Cesana B.za: la testimonianza del martirio illumina la festa dei santi patroni
Si è svolta nella mattinata di sabato 9 agosto la celebrazione per la festa patronale di San Fermo e San Rustico a Cesana Brianza, momento centrale del programma religioso e civile organizzato dalla comunità.
In occasione della ricca serie di appuntamenti previsti nell'ambito della ricorrenza, la Parrocchia si è colorata di gioia e condivisione, nell’unione tra tradizione e attualità.

''Vi chiedo un applauso per dare gioia a nome di questi due santi'' ha esordito don Casimiro nell’omelia. ''Questo momento è importante per riconoscere la loro testimonianza e quello che hanno fatto per la Chiesa. Nel IV secolo quando morirono non sapevano che i loro sacrifici sarebbero stati conosciuti fino all’estremità della Terra, fino a Cesana Brianza. Celebriamo loro che sono stati vittoriosi sul male, sulla persecuzione e sull’ostilità del mondo, in virtù della fedeltà al Signore. La parola stessa ''martirio'' significa testimonianza, prima davanti alle piccole cose fino ad attraversare insidie e difficoltà. Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me: con Lui soffro nel mio corpo per la conversione dei fedeli''.
Il richiamo alla fedeltà e alla sofferenza vissuta in Cristo ha aperto la strada a una riflessione più profonda sul significato del martirio oggi. ''Dalla mancanza di fede e di pace vedo che noi cristiani siamo diventati una minoranza: spesso, è difficile dichiarare apertamente il nostro credo, spesso oggetto di derisione e discriminazione'' ha proseguito il sacerdote. ''Dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare per il nostro mondo, che continua ad aver bisogno di testimoni e di profeti. Oggi tocca a noi celebrare San Fermo e Rustico, per dire che siamo eredi del loro martirio e siamo disposti a proseguire la loro opera: dichiarare apertamente fede''.

Parole che hanno dato forma a un’omelia intensa, non solo come momento di memoria liturgica, ma come richiamo concreto all’impegno quotidiano dei cristiani di oggi. ''La forza si trova nel Vangelo'' ha ribadito don Casimiro. ''Se vogliamo andare avanti nella testimonianza, non dobbiamo interrompere il nostro racconto con Cristo. Lui è la sorgente viva che alimenta la nostra fede e dà l’energia per concretizzare i nostri progetti e i nostri sogni. Nessuno ha un amore più grande di questo: si è immolato sulla croce per noi. Carissimi fratelli e sorelle, preghiamo affinché anche noi possiamo fare qualcosa per il Vangelo e abbiamo il coraggio di compiere un piccolo sacrificio. Tutto questo è importante per far crescere la Parola di Dio: per fare in modo che chi non la conosce, la scopra. Per quelli che non la adorano, la apprezzino. Per coloro che non lo pregano, lo lodino e coloro che non Lo accettano come Figlio di Dio, lo riconoscano''.

Questo monito invita la comunità a non vivere la festa come una professione di fede, bensì come un orientamento che guidi la vita di ciascuno. Al termine della celebrazione, non sono mancati i ringraziamenti rivolti al sindaco, Luisa Airoldi, ai fedeli e al coro che hanno contribuito a organizzare e ad animare la festa. I momenti liturgici si concluderanno con i Vespri e la processione per le vie del paese, lasciando spazio anche a momenti conviviali e comunitari.
In occasione della ricca serie di appuntamenti previsti nell'ambito della ricorrenza, la Parrocchia si è colorata di gioia e condivisione, nell’unione tra tradizione e attualità.

''Vi chiedo un applauso per dare gioia a nome di questi due santi'' ha esordito don Casimiro nell’omelia. ''Questo momento è importante per riconoscere la loro testimonianza e quello che hanno fatto per la Chiesa. Nel IV secolo quando morirono non sapevano che i loro sacrifici sarebbero stati conosciuti fino all’estremità della Terra, fino a Cesana Brianza. Celebriamo loro che sono stati vittoriosi sul male, sulla persecuzione e sull’ostilità del mondo, in virtù della fedeltà al Signore. La parola stessa ''martirio'' significa testimonianza, prima davanti alle piccole cose fino ad attraversare insidie e difficoltà. Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me: con Lui soffro nel mio corpo per la conversione dei fedeli''.
Il richiamo alla fedeltà e alla sofferenza vissuta in Cristo ha aperto la strada a una riflessione più profonda sul significato del martirio oggi. ''Dalla mancanza di fede e di pace vedo che noi cristiani siamo diventati una minoranza: spesso, è difficile dichiarare apertamente il nostro credo, spesso oggetto di derisione e discriminazione'' ha proseguito il sacerdote. ''Dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare per il nostro mondo, che continua ad aver bisogno di testimoni e di profeti. Oggi tocca a noi celebrare San Fermo e Rustico, per dire che siamo eredi del loro martirio e siamo disposti a proseguire la loro opera: dichiarare apertamente fede''.

Parole che hanno dato forma a un’omelia intensa, non solo come momento di memoria liturgica, ma come richiamo concreto all’impegno quotidiano dei cristiani di oggi. ''La forza si trova nel Vangelo'' ha ribadito don Casimiro. ''Se vogliamo andare avanti nella testimonianza, non dobbiamo interrompere il nostro racconto con Cristo. Lui è la sorgente viva che alimenta la nostra fede e dà l’energia per concretizzare i nostri progetti e i nostri sogni. Nessuno ha un amore più grande di questo: si è immolato sulla croce per noi. Carissimi fratelli e sorelle, preghiamo affinché anche noi possiamo fare qualcosa per il Vangelo e abbiamo il coraggio di compiere un piccolo sacrificio. Tutto questo è importante per far crescere la Parola di Dio: per fare in modo che chi non la conosce, la scopra. Per quelli che non la adorano, la apprezzino. Per coloro che non lo pregano, lo lodino e coloro che non Lo accettano come Figlio di Dio, lo riconoscano''.

Questo monito invita la comunità a non vivere la festa come una professione di fede, bensì come un orientamento che guidi la vita di ciascuno. Al termine della celebrazione, non sono mancati i ringraziamenti rivolti al sindaco, Luisa Airoldi, ai fedeli e al coro che hanno contribuito a organizzare e ad animare la festa. I momenti liturgici si concluderanno con i Vespri e la processione per le vie del paese, lasciando spazio anche a momenti conviviali e comunitari.
V.I.