Cronache dal Lido/9 e 10: ultimi giorni di visioni mentre attendiamo il gran finale
Ormai siamo agli sgoccioli, il nostro viaggio speciale alla Mostra del Cinema sta volgendo a termine e mi sto già facendo prendere dalla malinconia. Quest’anno è stato tutto di corsa, tutto incasinato, tutto sovrapposto, troppi appuntamenti che ci hanno necessariamente obbligato a rinunciare a qualcosa. Ancora non me la sento di fare dei bilanci, per quelli ci sarà tempo una volta tornati a casa e disfatte le valigie, intanto voglio godermi tutto di quello che rimane.
In attesa della grande cerimonia finale abbiamo passato due giorni densi di visioni, ma con pochissimi incontri. Metto già le mani avanti, non aspettatevi attori e attrici in questa doppia puntata del diario perché non li troverete, al loro posto una rapida carrellata di tutto ciò che sono riuscita a recuperare.

Dopo i fasti di ''In the hand of Dante'' il mio giovedì si è aperto con una sveglia alle 8, una cosa praticamente fantascientifica visto il ritmo frenetico degli ultimi giorni. La prima visione della mattina è stato ''Elisa'' il nuovo film di Leonardo di Costanzo con protagonista Barbara Ronchi che interpreta una donna detenuta per un omicidio ma che ha perso la memoria. Ammetto di avere aspettative molto alte visto i recenti lavori del regista, ma purtroppo il risultato è stato un film piatto, l’ennesimo prodotto stile fiction rai di cui siamo ormai saturi. Ben più interessante è stata la visione di ''The Voice of Hind Rajab'', il film palestinese che già ad inizio festival veniva investito del titolo del Leone d’oro. La regista ha deciso di raccontare la storia vera del tentativo della Mezzaluna Rossa di salvare una bambina rimasta in macchina con gli zii ormai deceduti, una vicenda molto forte che vien amplificata dalla tensione politica di questo periodo. Se la pellicola è molto forte dal punto di vita emozionale purtroppo pecca enormemente dal punto di vita tecnico con una regia a tratti nauseante (la macchina da presa che continua a muoversi fa presto girare la testa) e la recitazione che cade nel grottesco. Riuscirà comunque a vincere il Leone d’oro come molti auspicano? Sinceramente tifo per altro, ma vedremo come andrà a finire.

Giusto il tempo per rifocillarsi con un pranzo sostanzioso che eravamo già in sala per buttarci nella maratona di questa edizione del festival: la premiere de ''Il Mostro'' di Stefano Sollima. Il regista romano, celebre per la serie di romanzo criminale, ha deciso di portare in scena la vicenda del mostro di Firenze con una serie tv di quattro puntate. Avvalendosi di un vero e proprio consulente storico si è voluto dare nuova vita ad un fatto di cronaca italiana ancora avvolto nel mistero, l’intento non è assolutamente quello di spiegare o di avanzare ipotesi quanto piuttosto presentare i fatti così come stanno in modo semplice e chiaro. Ogni episodio analizza uno dei sospettati partendo dal primo delitto commesso dal Mostro, si segue la cosiddetta ''pista sarda'' analizzando amicizie e parentele, il risultato è un quadro netto e interessante che per la prima volta non si focalizza sul sospettato numero uno Pietro Pacciani. Nonostante i sedili fossero estremamente scomodi, non ho sentito per nulla le oltre tre ore e mezza di visione che mi ha regalato tante informazioni, ma anche un tremendo mal di gola che condivido con i miei compagni di avventura.
La soddisfazione per il Mostro è stata spenta dall’ultima visione di giornata, uno degli ultimi film in concorso al festival. Non so dirvi con esattezza di cosa parli ''Silent friend'', sicuramente c’è il tema della connessione delle piante, ma sviluppato su tre storie che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Sono state due ore e mezza confusionarie di cui purtroppo non ho perso nemmeno un pezzo, il consiglio è di starne alla larga. Il suggerimento vale anche per la pellicola della mattinata di venerdì, “girl”, opera prima di Shu Qi, è un insieme raffazzonato di scene senza senso in cui la bambina protagonista in pratica non dice una parola. Ancora non so come sia stato accolto dalla critica, ma per me rimane uno dei film peggiori visti a questo festival.

Dopo tante cose brutte, il resto della giornata è proseguito con visioni interessanti ed emozionanti, ma anche qualche sorpresa. È il caso di ''100 nights of Hero'', film a cui non avevo dato un euro, ma che avevo prenotato unicamente perché c’era un cast stellare, peccato che alla fine alla premiere non ci fosse nessuno…
E’ complicato raccontarvi la pellicola perché è una vera e propria esperienza a tuttotondo, una favola che ha al centro l’amicizia e il potere dl racconto. Le 100 notti citate nel titolo sono quelle che ha alla disposizione la protagonista per rimanere incinta, ma anche quelle di un giovane per conquistarla; in ognuna di queste notti a salvarla arriverà l’ancella che racconterà una storia senza velare la fine.

Visione piacevole, ma di tutt’altra natura è stata quella della premiere di ''Come ti muovi sbagli'', il nuovo film di Gianni de Gregorio che torna a dedicarsi in maniera ironica al tema della famiglia. Il protagonista è un uomo di lettere ormai in pensione che passa le giornate nella tranquillità della casa fino a che un giorno la figlia (interpretata da Greta Scarano) si presenterà a casa sua con i figli alla ricerca di ospitalità. Una pellicola fresca e per certi tratti leggera, ma che pone al centro l’importanza della famiglia arrivando direttamente al cuore.

La mia penultima serata al Festival si è conclusa in modo totalmente emozionante con ''L'isola di Andrea'', un dei film che attendevo maggiormente in questa edizione. Antonio Capuano ha deciso di mettere in scena la separazione di una coppia, interpretata da Vinicio Marchioni e Teresa Saponangelo, ma vita de punto di vista del figlio. È un film intenso senza fronzoli che tratta un tema delicato in modo sapiente ed emozionante, sarà forse la potente canzone finale, ma mi è scesa anche la prima lacrimuccia del festival.

Nel momento in cui vi scrivo l’orologio mi segna che è oltre l'una di notte e forse è meglio salutarvi. Mi aspetta una giornata intensa con il carpet di chiusura e finalmente conosceremo il film Leone d’oro.
In attesa della grande cerimonia finale abbiamo passato due giorni densi di visioni, ma con pochissimi incontri. Metto già le mani avanti, non aspettatevi attori e attrici in questa doppia puntata del diario perché non li troverete, al loro posto una rapida carrellata di tutto ciò che sono riuscita a recuperare.

Dopo i fasti di ''In the hand of Dante'' il mio giovedì si è aperto con una sveglia alle 8, una cosa praticamente fantascientifica visto il ritmo frenetico degli ultimi giorni. La prima visione della mattina è stato ''Elisa'' il nuovo film di Leonardo di Costanzo con protagonista Barbara Ronchi che interpreta una donna detenuta per un omicidio ma che ha perso la memoria. Ammetto di avere aspettative molto alte visto i recenti lavori del regista, ma purtroppo il risultato è stato un film piatto, l’ennesimo prodotto stile fiction rai di cui siamo ormai saturi. Ben più interessante è stata la visione di ''The Voice of Hind Rajab'', il film palestinese che già ad inizio festival veniva investito del titolo del Leone d’oro. La regista ha deciso di raccontare la storia vera del tentativo della Mezzaluna Rossa di salvare una bambina rimasta in macchina con gli zii ormai deceduti, una vicenda molto forte che vien amplificata dalla tensione politica di questo periodo. Se la pellicola è molto forte dal punto di vita emozionale purtroppo pecca enormemente dal punto di vita tecnico con una regia a tratti nauseante (la macchina da presa che continua a muoversi fa presto girare la testa) e la recitazione che cade nel grottesco. Riuscirà comunque a vincere il Leone d’oro come molti auspicano? Sinceramente tifo per altro, ma vedremo come andrà a finire.

Giusto il tempo per rifocillarsi con un pranzo sostanzioso che eravamo già in sala per buttarci nella maratona di questa edizione del festival: la premiere de ''Il Mostro'' di Stefano Sollima. Il regista romano, celebre per la serie di romanzo criminale, ha deciso di portare in scena la vicenda del mostro di Firenze con una serie tv di quattro puntate. Avvalendosi di un vero e proprio consulente storico si è voluto dare nuova vita ad un fatto di cronaca italiana ancora avvolto nel mistero, l’intento non è assolutamente quello di spiegare o di avanzare ipotesi quanto piuttosto presentare i fatti così come stanno in modo semplice e chiaro. Ogni episodio analizza uno dei sospettati partendo dal primo delitto commesso dal Mostro, si segue la cosiddetta ''pista sarda'' analizzando amicizie e parentele, il risultato è un quadro netto e interessante che per la prima volta non si focalizza sul sospettato numero uno Pietro Pacciani. Nonostante i sedili fossero estremamente scomodi, non ho sentito per nulla le oltre tre ore e mezza di visione che mi ha regalato tante informazioni, ma anche un tremendo mal di gola che condivido con i miei compagni di avventura.
La soddisfazione per il Mostro è stata spenta dall’ultima visione di giornata, uno degli ultimi film in concorso al festival. Non so dirvi con esattezza di cosa parli ''Silent friend'', sicuramente c’è il tema della connessione delle piante, ma sviluppato su tre storie che non c’entrano nulla l’una con l’altra. Sono state due ore e mezza confusionarie di cui purtroppo non ho perso nemmeno un pezzo, il consiglio è di starne alla larga. Il suggerimento vale anche per la pellicola della mattinata di venerdì, “girl”, opera prima di Shu Qi, è un insieme raffazzonato di scene senza senso in cui la bambina protagonista in pratica non dice una parola. Ancora non so come sia stato accolto dalla critica, ma per me rimane uno dei film peggiori visti a questo festival.

Dopo tante cose brutte, il resto della giornata è proseguito con visioni interessanti ed emozionanti, ma anche qualche sorpresa. È il caso di ''100 nights of Hero'', film a cui non avevo dato un euro, ma che avevo prenotato unicamente perché c’era un cast stellare, peccato che alla fine alla premiere non ci fosse nessuno…
E’ complicato raccontarvi la pellicola perché è una vera e propria esperienza a tuttotondo, una favola che ha al centro l’amicizia e il potere dl racconto. Le 100 notti citate nel titolo sono quelle che ha alla disposizione la protagonista per rimanere incinta, ma anche quelle di un giovane per conquistarla; in ognuna di queste notti a salvarla arriverà l’ancella che racconterà una storia senza velare la fine.

Visione piacevole, ma di tutt’altra natura è stata quella della premiere di ''Come ti muovi sbagli'', il nuovo film di Gianni de Gregorio che torna a dedicarsi in maniera ironica al tema della famiglia. Il protagonista è un uomo di lettere ormai in pensione che passa le giornate nella tranquillità della casa fino a che un giorno la figlia (interpretata da Greta Scarano) si presenterà a casa sua con i figli alla ricerca di ospitalità. Una pellicola fresca e per certi tratti leggera, ma che pone al centro l’importanza della famiglia arrivando direttamente al cuore.

La mia penultima serata al Festival si è conclusa in modo totalmente emozionante con ''L'isola di Andrea'', un dei film che attendevo maggiormente in questa edizione. Antonio Capuano ha deciso di mettere in scena la separazione di una coppia, interpretata da Vinicio Marchioni e Teresa Saponangelo, ma vita de punto di vista del figlio. È un film intenso senza fronzoli che tratta un tema delicato in modo sapiente ed emozionante, sarà forse la potente canzone finale, ma mi è scesa anche la prima lacrimuccia del festival.

Nel momento in cui vi scrivo l’orologio mi segna che è oltre l'una di notte e forse è meglio salutarvi. Mi aspetta una giornata intensa con il carpet di chiusura e finalmente conosceremo il film Leone d’oro.
Giorgia Monguzzi