Fragomeli (PD): ancora ritardi di Regione sulle Case di comunità

Continuano i sopralluoghi di ricognizione del consigliere regionale del Pd Gian Mario Fragomeli nelle Case di comunità della provincia di Lecco: ieri ha visitato le strutture di Calolziocorte e Oggiono.

''A sei mesi dal termine ultimo per la chiusura dell’attivazione dei servizi – ribadisce Fragomeli – il ritardo di Regione Lombardia è ancora molto tangibile. Per le Case di comunità lecchesi, come per tutte quelle della Lombardia, restano numerose difficoltà, in particolare per la carenza di personale medico e infermieristico. Tuttavia, sia a Calolziocorte sia a Oggiono, possiamo dire di aver trovato terreno fertile''.
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''In entrambe le strutture – fa sapere il consigliere dem – nonostante la mancanza di personale sufficiente, il Pua, Punto unico di accesso, è ben avviato e, pur tra mille difficoltà, l’integrazione dei servizi sta crescendo. Si sta inoltre rafforzando la presenza specialistica. A Calolziocorte, ad esempio, è garantita quotidianamente la presenza dello psicologo di base, mentre il cardiologo è disponibile quattro volte a settimana, il diabetologo due volte e l’endocrinologo una''.

''Anche a Oggiono – prosegue il consigliere - il Pua funziona piuttosto bene, gestendo pratiche importanti di sostegno e aiuto. Inoltre, la dotazione strumentale è persino migliore, dal momento che la struttura ha sempre ospitato il servizio di radiologia. Qui lo psicologo di base non è ancora presente, ma dovrebbe arrivare a breve''.

''Insomma, tra mille difficoltà e grazie all’impegno straordinario degli operatori, che dimostrano una forte volontà di sviluppare e rafforzare la medicina di territorio per fare prevenzione e cura, entrambe le strutture stanno dimostrando un grande sforzo nella presa in carico, attivando anche le sperimentazioni di collaborazione tra gli infermieri di comunità e i day hospital oncologici''. 
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''Se Regione Lombardia non avesse smantellato la rete dei servizi territoriali costruita negli anni precedenti – sottolinea Fragomeli – oggi saremmo sicuramente molto più avanti''.

Restano comunque criticità rilevanti: ''Nessuna di queste Case di comunità è al momento in grado di garantire un’apertura sulle 24 ore, o almeno sulle 12, come sarebbe necessario per essere davvero efficienti sul piano del primo intervento e del filtro rispetto agli accessi ospedalieri. Oltre agli orari ancora contenuti, vanno segnalate anche qui le difficoltà con i totem dell’accoglienza, che non rappresentano più solo un problema del Cup ospedaliero, ma di tutti i Cup. La Direzione Generale sta lavorando e confido riesca a rimodulare il sistema, nel frattempo sarà necessario fornire maggiore assistenza diretta agli utenti''.

''Ricapitolando – conclude Fragomeli – la direzione sociosanitaria e il personale stanno dimostrando il massimo impegno e la prevenzione sta migliorando. Ma la strada è ancora lunga: l’obiettivo di costruire una vera integrazione con i medici di base è lontano. È necessario che Regione Lombardia si impegni ad aumentare il numero dei professionisti, a incrementare la strumentazione e a potenziare la diagnostica di base''.
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