Casatenovo: la politica locale non ha proprio niente da dire sul ''caso sottotetti''?

In merito al tema del caso ''sottotetti'' di Rogoredo vorremmo esprimere alcune considerazioni sulla questione a seguito degli interventi del Sindaco, del professionista e dell’avvocato di parte. 

Non esprimeremo giudizi relativamente al procedimento amministrativo derivante dall’abuso edilizio descritto nei diversi interventi, ovviamente da punti di vista diversi. Non ne siamo competenti e quindi ci esimiamo dall’entrare nel merito, ma vorremmo soffermarci sulle diverse narrazioni.

Un primo punto fermo va affermato: vi è stato un abuso edilizio con un aumento indebito della volumetria dello stabile per un innalzamento, non previsto, del tetto di 30 cm. Se non abbiamo capito male denunciato da organo terzo al Comune di Casatenovo.
Da qui in poi divergono le narrazioni: il Sindaco in sostanza dice che a fronte dell’abuso non si poteva che dare avvio alla prevista procedura amministrativa e successivamente giudiziaria.

Non essendoci il riconoscimento di responsabilità rispetto all’avvenuto e certificato abuso, da parte del professionista, il Comune non poteva che procedere in tale maniera operando nell’interesse della collettività, riconosciuto in diverse fasi del procedimento e dalla sentenza del Consiglio di Stato.

Il progettista sostiene che l’adozione della sanatoria, ''per 30 centimetri di sottotetto non abitabile (non per i grattacieli di Milano)'' avrebbe evitato lungaggini e soldi spesi inutilmente visto l’esito della sentenza, a causa dell’Ufficio Tecnico troppo rigido sul caso.

L’avvocato di parte (dell’impresa e delle famiglie coinvolte) sostiene, invece, che la richiesta di sanatoria per l’abuso edilizio era stata presentata dopo l’ordinanza comunale e che l’Amministrazione Comunale l’aveva respinta. L’Ufficio Tecnico, infatti, avrebbe sostenuto la ''tesi della non sanabilità delle opere e della necessità di demolire tutto il tetto per abbassarlo di pochi centimetri''.

Permetteteci alcune considerazioni su quanto riportato, speriamo fedelmente, finora.  
La prima rivolta agli attori in campo. 

Il Comune di fronte ad un riscontro di abuso edilizio avvenuto su una nuova costruzione (sottolineiamo “nuova costruzione” con una progettazione presentata e approvata in tempi ravvicinati), non aveva altra strada che attuare un percorso amministrativo che riportasse al ripristino dei luoghi in origine. Quando diciamo il Comune intendiamo oltre alla parte politico-amministrativa anche i suoi uffici ed in particolare l’Ufficio Tecnico spesso immeritamente vituperato e qui citato più volte. 

La seconda osservazione è in merito alla legislazione edilizia e urbanistica che presiede a tutto questo, una materia vecchia ed emendata, rappezzata in diverse e ricorrenti occasioni da Stato e Regioni.  Esempio ne è la recente approvazione del Decreto Salva Casa convertito nel DL 69/2024 che allarga il perimetro della sanatoria sulle difformità parziali e non solo. 

Su tutto quanto è accaduto ha pesato l’opacità e l’ambiguità contenute in questa materia nei sui diversi aspetti, come: la scarsa certezza della normativa o, meglio ancora, la presenza di un deficit di certezza che legittima la difformità e ne depotenzia le norme a garanzia dell’interesse pubblico; un rapporto pubblico-privato che sembra spostare la tutela dell’interesse pubblico e della collettività a favore della scelta privata per citarne alcuni.

C’è una ragione tecnica che giustifica i 30 centimetri e l’aumento di volumetria o è solo una scelta di opportunità progettuale, realizzativa od economica? 

A seguito di questa vicenda, ribadiamo come cittadini appassionati alla politica e non ai contenziosi, l’affermazione della necessità di una regia politica forte del pubblico in materia edilizia e urbanistica, che qui ci sembra meritoriamente esercitata soprattutto a fronte di una legislazione ondivaga, e che sarà ancor più necessaria in attuazione del PGT approvato e del nuovo centro di Casatenovo. In tale senso è fondamentale il coinvolgimento dei cittadini, in particolare delle giovani generazioni, nelle scelte che impatteranno sul loro futuro.

Il Consiglio Comunale ha una buona presenza giovanile e l’auspicio è che si spendano in questa partita per il perseguimento del bene comune e dell’interesse pubblico, supportati dalla giurisprudenza che già oggi fornisce gli strumenti per un percorso democratico e partecipativo. 

Da ultimo, visto che la discussione sembra lambire il rapporto tra l’Amministrazione e la minoranza in Consiglio Comunale, sarebbe interessante un confronto serio sul funzionamento della pubblica amministrazione, tema caro ad una parte dei contendenti nelle ultime elezioni. E’ facile fare polemiche e ironizzare senza fare proposte sui reali meccanismi che intervengono nell’organizzazione del lavoro dei pubblici dipendenti ed in particolare negli Uffici Tecnici.

La politica deve anche qui favorire un miglioramento dell’esercizio del ruolo di pubblica amministrazione affinché possa adeguarsi alle notevoli sfide a cui è chiamata.

Grazie per l’attenzione.
Angelo Colombo e un gruppo di cittadini
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