Cronache dal Lido/5 e 6: giornate di ordinaria follia (e di emozioni). A dare la svolta...un abbraccio
Quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia è un vero è proprio delirio e non per nulla ieri vi ho lasciato all’asciutto dal mio consueto racconto quotidiano. Tenere il passo è davvero complicato, i film da vedere sono tanti ed è praticamente impossibile riuscire a conciliare le proiezioni che gli attori da incontrare e se poi ci si mettono di mezzo gli inghippi della sicurezza ecco che viene fuori la confusione vera.

Viviamo ogni giornata sull’orlo di una crisi di nervi ma fortunatamente siamo un gruppo unito e solido e siamo pronti a sostenerci l’uno con l’altro. Negli ultimi due giorni è successo veramente di tutto, avrei già voluto raccontarvi qualcosa anche ieri, ma non mi reggevo letteralmente in piedi e così eccoci a provare a raccontare con un po’ di ordine le ultime follie e grandi emozioni.

Due giorni fa vi avevo lasciato sulle spine, stavo per andare a vedere il film danese ''The last viking'' con protagonista Mads Mikkelsen e devo dire che è stato un modo veramente belo di concludere la giornata. La pellicola diretta da Anders Thomas Jensen racconta il rapporto speciale di due fratelli, uno per galeotto e uno con un ritardo mentale che si ritrovano a fare un vero e proprio viaggio di scoperta e di crescita. Nonostante l’ora tarda ho riso a crepapelle, ma mi sono anche commossa di fronte ad una storia veramente toccante, non so se questo film uscirà mai in Italia, ma nel caso dovete assolutamente recuperarlo. Se sabato la giornata si era conclusa con grandi soddisfazione e belle speranze, ma è bastato arrivare alla mattina successiva per entrare nuovamente nel tunnel.

Il mio quinto giorno di festival di Venezia si è aperto con la visione di ''Sotto le nuvole'', il nuovo documentario di Gianfranco Rosi che racconta di una Napoli speciale, quella sotterranea e più nascosta tra scavi e gente comune. Vi devo dire la verità, non avevo praticamente aspettative, ma si è trasformata in una bella esperienza che mi ha permesso di scoprire una Napoli con diverse sfaccettature. Appena il tempo dei 10 minuti di strada a piedi dalla remota palabiennale (luogo dove vengono fatte alcune proiezioni) che eravamo pronti a lottare in transenna per difendere il nostro posto.

L’organizzazione è stata un disastro, come vi spiegavo qualche giorno fa i cast possono arrivare in conferenza stampa o in barca o in macchina, la prima è quella con più spazio e con un passaggio obbligato, mentre la seconda è sempre un terno al lotto. Gli addetti ai lavori ci avevano dato delle informazioni precise, tutti in barca come al solito e invece ecco il cast del mago del cremlino arrivare in macchina nascosti dalle fronde degli alberi.

In tutto il festival i due attori che attendevo di più erano proprio due di quel cast: Jude Law che seguo ormai da tantissimi anni e che anche l’anno scorso aveva illuminato il mio festival e soprattutto Paul Dano, attore straordinario e interprete del mio personaggio preferito di Little Miss Sunshine, uno dei film che mi stanno maggiormente nel cuore. Sarebbe stato l’inizio della rassegnazione, niente incontro per domenica, ma ancora non sapevo sarebbe arrivato un plot twist finale.
Se il mago del Cremlino ci era praticamente sfuggito, siamo invece riusciti ad incontrare l’onnipresente Pierfrancesco Favino e il cast di ''Father Mother Sister Brother'' di Jim Jarmusch. Oltre all’eclettico regista c’erano anche Cate Blanchett, Vicky Krieps, ma soprattutto Mayim Bialik. Me ne rendo conto, il non vi dirà niente, ma per gli amanti di ''The Big Bang Theory'' è un’icona totale. Vi ricordate di Amy, la fidanzata di Sheldon? Ecco si tratta proprio di lei da brava fan della serie non potevo non approfittarne.

La giornata è proseguita con l’anteprima proprio de ''Il mago del cremlino'' con tanto di cast stellare in sala, una proiezione che è stata connotata dalla follia dall’inizio alla fine. Partiamo dal mini carpet interno dove ci siamo appostati come di consueto, sono passati tanti ospiti sconosciuti, tanti influencer e produttori quando ad un certo punto un uomo ben vestito guarda il mio amico Oscar e si muove nella sua direzione.
In un primo momento siamo tutti convinti che i due si conoscano, ma in realtà l’uomo si presenta in inglese e racconta una storia strampalata in cui sostiene di essere italiano, ma che gli altri abbiano fatto di tutto per non farlo credere a nessuno. Siamo tutti allibiti e senza parole, non riusciamo a replicare a nessuna delle sue mosse e così i miei amici si ritrovano con un selfie improbabile con questo sconosciuto e Chiara con un poster rovinato dalla firma dello sconosciuto. Di chi si tratta? Sinceramente non ne ho la più pallida idea.

Anche il film in quanto follia non è stato da meno, dovrebbe raccontare l’ascesa di Putin (Jude Law) dal punto di vista del suo stratega (Paul Dano), una premessa molto interessante che però si è presto trasformata in una fiction rai completamente piatta. Il vero capolavoro è però arrivato a proiezione terminata, mentre il pubblico applaudiva chiedendosi cosa caspita avesse visto, ecco che il regista Olivier Assayas colto dall’euforia si è messo ad arrampicarsi sui sedili della sala grande, intanto fuori dalla sala nel delirio generale mi sono ritrovata di fronte Alicia Vikander, una dei protagonisti. E vi aggiungo una cosa in più, nella follia è apparso improvvisamente Francis Ford Coppol con la figlia Sofia, evento surreale.

Usciti dal film nella zona del palazzo del festival c’era una confusione davvero folle, era in corso l’evento di premiazione di FIlming Italy e c’erano star italiane ovunque. Tra i vari sottolineo la presenza del leggendario Franco Nero, tra i vari Matilde Gioli, Margherita Buy, Marco Giallini, Claudio Santamaria e molti altri tra cui il leggendario Kevin Spacey che ho però potuto salutare solo da lontano.

Per fortuna niente movimenti strani per l’ultima proiezione della giornata, ma un ritardo da paura che ci ha fatto iniziare il film alle dieci e mezza di sera. Maestro di Andrea De Stefano con protagonista Pierfrancesco Favino racconta del rapporto tra un ragazzino che vuole fare il tennista e di un campione ormai caduto in disgrazia, una road movie in cui lo sport è metafora di vita.

Se la giornata di domenica mi aveva lasciato con l’amaro in bocca ecco che ieri sono partita subito con il turbo grazie alla visione di ''The smashing machine'' un altro film attesissimo in concorso. Il regista ed attore Benny Safdie si è lanciato nell’impresa di raccontare la storia di Mark Kerr, uno dei pionieri delle arti marziali miste, un lungometraggio molto bello interpretato in modo magistrale da ''The rock'' Dwayne Johnson ma che lascia un po’ di amaro in bocca. Con una storia così forte una regia dallo stile deciso, si sarebbe potuto calcare di più la mano riuscendo ad ottenere anche un capolavoro. Anche in questo caso subito dopo la proiezione eravamo già piazzati in transenna per i succosi arrivi della giornata.

Prima è stato il turno del cast di ''The testament of Ann Lee'' con Amanada Seyfried e Lewis Pullman e poi proprio ''The Smashing Machine'' con the rock ed Emily Blunt. Purtroppo non ho nessuna foto di mostrarvi con the rock, ma c’è stato un incontro speciale che ha praticamente bloccato tutta la sezione autografi. È stato un momento bello di condivisione, uno di quei ricordi che ti porti stretti dentro di te e che è stato immortalato anche dalla pagina ufficiale della Biennale di Venezia.

Anche in questo caso abbiamo avuto poco tempo per rimetterci in ordine che eravamo già all’arrembaggio per ''The Testament of Ann Lee''. Per questa volta grazie alla mia amica Alessia avevo dei posti di lusso, era riuscita a prenderli proprio in galleria vicino al cast a tal punto che sembrava poterne fare parte.
Il film, proiettato in pellicola, racconta la setta degli Shakers e della loro guida spirituale, sinceramente non avevo molte aspettative e così ne sono rimasta totalmente sorpresa. Seppur la trama sia un po’ traballante, a colpire è tutto l’impianto con una regia e una fotografia da paura. Secondo documentazioni ufficiali sono stati ben 15 i minuti di applauso con la regista Mona Fastvold e la protagonista Amanda Seyfried visibilmente emozionate. Escludendo ''La grazia'' di Sorrentino (che ha l’aggravante di essere il mio regista preferito) questo è il film più bello che ho visto quest’anno.

Io vi avevo preannunciato che nel finale ci sarebbe stato un colpo di scena bellissimo e così è stato. In sala a vedere ''The testament of Ann Lee'' c’era Paul Dano, ormai mi ero rassegnata a non avvicinarlo, ma quella presenza l’ho vista come un segno del destino. Ho aspettato che gli applausi finissero e mi sono posizionata in un posto tattico da cui ho visto sfilare il cast e appena Paul Dano era isolato ecco che mi sono avvicinata.

Non ho fatto nulla di eccezionale, gli ho solo detto una cosa a cui tenevo mentre venivo travolta dall’emozione e credo di averlo colpito in pieno visto che il nostro incontro si è concluso con un abbraccio. Sinceramente non potevo chiedere di meglio e posso dire di aver finalmente svoltato il mio festival.

Selfie di rito con la mia amica Chiara e Piefrancesco Favino
Viviamo ogni giornata sull’orlo di una crisi di nervi ma fortunatamente siamo un gruppo unito e solido e siamo pronti a sostenerci l’uno con l’altro. Negli ultimi due giorni è successo veramente di tutto, avrei già voluto raccontarvi qualcosa anche ieri, ma non mi reggevo letteralmente in piedi e così eccoci a provare a raccontare con un po’ di ordine le ultime follie e grandi emozioni.

Il cast di ''The last viking''. Al centro Mads Mikkelsen
Due giorni fa vi avevo lasciato sulle spine, stavo per andare a vedere il film danese ''The last viking'' con protagonista Mads Mikkelsen e devo dire che è stato un modo veramente belo di concludere la giornata. La pellicola diretta da Anders Thomas Jensen racconta il rapporto speciale di due fratelli, uno per galeotto e uno con un ritardo mentale che si ritrovano a fare un vero e proprio viaggio di scoperta e di crescita. Nonostante l’ora tarda ho riso a crepapelle, ma mi sono anche commossa di fronte ad una storia veramente toccante, non so se questo film uscirà mai in Italia, ma nel caso dovete assolutamente recuperarlo. Se sabato la giornata si era conclusa con grandi soddisfazione e belle speranze, ma è bastato arrivare alla mattina successiva per entrare nuovamente nel tunnel.

Edvige Fenech durante la premier de '''Il maestro''
Il mio quinto giorno di festival di Venezia si è aperto con la visione di ''Sotto le nuvole'', il nuovo documentario di Gianfranco Rosi che racconta di una Napoli speciale, quella sotterranea e più nascosta tra scavi e gente comune. Vi devo dire la verità, non avevo praticamente aspettative, ma si è trasformata in una bella esperienza che mi ha permesso di scoprire una Napoli con diverse sfaccettature. Appena il tempo dei 10 minuti di strada a piedi dalla remota palabiennale (luogo dove vengono fatte alcune proiezioni) che eravamo pronti a lottare in transenna per difendere il nostro posto.

Il cast de ''Il mago del Cremlino''
L’organizzazione è stata un disastro, come vi spiegavo qualche giorno fa i cast possono arrivare in conferenza stampa o in barca o in macchina, la prima è quella con più spazio e con un passaggio obbligato, mentre la seconda è sempre un terno al lotto. Gli addetti ai lavori ci avevano dato delle informazioni precise, tutti in barca come al solito e invece ecco il cast del mago del cremlino arrivare in macchina nascosti dalle fronde degli alberi.

Al centro Pierfrancesco Favino
In tutto il festival i due attori che attendevo di più erano proprio due di quel cast: Jude Law che seguo ormai da tantissimi anni e che anche l’anno scorso aveva illuminato il mio festival e soprattutto Paul Dano, attore straordinario e interprete del mio personaggio preferito di Little Miss Sunshine, uno dei film che mi stanno maggiormente nel cuore. Sarebbe stato l’inizio della rassegnazione, niente incontro per domenica, ma ancora non sapevo sarebbe arrivato un plot twist finale.

Jim Jarmusch
Se il mago del Cremlino ci era praticamente sfuggito, siamo invece riusciti ad incontrare l’onnipresente Pierfrancesco Favino e il cast di ''Father Mother Sister Brother'' di Jim Jarmusch. Oltre all’eclettico regista c’erano anche Cate Blanchett, Vicky Krieps, ma soprattutto Mayim Bialik. Me ne rendo conto, il non vi dirà niente, ma per gli amanti di ''The Big Bang Theory'' è un’icona totale. Vi ricordate di Amy, la fidanzata di Sheldon? Ecco si tratta proprio di lei da brava fan della serie non potevo non approfittarne.

Selfie con Mayim Bialik
La giornata è proseguita con l’anteprima proprio de ''Il mago del cremlino'' con tanto di cast stellare in sala, una proiezione che è stata connotata dalla follia dall’inizio alla fine. Partiamo dal mini carpet interno dove ci siamo appostati come di consueto, sono passati tanti ospiti sconosciuti, tanti influencer e produttori quando ad un certo punto un uomo ben vestito guarda il mio amico Oscar e si muove nella sua direzione.

Il momento dell'incontro con ''The rock''
In un primo momento siamo tutti convinti che i due si conoscano, ma in realtà l’uomo si presenta in inglese e racconta una storia strampalata in cui sostiene di essere italiano, ma che gli altri abbiano fatto di tutto per non farlo credere a nessuno. Siamo tutti allibiti e senza parole, non riusciamo a replicare a nessuna delle sue mosse e così i miei amici si ritrovano con un selfie improbabile con questo sconosciuto e Chiara con un poster rovinato dalla firma dello sconosciuto. Di chi si tratta? Sinceramente non ne ho la più pallida idea.

Willem Dafoe
Anche il film in quanto follia non è stato da meno, dovrebbe raccontare l’ascesa di Putin (Jude Law) dal punto di vista del suo stratega (Paul Dano), una premessa molto interessante che però si è presto trasformata in una fiction rai completamente piatta. Il vero capolavoro è però arrivato a proiezione terminata, mentre il pubblico applaudiva chiedendosi cosa caspita avesse visto, ecco che il regista Olivier Assayas colto dall’euforia si è messo ad arrampicarsi sui sedili della sala grande, intanto fuori dalla sala nel delirio generale mi sono ritrovata di fronte Alicia Vikander, una dei protagonisti. E vi aggiungo una cosa in più, nella follia è apparso improvvisamente Francis Ford Coppol con la figlia Sofia, evento surreale.

Selfie con Matilde Gioli
Usciti dal film nella zona del palazzo del festival c’era una confusione davvero folle, era in corso l’evento di premiazione di FIlming Italy e c’erano star italiane ovunque. Tra i vari sottolineo la presenza del leggendario Franco Nero, tra i vari Matilde Gioli, Margherita Buy, Marco Giallini, Claudio Santamaria e molti altri tra cui il leggendario Kevin Spacey che ho però potuto salutare solo da lontano.

Francis Ford Coppola e la figlia Sofia
Per fortuna niente movimenti strani per l’ultima proiezione della giornata, ma un ritardo da paura che ci ha fatto iniziare il film alle dieci e mezza di sera. Maestro di Andrea De Stefano con protagonista Pierfrancesco Favino racconta del rapporto tra un ragazzino che vuole fare il tennista e di un campione ormai caduto in disgrazia, una road movie in cui lo sport è metafora di vita.

Mark Kerr protagonista del film ''The smashing machine''
Se la giornata di domenica mi aveva lasciato con l’amaro in bocca ecco che ieri sono partita subito con il turbo grazie alla visione di ''The smashing machine'' un altro film attesissimo in concorso. Il regista ed attore Benny Safdie si è lanciato nell’impresa di raccontare la storia di Mark Kerr, uno dei pionieri delle arti marziali miste, un lungometraggio molto bello interpretato in modo magistrale da ''The rock'' Dwayne Johnson ma che lascia un po’ di amaro in bocca. Con una storia così forte una regia dallo stile deciso, si sarebbe potuto calcare di più la mano riuscendo ad ottenere anche un capolavoro. Anche in questo caso subito dopo la proiezione eravamo già piazzati in transenna per i succosi arrivi della giornata.

L'incontro con Lewis Pullman
Prima è stato il turno del cast di ''The testament of Ann Lee'' con Amanada Seyfried e Lewis Pullman e poi proprio ''The Smashing Machine'' con the rock ed Emily Blunt. Purtroppo non ho nessuna foto di mostrarvi con the rock, ma c’è stato un incontro speciale che ha praticamente bloccato tutta la sezione autografi. È stato un momento bello di condivisione, uno di quei ricordi che ti porti stretti dentro di te e che è stato immortalato anche dalla pagina ufficiale della Biennale di Venezia.

In sala per ''The testament of Ann Lee''
Anche in questo caso abbiamo avuto poco tempo per rimetterci in ordine che eravamo già all’arrembaggio per ''The Testament of Ann Lee''. Per questa volta grazie alla mia amica Alessia avevo dei posti di lusso, era riuscita a prenderli proprio in galleria vicino al cast a tal punto che sembrava poterne fare parte.

L'incontro (e la foto) con Paul Dano
Il film, proiettato in pellicola, racconta la setta degli Shakers e della loro guida spirituale, sinceramente non avevo molte aspettative e così ne sono rimasta totalmente sorpresa. Seppur la trama sia un po’ traballante, a colpire è tutto l’impianto con una regia e una fotografia da paura. Secondo documentazioni ufficiali sono stati ben 15 i minuti di applauso con la regista Mona Fastvold e la protagonista Amanda Seyfried visibilmente emozionate. Escludendo ''La grazia'' di Sorrentino (che ha l’aggravante di essere il mio regista preferito) questo è il film più bello che ho visto quest’anno.

L'incontro con Cate Blanchett
Io vi avevo preannunciato che nel finale ci sarebbe stato un colpo di scena bellissimo e così è stato. In sala a vedere ''The testament of Ann Lee'' c’era Paul Dano, ormai mi ero rassegnata a non avvicinarlo, ma quella presenza l’ho vista come un segno del destino. Ho aspettato che gli applausi finissero e mi sono posizionata in un posto tattico da cui ho visto sfilare il cast e appena Paul Dano era isolato ecco che mi sono avvicinata.

Foto di rito con Alicia Vikander
Non ho fatto nulla di eccezionale, gli ho solo detto una cosa a cui tenevo mentre venivo travolta dall’emozione e credo di averlo colpito in pieno visto che il nostro incontro si è concluso con un abbraccio. Sinceramente non potevo chiedere di meglio e posso dire di aver finalmente svoltato il mio festival.
Giorgia Monguzzi