Casatenovo ricorda San Rocco con la tradizionale messa in chiesina
Anche quest'anno si è rinnovato l'appuntamento con la festa liturgica di San Rocco a Casatenovo. Proprio oggi si ricorda infatti il protettore dal terribile flagello della peste, al quale è dedicata (anche) la chiesina situata in Via Castelbarco, a pochi passi dall'ex Vismara.

Chiuso il tratto di strada in corrispondenza delle intersezioni con Via Chioso e Via don Rossi, in tanti hanno preso parte alla funzione celebrata per la prima volta dal parroco don Massimo Santambrogio, insediatosi alla guida della comunità pastorale casatese poco meno di un anno fa.


I volontari che hanno raccolto il testimone di Giovanni Riva - storico custode della chiesina venuto a mancare nel 2021 - hanno disposto svariate decine di sedie all'esterno della chiesina, consentendo ai tanti fedeli di poter assistere alla funzione godendo anche delle temperature un po' più miti rispetto agli scorsi giorni, lasciando così lo spazio interno al coro che ha animato la liturgia.


''San Rocco si è messo a disposizione nel fermarsi a soccorrere chi aveva bisogno, durante il suo pellegrinaggio, è stato contagiato dalla peste'' ha detto don Massimo durante l'omelia, esortando i presenti a non essere indifferenti, piuttosto a riconoscere la presenza del Signore nella vita di chi ci sta intorno. ''Aveva degli obiettivi, ma quel che è accaduto durante il suo tragitto gli ha fatto mettere tutto in discussione. Un po' come quando noi, indaffarati nelle nostre cose e negli impegni del quotidiano, riceviamo la telefonata di quella persona che ci chiede di condividere un dolore o una fatica. E' uno sforzo piccolo ma che può fare la differenza''.


A San Rocco i casatesi si avvicinarono in occasione della pestilenza del 1630, come ricorda l'iscrizione presente sull'architrave della porta d'ingresso della chiesina. Un'ulteriore testimonianza di questa devozione è la croce commemorativa della peste che - ritrovata presso Cascina Fiume - nel 2006 fu collocata nel piccolo giardino attiguo alla chiesina. Al suo interno peraltro, si trova anche l'immagine del santo, riportata in un quadro posto sora l'altare.


Oltre alla Madonna con il Bambino e a San Sebastiano (patrono degli agricoltori) c'è San Rocco con il consueto cagnolino che la tradizione vuole abbia portato da mangiare al santo durante la malattia. Ad ulteriore testimonianza del suo legame con Casatenovo, l'analoga iconografia presente nella volta della chiesa di San Giorgio e sullo stendardo conservato fra gli arredi sacri e anticamente portato in processione.


Quella della messa è una tradizione che si tramanda ormai da diversi anni: se dal periodo Covid in poi si è scelto di dare spazio alle sole iniziative religiose (la messa il mattino e il rosario la sera ndr), nei decenni passati la festa di San Rocco era particolarmente sentita, come ci ha spiegato Gabriele Riva, figlio di Giovanni, che insieme alla sua famiglia (fra cui la figlia Gaia, amministratrice comunale ndr) e ad altri volontari si prendono cura della chiesina, assicurandone l'apertura per la preghiera personale tutto l'anno, la seconda e la quarta domenica di ogni mese.


''Un tempo, al termine del rosario, si organizzavano concerti di musica leggera pop e folk e la cuccagna. Negli anni precedenti la pandemia veniva allestito e condiviso anche un rifresco, momento di convivialità particolarmente apprezzato'' ha detto il volontario e ricordando l'attaccamento del padre Giovanni nei confonti della chiesina, alla quale ha assicurato per quasi cinquant'anni i necessari interventi di manutenzione, tenendola aperta tutti i giorni dell'anno. ''Dalla sua scomparsa non riusciamo più a garantire quella frequenza, ma ci siamo impegnati affinchè questo luogo continui a restare un simbolo e un punto di devozione per molti casatesi e non. Ogni mese esponiamo sul portone della chiesina un cartello indicando gli orari di apertura''.


Un'iniziativa semplice, che riesce però a resistere al trascorrere degli anni. Anche il parroco don Massimo si è detto felice di poter celebrare questa ricorrenza, in continuità con la sua precedenza esperienza ministeriale. Anche a Molteno infatti, San Rocco è ricordato e venerato con una serie di iniziative di natura religiosa e aggregativa.


Il prevosto ha infine colto l'occasione per lanciare un'idea ai presenti, magari in vista del prossimo anno: ideare un dolce dedicato a questa festività. ''Sbizzarritevi'' ha detto don Massimo, dando appuntamento a questa sera, quando dalle ore 20.30 si reciterà il rosario, altra occasione per stare insieme.

A chiudere l'appuntamento religioso, il bacio alla reliquia, possibilità offerta ai fedeli che per l'intera giornata avranno inoltre la possibile di fare visita alla chiesina, sempre aperta.

Il parroco don Massimo Santambrogio con i volontari che si occupano della chiesina di San Rocco
Chiuso il tratto di strada in corrispondenza delle intersezioni con Via Chioso e Via don Rossi, in tanti hanno preso parte alla funzione celebrata per la prima volta dal parroco don Massimo Santambrogio, insediatosi alla guida della comunità pastorale casatese poco meno di un anno fa.


I volontari che hanno raccolto il testimone di Giovanni Riva - storico custode della chiesina venuto a mancare nel 2021 - hanno disposto svariate decine di sedie all'esterno della chiesina, consentendo ai tanti fedeli di poter assistere alla funzione godendo anche delle temperature un po' più miti rispetto agli scorsi giorni, lasciando così lo spazio interno al coro che ha animato la liturgia.


A sinistra Gabriele Riva
''San Rocco si è messo a disposizione nel fermarsi a soccorrere chi aveva bisogno, durante il suo pellegrinaggio, è stato contagiato dalla peste'' ha detto don Massimo durante l'omelia, esortando i presenti a non essere indifferenti, piuttosto a riconoscere la presenza del Signore nella vita di chi ci sta intorno. ''Aveva degli obiettivi, ma quel che è accaduto durante il suo tragitto gli ha fatto mettere tutto in discussione. Un po' come quando noi, indaffarati nelle nostre cose e negli impegni del quotidiano, riceviamo la telefonata di quella persona che ci chiede di condividere un dolore o una fatica. E' uno sforzo piccolo ma che può fare la differenza''.


A San Rocco i casatesi si avvicinarono in occasione della pestilenza del 1630, come ricorda l'iscrizione presente sull'architrave della porta d'ingresso della chiesina. Un'ulteriore testimonianza di questa devozione è la croce commemorativa della peste che - ritrovata presso Cascina Fiume - nel 2006 fu collocata nel piccolo giardino attiguo alla chiesina. Al suo interno peraltro, si trova anche l'immagine del santo, riportata in un quadro posto sora l'altare.


Oltre alla Madonna con il Bambino e a San Sebastiano (patrono degli agricoltori) c'è San Rocco con il consueto cagnolino che la tradizione vuole abbia portato da mangiare al santo durante la malattia. Ad ulteriore testimonianza del suo legame con Casatenovo, l'analoga iconografia presente nella volta della chiesa di San Giorgio e sullo stendardo conservato fra gli arredi sacri e anticamente portato in processione.


Quella della messa è una tradizione che si tramanda ormai da diversi anni: se dal periodo Covid in poi si è scelto di dare spazio alle sole iniziative religiose (la messa il mattino e il rosario la sera ndr), nei decenni passati la festa di San Rocco era particolarmente sentita, come ci ha spiegato Gabriele Riva, figlio di Giovanni, che insieme alla sua famiglia (fra cui la figlia Gaia, amministratrice comunale ndr) e ad altri volontari si prendono cura della chiesina, assicurandone l'apertura per la preghiera personale tutto l'anno, la seconda e la quarta domenica di ogni mese.


Al microfono Gaia Riva
''Un tempo, al termine del rosario, si organizzavano concerti di musica leggera pop e folk e la cuccagna. Negli anni precedenti la pandemia veniva allestito e condiviso anche un rifresco, momento di convivialità particolarmente apprezzato'' ha detto il volontario e ricordando l'attaccamento del padre Giovanni nei confonti della chiesina, alla quale ha assicurato per quasi cinquant'anni i necessari interventi di manutenzione, tenendola aperta tutti i giorni dell'anno. ''Dalla sua scomparsa non riusciamo più a garantire quella frequenza, ma ci siamo impegnati affinchè questo luogo continui a restare un simbolo e un punto di devozione per molti casatesi e non. Ogni mese esponiamo sul portone della chiesina un cartello indicando gli orari di apertura''.


Un'iniziativa semplice, che riesce però a resistere al trascorrere degli anni. Anche il parroco don Massimo si è detto felice di poter celebrare questa ricorrenza, in continuità con la sua precedenza esperienza ministeriale. Anche a Molteno infatti, San Rocco è ricordato e venerato con una serie di iniziative di natura religiosa e aggregativa.


Il prevosto ha infine colto l'occasione per lanciare un'idea ai presenti, magari in vista del prossimo anno: ideare un dolce dedicato a questa festività. ''Sbizzarritevi'' ha detto don Massimo, dando appuntamento a questa sera, quando dalle ore 20.30 si reciterà il rosario, altra occasione per stare insieme.

La famiglia Riva con il parroco don Massimo, gli utenti e i volontari della CSE ''La mia casa'' intervenuti alla liturgia
A chiudere l'appuntamento religioso, il bacio alla reliquia, possibilità offerta ai fedeli che per l'intera giornata avranno inoltre la possibile di fare visita alla chiesina, sempre aperta.
G.C.