Nibionno: al Centro La Rosa un'iniziativa sulla creatività
È stata inaugurata lo scorso venerdì, presso la sede della Fondazione Centro La Rosa in località Molino Nuovo a Nibionno, la mostra collettiva ''Piccole storie creative. I miei gesti, la mia storia''. Un’esposizione che raccoglie le opere degli utenti del centro, frutto di un percorso di arteterapia guidato da Cristina Beretta, affiancata dalle educatrici della struttura.

Non semplici disegni, ma frammenti di vissuto, emozioni tradotte in forma, colore, materia. ''L’essere umano ha da sempre un innato bisogno di comunicare, e ciò avviene ancora prima dell’uso della parola'' spiega l’arteterapeuta. ''La terapia attraverso l’arte è una modalità che si serve del linguaggio non verbale dell’arte per esprimere il proprio mondo interiore e condividere la propria unicità attraverso colori, forme e materiali''.
In un’epoca in cui tutto corre e si misura in prestazioni, ''stare nel qui ed ora'' diventa atto rivoluzionario.
''Arteterapia non è realizzare lavoretti – precisa Beretta – e nemmeno interpretare i disegni per fare una diagnosi: è trovare benessere nell’uso dei materiali creativi, è parlare di noi e del nostro vissuto, è trovare soluzioni e compromessi, è relazione di cura''.
Il progetto, dunque, oltre a mettere in luce il potenziale comunicativo delle persone con disabilità, conferma l’importanza dell’arteterapia come strumento educativo, ma anche terapeutico. Una pratica che permette di superare i limiti del linguaggio verbale e di costruire nuove strade per il contatto e la relazione. Il Centro La Rosa, nato nel 1988, ha fatto della relazione il fulcro della sua missione. Oggi ospita 25 utenti nel Centro Diurno Disabili, persone che necessitano di assistenza intensiva, e altri con buone autonomie nel Centro Socio Educativo ''Laboratorio A. Spreafico''.

''Crediamo che l’impegno a favore delle persone con disabilità si fondi sulla relazione e sulla collaborazione'' afferma la Fondazione. ''Per questo promuoviamo esperienze che escano dai confini della struttura, per costruire legami con il territorio e con chi lo abita. La mostra, in questo senso, è molto più di un’esposizione: è il simbolo di un’apertura, un ponte tra mondi solo in apparenza distanti''.

Non semplici disegni, ma frammenti di vissuto, emozioni tradotte in forma, colore, materia. ''L’essere umano ha da sempre un innato bisogno di comunicare, e ciò avviene ancora prima dell’uso della parola'' spiega l’arteterapeuta. ''La terapia attraverso l’arte è una modalità che si serve del linguaggio non verbale dell’arte per esprimere il proprio mondo interiore e condividere la propria unicità attraverso colori, forme e materiali''.
In un’epoca in cui tutto corre e si misura in prestazioni, ''stare nel qui ed ora'' diventa atto rivoluzionario.



''Crediamo che l’impegno a favore delle persone con disabilità si fondi sulla relazione e sulla collaborazione'' afferma la Fondazione. ''Per questo promuoviamo esperienze che escano dai confini della struttura, per costruire legami con il territorio e con chi lo abita. La mostra, in questo senso, è molto più di un’esposizione: è il simbolo di un’apertura, un ponte tra mondi solo in apparenza distanti''.
