Oggiono: è nato Social flow, gruppo dedicato all'outdoor
Quando il desiderio di condivisione incontra la volontà di scoperta, nasce qualcosa che va oltre la semplice esperienza. Il gruppo, nato dall’energia di Martina Bugiada e Giulia Tentori nel 2024, racchiude proprio questo spirito. Infatti, “Social Flow” non è solo un nome: l’origine del curioso appellativo richiama a un flusso sociale libero e spontaneo, dove le persone possono incontrarsi, mettersi in gioco e uscire dalla propria zona di comfort.

“Tutto è partito dalla passione per attività outdoor, che condividevo con una mia amica storica” ci ha raccontato Martina. “Eravamo così unite da questo entusiasmo che abbiamo pensato di estendere l’invito a questo genere di esperienze anche a persone nuove. Questo desiderio è nato dal tentativo di trasmettere un po’ di leggerezza e spirito di avventura. Quindi, abbiamo aperto un canale Whatsapp dove potevamo comunicare le informazioni principali. Però, per migliorare la comunicazione e l’organizzazione degli eventi, ci siamo informate per poter trasformare la nostra realtà in associazione. Nonostante questo passaggio non fosse andato a buon fine per diversi motivi, siamo rimasti un gruppo informale a cui si è aggiunto il supporto pratico di mia sorella e di un’altra mia amica di nome Surjit”.

Pur restando fedele alla sua filosofia iniziale, il gruppo ha saputo evolversi nel tempo, accogliendo nuove energie e conciliandole con l’indole di chi si è via via avvicinato a questa realtà.

Martina ci ha raccontato così questo cambiamento: “Inizialmente, proponevamo molte escursioni, ma la partecipazione era limitata. Quindi, per aumentare la visibilità ci siamo affidate a una guida alpina che accompagnava non solo il nostro piccolo gruppo. Grazie a questa strategia abbiamo gradualmente attirato sempre più partecipanti. Invece, oggi, dal mio punto di vista, avverto meno fatica nell’organizzazione e nella proposta di eventi e questa situazione ha reso più agevole la gestione delle iniziative”.

Tuttavia, dietro alle numerose proposte si nasconde un valore emotivo significativo, da cui sono nati ricordi memorabili e legami profondi. Anche per l’organizzatrice stessa Social Flow rappresenta un’autentica esperienza di incontro e scoperta.

“Così come gli eventi - ha proseguito Martina - allo stesso modo è cambiata anche la mia concezione di questa dimensione. Questa libertà, intesa in senso sociale, non si è manifestata solo nella presenza costante delle persone, ma anche nella mia crescita personale. Social Flow ha rimodellato alcuni aspetti del mio carattere, soprattutto in termini di adattabilità e di lettura delle situazioni sociali. Per questo, posso dire che, per me, rappresenta una vera e propria palestra di vita”.

Nel ricordare i cambiamenti avvenuti, il gruppo volge lo sguardo anche a progetti futuri, tra aspettative e desideri. “Guardando al futuro - ha aggiunto Martina - vogliamo mantenere la gratuità che ha caratterizzato il nostro collettivo fin dall’inizio. Allo stesso tempo, ci piacerebbe integrare alcuni aspetti legati al mio lavoro di educatrice sportiva. Quindi, non appena ci sarà la possibilità, aggiungeremo anche attività a pagamento un po’ più strutturate con “l’outdoor education”, con un gruppo fisso e ristretto e con obiettivi più precisi e ben definiti. Oltre a questo intento, rimaniamo sempre aperti a nuove collaborazioni e proposte: di fronte a nuove realtà non vogliamo limitarci all’attività in sé, ma ad esplorare e approfondire la conoscenza delle persone coinvolte. Noi in primis, infatti, non ci sentiamo organizzatori “super partes”, al contrario ci piace inserirci nel gruppo e condividere ciò che si sperimenta”.

Il futuro resta aperto anche all’immaginazione. Parlando di ciò che verrà, Martina ha condiviso con noi un sogno nel cassetto: “Indipendentemente dal progetto a cui accennavo, mi piacerebbe ampliare Social Flow a un aspetto sociale quasi al 100%, anche attraverso missioni, volontariato in paesi extraeuropei. Il sogno sarebbe creare un gruppo affiatato di persone che sta bene tra di loro e che questo bene vuole portarlo anche all’esterno, anche se tra molti anni. In questo modo si esprimerebbe il duplice spirito che già caratterizza ciò che facciamo: uscire dalla propria “comfort zone” e aprirsi a nuovi orizzonti unito all’aiuto nel campo sociale”.
Non un semplice obiettivo, ma l’evoluzione naturale di quel cuore umano e relazionale che ha sempre alimentato Social Flow. Rimanendo nel “qui e ora”, il mese di agosto si è concluso con una breve vacanza in tenda tra le montagne del Trentino, un’avventura tra le più sentite dal gruppo. Proprio per questo rappresenta un momento emblematico, capace di raccontare lo spirito libero e condiviso che da sempre li anima. Ennesima dimostrazione che Social Flow non è solo un gruppo di escursionisti, ma una comunità in cammino, dove ogni passo rappresenta un’occasione per vivere, incontrarsi e crescere insieme.

“Tutto è partito dalla passione per attività outdoor, che condividevo con una mia amica storica” ci ha raccontato Martina. “Eravamo così unite da questo entusiasmo che abbiamo pensato di estendere l’invito a questo genere di esperienze anche a persone nuove. Questo desiderio è nato dal tentativo di trasmettere un po’ di leggerezza e spirito di avventura. Quindi, abbiamo aperto un canale Whatsapp dove potevamo comunicare le informazioni principali. Però, per migliorare la comunicazione e l’organizzazione degli eventi, ci siamo informate per poter trasformare la nostra realtà in associazione. Nonostante questo passaggio non fosse andato a buon fine per diversi motivi, siamo rimasti un gruppo informale a cui si è aggiunto il supporto pratico di mia sorella e di un’altra mia amica di nome Surjit”.

Pur restando fedele alla sua filosofia iniziale, il gruppo ha saputo evolversi nel tempo, accogliendo nuove energie e conciliandole con l’indole di chi si è via via avvicinato a questa realtà.

Martina ci ha raccontato così questo cambiamento: “Inizialmente, proponevamo molte escursioni, ma la partecipazione era limitata. Quindi, per aumentare la visibilità ci siamo affidate a una guida alpina che accompagnava non solo il nostro piccolo gruppo. Grazie a questa strategia abbiamo gradualmente attirato sempre più partecipanti. Invece, oggi, dal mio punto di vista, avverto meno fatica nell’organizzazione e nella proposta di eventi e questa situazione ha reso più agevole la gestione delle iniziative”.

Tuttavia, dietro alle numerose proposte si nasconde un valore emotivo significativo, da cui sono nati ricordi memorabili e legami profondi. Anche per l’organizzatrice stessa Social Flow rappresenta un’autentica esperienza di incontro e scoperta.

“Così come gli eventi - ha proseguito Martina - allo stesso modo è cambiata anche la mia concezione di questa dimensione. Questa libertà, intesa in senso sociale, non si è manifestata solo nella presenza costante delle persone, ma anche nella mia crescita personale. Social Flow ha rimodellato alcuni aspetti del mio carattere, soprattutto in termini di adattabilità e di lettura delle situazioni sociali. Per questo, posso dire che, per me, rappresenta una vera e propria palestra di vita”.

Nel ricordare i cambiamenti avvenuti, il gruppo volge lo sguardo anche a progetti futuri, tra aspettative e desideri. “Guardando al futuro - ha aggiunto Martina - vogliamo mantenere la gratuità che ha caratterizzato il nostro collettivo fin dall’inizio. Allo stesso tempo, ci piacerebbe integrare alcuni aspetti legati al mio lavoro di educatrice sportiva. Quindi, non appena ci sarà la possibilità, aggiungeremo anche attività a pagamento un po’ più strutturate con “l’outdoor education”, con un gruppo fisso e ristretto e con obiettivi più precisi e ben definiti. Oltre a questo intento, rimaniamo sempre aperti a nuove collaborazioni e proposte: di fronte a nuove realtà non vogliamo limitarci all’attività in sé, ma ad esplorare e approfondire la conoscenza delle persone coinvolte. Noi in primis, infatti, non ci sentiamo organizzatori “super partes”, al contrario ci piace inserirci nel gruppo e condividere ciò che si sperimenta”.

Il futuro resta aperto anche all’immaginazione. Parlando di ciò che verrà, Martina ha condiviso con noi un sogno nel cassetto: “Indipendentemente dal progetto a cui accennavo, mi piacerebbe ampliare Social Flow a un aspetto sociale quasi al 100%, anche attraverso missioni, volontariato in paesi extraeuropei. Il sogno sarebbe creare un gruppo affiatato di persone che sta bene tra di loro e che questo bene vuole portarlo anche all’esterno, anche se tra molti anni. In questo modo si esprimerebbe il duplice spirito che già caratterizza ciò che facciamo: uscire dalla propria “comfort zone” e aprirsi a nuovi orizzonti unito all’aiuto nel campo sociale”.

V.I.