Missaglia: nell'area ex Fivebt previste residenze per 8mila metri cubi. Se ne parla in consiglio
Nel 2007 aveva chiuso i battenti. A distanza di anni del destino dell’area ex Fivebt, in località Missagliola, si è tornato a discutere durante l’ultima seduta del consiglio comunale. La maggioranza ha infatti portato in discussione una delibera per consentire all’aula di esprimersi su un’interpretazione tecnica riguardante la scheda normativa che disciplina il permesso di costruire convenzionato relativo al sito di Via Riva, indicato nel PGT vigente quale area di rigenerazione urbana.

Come illustrato dall’assessore all'urbanistica Daniela Valagussa, l’operatore si è detto interessato a riattivare l’intervento residenziale previsto, ma durante i confronti con l’ufficio tecnico sono emerse alcune incertezze in merito ai volumi edificabili. Per dirimere la questione, è stato chiesto un parere all’architetto Marielena Sgroi, estensore del vigente Piano di Governo del Territorio, che ha fornito una propria interpretazione tecnica.
Secondo quanto riferito, il volume complessivo assegnato all’area sarebbe di 6.500 mc, con la possibilità di aggiungerne altri 1.500 mc da convenzionare; a questo proposito il piano prevede inoltre la possibilità di realizzare un servizio per la comunità, come una sala multifunzionale o un’area attrezzata. Alla luce di tutto questo, la maggioranza ha ritenuto che il volume complessivamente edificabile ammonti a 8mila metri cubi.
Pur trattandosi di un'interpretazione tecnica e non di una variante formale al PGT, si è deciso - in linea con quanto prevede la normativa regionale - di sottoporre la questione al voto del consiglio, per garantirne la condivisione.

Durante il dibattito, tuttavia, il consigliere di opposizione Piera Comi ha espresso forti perplessità, sostenendo che l’operazione in discussione si configuri come una vera e propria variante urbanistica e che, in quanto tale, non possa essere ricondotta a una semplice interpretazione del permesso di costruire.
L'esponente di Centrodestra Unito Missaglia ha messo in discussione anche l'aspetto relativo alla convenzione: ''il consiglio comunale deve approvare quale sarà l’opera pubblica. Dove e come sarà. Quale sarà il vantaggio per i cittadini. Il tipo di utilizzo, e quale valore economico avrà. E inoltre chi avrà l’onere di manutenerlo e quale sarà la convenzione di utilizzo che sancirà i vantaggi alla cittadinanza. Altrimenti cosa si va a certificare autenticamente? Questi punti così tecnici non possono essere liquidati con i cinque giorni di preavviso e con una documentazione che di analitico non ha nulla. Così non è rispettoso verso tutto il consiglio comunale. Sarebbe opportuno vista la responsabilità che si prende il consiglio di deliberare, in questo caso su aumenti di volumetria senza avere la possibilità di maturare un consenso informato, che venga fatta una riunione preconsiliare indetta dal sindaco per descrivere il progetto e informare i consiglieri''.

L'assessore Valagussa e il sindaco Paolo Redaelli hanno spiegato che al momento non c'è una convenzione da illustrare: ''siamo ancora nella fase di interlocuzione con il privato'' hanno detto, specificando altresì che non vi è alcun aumento di volumetria rispetto a quanto è già previsto nella scheda del permesso di costruire.
La maggioranza ha infine ricordato che rispetto al passato, la scelta era stata quella di dimezzare i volumi in gioco (14mila mc quelli precedenti ndr), tenendo conto appunto dell'area già fortemente urbanizzata.
Né le spiegazioni della giunta, nè quelle del segretario comunale sono riuscite a fugare i dubbi sollevati dall’esponente dell’opposizione, che ha ribadito la necessità di maggiore chiarezza, anticipando il voto contrario del proprio gruppo.
Posta in votazione la delibera è stata infatti bocciata dalla minoranza.

L'assessore Daniela Valagussa e il sindaco Paolo Redaelli
Come illustrato dall’assessore all'urbanistica Daniela Valagussa, l’operatore si è detto interessato a riattivare l’intervento residenziale previsto, ma durante i confronti con l’ufficio tecnico sono emerse alcune incertezze in merito ai volumi edificabili. Per dirimere la questione, è stato chiesto un parere all’architetto Marielena Sgroi, estensore del vigente Piano di Governo del Territorio, che ha fornito una propria interpretazione tecnica.
Secondo quanto riferito, il volume complessivo assegnato all’area sarebbe di 6.500 mc, con la possibilità di aggiungerne altri 1.500 mc da convenzionare; a questo proposito il piano prevede inoltre la possibilità di realizzare un servizio per la comunità, come una sala multifunzionale o un’area attrezzata. Alla luce di tutto questo, la maggioranza ha ritenuto che il volume complessivamente edificabile ammonti a 8mila metri cubi.
Pur trattandosi di un'interpretazione tecnica e non di una variante formale al PGT, si è deciso - in linea con quanto prevede la normativa regionale - di sottoporre la questione al voto del consiglio, per garantirne la condivisione.

Durante il dibattito, tuttavia, il consigliere di opposizione Piera Comi ha espresso forti perplessità, sostenendo che l’operazione in discussione si configuri come una vera e propria variante urbanistica e che, in quanto tale, non possa essere ricondotta a una semplice interpretazione del permesso di costruire.
L'esponente di Centrodestra Unito Missaglia ha messo in discussione anche l'aspetto relativo alla convenzione: ''il consiglio comunale deve approvare quale sarà l’opera pubblica. Dove e come sarà. Quale sarà il vantaggio per i cittadini. Il tipo di utilizzo, e quale valore economico avrà. E inoltre chi avrà l’onere di manutenerlo e quale sarà la convenzione di utilizzo che sancirà i vantaggi alla cittadinanza. Altrimenti cosa si va a certificare autenticamente? Questi punti così tecnici non possono essere liquidati con i cinque giorni di preavviso e con una documentazione che di analitico non ha nulla. Così non è rispettoso verso tutto il consiglio comunale. Sarebbe opportuno vista la responsabilità che si prende il consiglio di deliberare, in questo caso su aumenti di volumetria senza avere la possibilità di maturare un consenso informato, che venga fatta una riunione preconsiliare indetta dal sindaco per descrivere il progetto e informare i consiglieri''.

Il consigliere di minoranza Piera Comi
L'assessore Valagussa e il sindaco Paolo Redaelli hanno spiegato che al momento non c'è una convenzione da illustrare: ''siamo ancora nella fase di interlocuzione con il privato'' hanno detto, specificando altresì che non vi è alcun aumento di volumetria rispetto a quanto è già previsto nella scheda del permesso di costruire.
La maggioranza ha infine ricordato che rispetto al passato, la scelta era stata quella di dimezzare i volumi in gioco (14mila mc quelli precedenti ndr), tenendo conto appunto dell'area già fortemente urbanizzata.
Né le spiegazioni della giunta, nè quelle del segretario comunale sono riuscite a fugare i dubbi sollevati dall’esponente dell’opposizione, che ha ribadito la necessità di maggiore chiarezza, anticipando il voto contrario del proprio gruppo.
Posta in votazione la delibera è stata infatti bocciata dalla minoranza.
G.C.