Gaza, ma non solo

Bellissimo e soprattutto assai partecipato (stimo il numero dei partecipanti se non 1000 almeno qualcosa di simile) il corteo svoltosi sabato a Lecco promosso da “STOP AL GENOCIDIO”.

Parteciparvi è stato il minimo che si potesse fare visto quanto sta succedendo in particolare a Gaza e in Cisgiordania: un paradigma estremo di quanto purtroppo sta succedendo anche in altre parti del mondo ma che trova in Palestina la massima espressione di ignobile e disumana prepotenza nei confronti di inerme popolazioni, incomparabilmente oltre gli orribili fatti del 7 ottobre 2023.

In occasioni simili e convergenti per non rimanere passivi di fronte all'orrenda brutalità ( ognuno userà di certo i termini che ritiene più adeguati) mascherata da false e strumentali motivazioni occorre, a mio avviso, accompagnare la riflessione anche con qualche ulteriore considerazione di ordine più generale ma non certamente fumoso ne tanto meno “paludato”.

Se c'è, come c'è, sempre il dovere di schierarsi senza ambiguità dalla parte degli oppressi, e tanto più e non solo da oggi riguardo alla questione Palestinese, c'è anche il dovere di non farsi risucchiare da logiche distruttive e altrettanto disumane come quelle che oggi prevalgono in Israele ma che hanno prevalso anche in Hamas.

Uno Stato d'Israele che in sostanza sembra voler infliggere oggi ad altrettanto inermi Palestinesi ciò che milioni di ebrei hanno orrendamente subito con la Shoah. Con l'aggravante che allora si poteva forse dire di non sapere, oggi invece tutti giorni vediamo coi nostri occhi preordinati massacri di uomini, donne e bambini innocenti.

Ma è altrettanto vero che oggi in Israele, ma anche nel vasto mondo della Diaspora, c'è chi cerca in vari modi, compreso l'obiezione di sempre più militari, di opporsi ad un governo di fanatici integralisti capeggiati da criminali che praticano un vero e proprio terrorismo di Stato.

Come non si può ne si deve ignobilmente identificare i Palestinesi con Hamas, con quest'ultimo in grave errore e quindi sicuramente da condannare ma purtroppo storicamente radicatasi anche in ragione della costatazione che il Diritto Internazionale non garantiva effettiva giustizia a Popolo Palestinese, così pure sarebbe un grave errore fare dell'Israele di oggi un'unica enorme massa di assassini.

E' solo ritrovando assieme le ragioni della comune umanità contro i più strumentali fanatismi a qualsiasi specie appartengano, compresi quelli che mascherano ipocritamente dietro false ragioni nazionalistiche e religiose le più aberranti motivazioni economiche e geopolitiche, che si potrà evitare la reciproca distruzione.

Bisognerebbe quindi aver sempre presente, ben al di sopra di qualsivoglia “particolarismo”, ciò che scriveva il compianto Don Lorenzo Milani rivolgendosi ai Cappellani Militari della Toscana vari anni fa ma che mantiene ancora oggi inalterato il suo assai significativo messaggio universale“Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.”

Ecco perché occorre, a prescindere da qualsiasi orientamento politico e senza ambiguità, schierarsi e mobilitarsi oggi , e non solo a parole, per la difesa di Gaza e dei Palestinesi e al contempo non farsi risucchiare da miopi logiche di stretta “appartenenza”che rischiano spesso di offuscare la vera Comunanza che non può che essere quella dell'appartenere all'unico genere umano.

Ecco perché ad esempio occorre accompagnare con il massimo d'attenzione e con tutti mezzi pacifici possibili la grande e coraggiosa navigazione umanitaria della Global Sumud Flotilla, una delle più autentiche e migliori espressioni dal basso della responsabilità popolare, quasi in supplenza dell'inerzia e dell'ignavia di molte Istituzioni.

Ma occorre ora soprattutto fermare Netanyahu e la sua banda di criminali dal compiere questo preordinato massacro genocida. E non si potrebbe non ritenere complice anche la leadership Usa col suo continuo festival dell'ipocrisia.

La Storia e la coscienza planetaria non potrà che tragicamente condannare chi si macchia di tali atrocità. Altro che portatori di Civiltà!
Germano Bosisio
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