Dolzago saluta Luigi Aglioni: da parroco e sindaco il Grazie per il prezioso insegnamento lasciato

La comunità di Dolzago e non solo, si è riunita stamani in chiesa parrocchiale per l'ultimo saluto a Luigi Aglioni, spentosi negli scorsi giorni a seguito di una malattia che in una manciata di mesi non gli ha lasciato scampo. Capogruppo di minoranza in consiglio comunale dopo la candidatura a sindaco nella primavera dello scorso anno, il 53enne era una persona cara a molti; in tanti in questi giorni ne hanno ricordato la passione, l'umiltà e la gentilezza. Doti che – come emerso dalle parole del parroco don Walter Brambilla – Luigi Aglioni ha evidenziato anche nel breve, ma difficilissimo periodo della malattia. Sino all'ultimo giorno.
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''Ieri mi trovavo alla Nostra Famiglia a celebrare la messa e ho visto tante fragilità umane. Oggi siamo qui, decine e decine, attraversati dallo sdegno della morte. Se a Bosisio ho avuto l'impressione netta che Dio si trovasse lì, in mezzo a noi, lo stesso sentimento lo provo quest'oggi. Perchè è soprattutto dalle ferite di Gesù e dalla morte che capiamo il mistero di Dio'' ha detto il sacerdote, condividendo con i fedeli, le numerose occasioni di confronto avute con il compianto Aglioni in questi ultimi mesi.
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Luigi Aglioni

''Molti di noi sono stati raggiunti da Luigi con diversi messaggi'' ha proseguito don Walter, ricordando il primo, risalente al mese di luglio, nel quale il 53enne gli chiedeva di pregare per lui, che vedeva la morte avvicinarsi, lenta ma inesorabile. Un destino che purtroppo sapeva essere certo. 
Gli scambi telefonici si sono prolungati anche nel mese di agosto e settembre, fino al ricovero presso l'hospice di Lecco, dove il dolzaghese si è spento negli scorsi giorni. 
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''Luigi ci teneva aggiornati su come stavano andando le cose'' ha aggiunto il parroco tracciando un parallelismo tra la vicenda di Aglioni e il brano del Vangelo di Matteo letto poco prima. ''Cosa cambia tra l'hospice e l'orto del Getsemani? L'importante è che noi non siamo fuggiti, anzi: abbiamo risposto al suo invito, al bisogno di vicinanza. Molti saranno rimasti senza parole, stupiti o con il nodo alla gola nel vederlo cambiato dalla malattia. Eppure Luigi ha dato una grande lezione a tutti noi: c'è una cattedra della sofferenza che insegna molto di più di tanti libri'' ha rilevato don Walter. ''In questi mesi abbiamo imparato la lezione dell'amicizia, della preghiera, del perdono e che si può sorridere, pur nella sofferenza. Anche per me tutto questo è stato un grande insegnamento. Se si muore così, significa che Dio passa attraverso le nostre fragilità e ci lascia la sua impronta''.
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Imprenditore informatico, laureato in ingegneria al Politecnico di Losanna, padre di tre figli, nell'ultimo decennio Luigi Aglioni si era dedicato a tutto campo alla politica locale. Nel suo paese di residenza era sceso in campo per la prima volta nel 2019 a capo della compagine civica ''Uniti per il Cambiamento''; cinque anni più tardi la scelta di compattare l'intera opposizione in un'unica lista ''Lavorare X Dolzago'', sostenuta dai partiti di centrodestra e sconfitta dalla lista guidata dal sindaco uscente. 
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Sedutosi sui banchi della minoranza, Aglioni – militante di Fratelli d'Italia, partito quest'oggi rappresentato da diversi amministratori - non si era risparmiato, esprimendo critiche talvolta dure; una presenza assidua sino a qualche mese fa, quando per gravi motivi di salute il capogruppo aveva dovuto rinunciare alla partecipazione attiva. 
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Una caparbietà messa in risalto nel suo intervento sul finire della liturgia, dal sindaco Paolo Lanfranchi, presente in fascia tricolore accanto ad altri esponenti dell'amministrazione dolzaghese. ''Vorrei ringraziare Luigi che, come ha detto il don, ha permesso a molti – me compreso – di stargli vicino. In questi mesi ha cercato tante persone e io ho risposto volentieri alla sua chiamata: ogni giorno ci scambiavamo dei messaggi. Questo mi ha consentito di rimettere un po' in ordine le priorità della vita'' ha detto il primo cittadino.
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''Lo ringrazio per il suo insegnamento prezioso: spesso ce la prendiamo, litigando per questioni insignificanti, perdendo di vita il vero senso di questa nostra esistenza. Politicamente – ha proseguito Lanfranchi – sapete che eravamo su poli opposti; eppure la sua caparbietà mi mancherà. Dolzago perde una sentinella, una persona appassionata politicamente come ce ne sono poche. E i colleghi sindaci che vedo qui oggi, lo sanno molto bene''.
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A liturgia conclusa, il feretro di Luigi Aglioni ha lasciato la parrocchiale, fra le lacrime e il dolore trattenuto a stento dai presenti. Prima dell'avvio verso il cimitero di Galbiate – suo comune d'origine – in tanti si sono stretti al dolore dei familiari, in particolare della mamma, colpiti dalla repentina e prematura scomparsa del loro congiunto. Una persona che sicuramente ha lasciato una traccia indelebile in molti dei presenti alle esequie di quest'oggi.
G.C.
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