ciascuno sente e vuole raccontare. È un modo per scoprire attitudini nascoste, creare legami duraturi e rinnovare la fiducia tra le persone''.

Grazie all’utilizzo di elementi naturali come fiori, frutta e lavanda, il progetto ha dato vita a laboratori sensoriali condivisi, arricchendo sia gli ospiti più anziani che i giovani. Alessandro ha sottolineato: ''Lavorare insieme ha portato benefici a tutti, unendo generazioni diverse in un’esperienza di scambio e crescita reciproca, oltre che un momento di gioia e leggerezza''.

La mostra ha presentato elaborati diversi per tecnica e materiali, capaci di stimolare tutti e cinque i sensi, in un'atmosfera che ha invitato i visitatori a lasciarsi trasportare in un viaggio nel tempo e nella memoria: le opere esposte raccontano storie di risveglio emotivo, di scoperte e di nuove prospettive, confermando la centralità della stimolazione sensoriale nell’approccio educativo e terapeutico della Fondazione.

Al termine della visita, i partecipanti hanno potuto godere di un rinfresco che inizialmente doveva essere allestito vicino alla palestra spostato poi all’interno a causa del maltempo, accompagnato da musica dal vivo e da una bancarella con manufatti realizzati dagli ospiti durante l’anno: un’ulteriore occasione per prolungare la festa e celebrare insieme il lavoro fatto. Ai visitatori sono stati inoltre consegnati gadget a tema tempo e ricordi, simboli tangibili di un filo conduttore che li accompagnerà fino al grande evento del 70° anniversario della RSA previsto per dicembre.

La giornata ha rappresentato un importante momento di festa, ma anche di riflessione sulla capacità dell’arte e dei sensi di abbattere barriere, risvegliare emozioni sopite e rinsaldare legami umani.
''Questo cammino è solo all’inizio, ma ci ha già insegnato molto su quanto sia prezioso il viaggio stesso, più della meta, perché è lì che scopriamo noi stessi e gli altri'' ha concluso Eleonora Pelegatti.

Un messaggio di speranza e accoglienza che continuerà a guidare il lavoro quotidiano della Fondazione Maria Monzini e che sabato è stato vissuto intensamente da tutti i presenti, ospiti e operatori insieme.

Un momento di condivisione e di scoperta, in cui ospiti, operatori e visitatori hanno potuto immergersi in un’esperienza multiforme e profonda, basata sull’esplorazione dei cinque sensi e sul risveglio di capacità spazio-temporali spesso dimenticate o inesplorate.

La mostra sensoriale si è snodata attraverso diversi spazi della Fondazione – dalla sala visite al piano terra, al cortile interno, fino al gazebo e al giardino – consentendo ai presenti di muoversi liberamente e di apprezzare i risultati di un lavoro durato quasi un anno.

Eleonora Pelegatti, educatrice e coordinatrice, ha aperto la giornata con un discorso sentito e coinvolgente. ''È stato un percorso lungo e ricco di emozioni, in cui non solo i nostri nonnini dell’RSA, ma anche i ragazzi della CSS, hanno potuto esprimersi e confrontarsi. Abbiamo lavorato separatamente ma con l’obiettivo comune di unire le nostre esperienze e i nostri lavori per dare voce a tutta la Fondazione''.

Eleonora ha spiegato come alla base della mostra ci sia stata la scelta di un tema che abbraccia la totalità della vita e della memoria. ''Abbiamo scelto la mongolfiera come simbolo; il viaggio della mongolfiera è come quello della vita: si conosce il punto di partenza, ma la meta rimane ignota, guidata dal vento, proprio come i nostri sensi e i ricordi che essi risvegliano''.

La referente della struttura poi invitato i visitatori a lasciare anonimi pensieri, ricordi o aneddoti nella mongolfiera posta all’ingresso: un gesto che voleva essere un segno tangibile di partecipazione e condivisione per celebrare i 70 anni della Fondazione che ricorrono quest’anno.

Alessandro Petrone, animatore della Fondazione, ha raccontato il valore profondo dell’arte nell’ambito di questo progetto: ''Attraverso i materiali più semplici o insoliti – tappi di sughero, polverine, carta igienica lavorata in rilievo – abbiamo dato agli ospiti l’opportunità di sperimentare, esprimersi e soprattutto di mettersi in gioco. Qui non ci sono regole o compiti precisi, ma solo la libera espressione di ciò che ciascuno sente e vuole raccontare. È un modo per scoprire attitudini nascoste, creare legami duraturi e rinnovare la fiducia tra le persone''.

Grazie all’utilizzo di elementi naturali come fiori, frutta e lavanda, il progetto ha dato vita a laboratori sensoriali condivisi, arricchendo sia gli ospiti più anziani che i giovani. Alessandro ha sottolineato: ''Lavorare insieme ha portato benefici a tutti, unendo generazioni diverse in un’esperienza di scambio e crescita reciproca, oltre che un momento di gioia e leggerezza''.

La mostra ha presentato elaborati diversi per tecnica e materiali, capaci di stimolare tutti e cinque i sensi, in un'atmosfera che ha invitato i visitatori a lasciarsi trasportare in un viaggio nel tempo e nella memoria: le opere esposte raccontano storie di risveglio emotivo, di scoperte e di nuove prospettive, confermando la centralità della stimolazione sensoriale nell’approccio educativo e terapeutico della Fondazione.

Al termine della visita, i partecipanti hanno potuto godere di un rinfresco che inizialmente doveva essere allestito vicino alla palestra spostato poi all’interno a causa del maltempo, accompagnato da musica dal vivo e da una bancarella con manufatti realizzati dagli ospiti durante l’anno: un’ulteriore occasione per prolungare la festa e celebrare insieme il lavoro fatto. Ai visitatori sono stati inoltre consegnati gadget a tema tempo e ricordi, simboli tangibili di un filo conduttore che li accompagnerà fino al grande evento del 70° anniversario della RSA previsto per dicembre.

La giornata ha rappresentato un importante momento di festa, ma anche di riflessione sulla capacità dell’arte e dei sensi di abbattere barriere, risvegliare emozioni sopite e rinsaldare legami umani.
''Questo cammino è solo all’inizio, ma ci ha già insegnato molto su quanto sia prezioso il viaggio stesso, più della meta, perché è lì che scopriamo noi stessi e gli altri'' ha concluso Eleonora Pelegatti.

Un messaggio di speranza e accoglienza che continuerà a guidare il lavoro quotidiano della Fondazione Maria Monzini e che sabato è stato vissuto intensamente da tutti i presenti, ospiti e operatori insieme.
I.M.