Bevera: la festa del Santuario non smette di attirare fedeli dall'intero territorio

''Guardiamo alla nostra vita: non è forse anche il nostro cuore un po' complicato?''. Questo spunto di riflessione ha riassunto la motivazione che spinge volontari e organizzatori a celebrare la Festa del Santuario di Bevera. Il vasto programma di iniziative ha preso il via lunedì 8 settembre con la celebrazione delle messe e la benedizione dei bambini. 
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Il parroco don Giovanni Colombo

Tra appuntamenti spirituali - come la processione con la statua della Madonna – e intrattenimenti di ogni genere, la festa è entrata nel vivo nella giornata di domenica 14 settembre. Nel corso della celebrazione della messa - alla quale hanno preso parte anche i sindaci di Barzago, Castello Brianza e Sirtori - il parroco don Giovanni Colombo ha messo in luce lo spirito che anima la comunità.  
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''Proprio qui in chiesa - ha esordito il sacerdote - abbiamo letto la novella intitolata La Madonna di Bevera. Già nell’Ottocento, Cesare Cantù scrive un romanzo ispirato alle vicende che hanno portato alla nascita di questo santuario. Questo racconto intricato ci mostra come l’apparizione della Madonna non sia così lineare. Allo stesso modo, anche i lavori che hanno dato vita a questo luogo sono stati segnati da un percorso tortuoso; sul piano storico poi, la ricostruzione di questo edificio presenta delle lacune. Nonostante questo, sfido chiunque a guardare il proprio paese e affermare che sia tutto a posto. Allo stesso modo, ogni gruppo di appartenenza a cui facciamo riferimento nella vita di tutti i giorni. E ancora, a ogni famiglia: laddove vi sia una gioia, subito dopo arriva un turbamento di qualsiasi natura''.
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A partire da alcuni spunti della lettura, il sacerdote ha accompagnato ogni fedele all’interno di un’osservazione attuale e sentita. ''Il Vangelo che abbiamo ascoltato riporta una serie di nomi, non propriamente familiari al giorno d’oggi'' ha proseguito don Giovanni. ''Tuttavia, tra la linearità di questa storia possiamo scorgere la complessità di ogni vita: tra ogni nome letto possiamo scorgere intrighi, imbrogli, santità, passione, fedeltà… ci sono persone conosciutissime, accostate ad altre sconosciute. Allo stesso modo, ci risuonano maggiormente eventi a noi conosciuti rispetto ad altri ignoti. Dall’intreccio intricato, però, possiamo cogliere uno squarcio. Proprio da qui entra Gesù, cioè la salvezza grazie a Maria. Questa nascita ha uno scopo, Maria concepisce Gesù per condurlo in questa storia''.
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Da questo spunto, il parroco ha offerto un messaggio di speranza ai fedeli in un periodo storico segnato da profonda incertezza e difficoltà in apparenza insormontabili. ''Forse tutti i santuari sono sorti per donare questo squarcio'' ha concluso don Giovanni.
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''Questi santuari sorgono in luoghi belli, ma spesso in mezzo a crocevia o strade, tra paesi o in punti di incontro di comuni diversi. Questo santuario racchiude fedelmente questa vocazione: essere uno squarcio di cielo nella nostra storia personale e collettiva complicata. La presenza di Gesù deve ricordarci che noi non siamo soli: infatti, non casualmente la paura più grande dell’uomo è rimanere solo, abbandonato, non sentirsi di nessuno. Allora accorriamo a questo luogo sacro, chi occasionalmente, chi costantemente per la preghiera. Non solo nelle parole, ma anche nella volta centrale della navata possiamo ammirare un cielo azzurro aperto, come se fosse lì per ricordarci di questa speranza''.
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Don Giovanni con i tre sindaci Melissa Cereda (Barzago), Matteo Rosa (Sirtori), Aldo Riva (Castello Brianza) e il consigliere regionale Giacomo Zamperini

Al termine della celebrazione, la festa è proseguita anche sul piano conviviale, grazie all’impegno dei volontari. ''L’unica importante novità della festa - ha sottolineato Graziano Villa, fra gli organizzatori della manifestazione - è stata la gestione di venerdì sera da parte dei giovani. Si sono occupati del servizio ristorante, con cibo street food, accompagnati da una band che ha allietato la serata. Siamo contenti che circa venticinque ragazzi si siano messi in gioco in questa esperienza. Infatti, lo spirito che noi adulti vorremmo trasmettere loro, che da sempre ha animato queste iniziative, è la collaborazione. Vorremmo un giorno lasciare a loro le redini dell’organizzazione, per portare avanti questa tradizione che ci unisce da tanti anni. L'entusiasmo è arrivato anche dall’esterno: sia da vecchie conoscenze e amicizie, sia da nuove presenze provenienti dai paesi limitrofi''.
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Tra spiritualità e festa, tradizione e novità, la comunità ha saputo ancora una volta ritrovarsi attorno a quel ''cielo azzurro aperto'' che, come ha ricordato don Giovanni, rappresenta la speranza che accompagna il cammino di tutti. Un cammino che, anche se a tratti tortuoso, trova nei luoghi del cuore – come il Santuario di Bevera – una luce a cui guardare.
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Con questo stesso spirito, i festeggiamenti proseguono anche quest'oggi, accompagnati dalle ultime messe, dalla tradizionale pesca di beneficenza e da altri momenti di condivisione che continuano a coinvolgere grandi e piccoli.
V.I.
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