Sirtori: le contraddizioni dell'ordinanza

Articolo: Sirtori: è vietata la sosta dei ciclisti (per bere) al cimitero

Messaggio: Spettabile redazione, vi invio un personale commento a caldo riguardo all'articolo "Sirtori: è vietata la sosta dei ciclisti (per bere) al cimitero". Leggo che il Comune di Sirtori ha pubblicato un'ordinanza che vieta di entrare al cimitero comunale con biciclette per evitare che si creino assembramenti di sportivi in cerca di acqua che, del tutto evidentemente, non sono consoni ad un cimitero. Ma altrettanto evidentemente questo problema è segnale di una necessità pubblica di acqua potabile.
Chi scrive, non nascondendo una vena polemica, si chiede pertanto quale sia il corto circuito amministrativo per cui, invece di spendere due spiccioli per mettere una fontanella in un altro luogo pubblico accessibile, sicuro ed opportuno, chi amministra Sirtori imponga un divieto ingiusto e nocivo per gli utenti stessi del luogo che si vuole tutelare (il cimitero).
Si deduce che d'ora in poi un utente del cimitero che si reca in bicicletta a rendere omaggio ai suoi defunti non possa portarsi appresso la bicicletta a mano, ma sia costretto a legarla altrove, un'operazione non sempre facile per gli anziani. Tali anziani, inoltre, mentre visitano i propri cari scomparsi, si guardino bene dal prendere un sorso d'acqua durante le nostre torride estati - potrebbero incorrere in una ammenda tra i 25 e i 500 euro. Gli utenti del cimitero che vi si recano in bicicletta saranno anche pochi, pochissimi, ma il cimitero resta un luogo pubblico che deve essere accessibile a tutti.
È una questione di inclusività (mi si perdoni l'inglesismo). Invece di ascoltare l'evidente necessità di un luogo di ristoro per chi visita la città (una fontanella, una panchina, un chioschetto mobile all'ombra di un albero che faccia girare un minimo di economia), si pensa di tutelare un servizio (il cimitero pubblico) introducendo disservizi 1) a chi vorrebbe beneficiare di suddetto servizio e 2) ai turisti. Come non si suol dire: zero piccioni con una fava.
Sperando di scalfire anche solo un minimo una certa mentalità soporifera del "vietiamo tutto a tutti" e di offrire uno sguardo più inclusivo per future istanze.
Saluti cordiali
R.C.
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