Monticello: bonsai in mostra nell'ex granio di Villa Greppi
Sabato 4 e domenica 5 ottobre l’ex granaio di Villa Greppi ha ospitato l’annuale mostra organizzata dall’associazione Brianza Bonsai da diversi anni per esporre le opere d’arte dei soci e per permettere a affezionati e novizi di apprezzare un’antica arte dal vivo.

Ogni bonsai è stato anche catalogato con un numero, così da poter permettere a ogni visitatore di poter indicare su un bigliettino la propria opera preferita, così da eleggere il ''miglior bonsai'' alla fine dell’esposizione, grazie anche al coinvolgimento e all’approvazione del pubblico.


Con ordine e precisione sono stati disposti sui tavoli in sala i bonsai, i ''piccoli alberi'' che i soci dell’associazione hanno curato con devozione durante tutto l’anno, espressioni non solo della meticolosità che un lavoro di questo genere richiede, ma anche della profonda connessione che questa disciplina condivide con la visione del mondo giapponese, un’estetica che riflette una concezione della vita alla ricerca dell’esattezza, dell’armonia, della pazienza.
Roberto Origgi, uno dei soci, ha specificato come ''ogni pianta cerca di riprodurre l’ambientazione intorno a sé nella propria forma: come ad esempio delle scogliere, oppure dei legni secchi, come si può ammirare in sala''.
I volontari dell’associazione si incontrano due volte a settimana per portare avanti la propria opera, condividendo le tecniche, gli studi e la propria esperienza specifica.

''I soci anziani illustrano le tecniche e guidano i più nuovi'' ha continuato Origgi. ''Faremo un corso base a novembre per presentare in maniera più concreta cosa significa curare un bonsai, presenteremo stili e tecniche e verrà fatta anche una piccola lavorazione''.


La mostra, molto partecipata, è stata arricchita anche dall’esibizione degli allieve del Zenkenyu Kendo Club di Carate Brianza che hanno incantato gli spettatori con una dimostrazione pratica di esercizio di kendo, contribuendo maggiormente a evocare una diversa forma di pensiero, di intesa della vita che appartiene al mondo giapponese.

"Ogni anno cerchiamo di aggiungere un’attività corollaria sempre nel contesto delle arti giapponesi per rispettare la mentalità diversa e illustrare le varie arti marziali e culturali per capire meglio il significato del bonsai. In passato abbiamo visto dimostrazioni con samurai, le tecniche del kintsugi ( il restauro di opere crepate con oro) per apprezzare una cultura diversa'' ha concluso volontario.

Enrico Monaco, direttore della Zenkenyu, ha spiegato dettagliatamente l'esibizione dei suoi allievi: ''abbiamo visto una dimostrazione condensata della pratica usuale del kendo: gli allievi hanno eseguito dei katà, che sono come dei passi base che poi verranno eseguiti per tutta la vita dei praticanti del kendo, alla ricerca di un miglioramento costante anche nei passi più semplici''.


Il principio alla base del kendo, che significa letteralmente ''via della spada'', vede nel miglioramento costante di sé stessi sia nel fisico che nello spirito un elemento portante di tutta la disciplina, che invade anche uno spazio etico - morale che definisce il comportamento dei praticanti al di fuori della palestra, seguendo una filosofia di vita che si esprime nell' esercizio costante.

''Personalmente ricordo sempre ai miei allievi che una katana non taglia se utilizzata con forza: i colpi vanno impressi con energia, con fluidità e gentilezza: nel kendo il rispetto per l’armonia del movimento è pari al rispetto per tutti i praticanti, sempre e ovunque, in Giappone con in Italia come in Tunisia. Questa è tra le cose più belle di questa arte, che ti permette sempre di trovare una famiglia'' ha concluso.

L’esposizione, curata e partecipata, possiede la capacità di incuriosire e stupire i visitatori, che sono rimasti incantati dalla bellezza dei bonsai e dall’energia e l’eleganza del kendo, sicuramente colpiti dai grandi insegnamenti che giovani e anziani traggono ogni giorno dalla filosofia di vita giapponese.

Ogni bonsai è stato anche catalogato con un numero, così da poter permettere a ogni visitatore di poter indicare su un bigliettino la propria opera preferita, così da eleggere il ''miglior bonsai'' alla fine dell’esposizione, grazie anche al coinvolgimento e all’approvazione del pubblico.


Con ordine e precisione sono stati disposti sui tavoli in sala i bonsai, i ''piccoli alberi'' che i soci dell’associazione hanno curato con devozione durante tutto l’anno, espressioni non solo della meticolosità che un lavoro di questo genere richiede, ma anche della profonda connessione che questa disciplina condivide con la visione del mondo giapponese, un’estetica che riflette una concezione della vita alla ricerca dell’esattezza, dell’armonia, della pazienza.

I volontari dell’associazione si incontrano due volte a settimana per portare avanti la propria opera, condividendo le tecniche, gli studi e la propria esperienza specifica.

Roberto Origgi (a sinistra) e Enrico Monaco
''I soci anziani illustrano le tecniche e guidano i più nuovi'' ha continuato Origgi. ''Faremo un corso base a novembre per presentare in maniera più concreta cosa significa curare un bonsai, presenteremo stili e tecniche e verrà fatta anche una piccola lavorazione''.


La mostra, molto partecipata, è stata arricchita anche dall’esibizione degli allieve del Zenkenyu Kendo Club di Carate Brianza che hanno incantato gli spettatori con una dimostrazione pratica di esercizio di kendo, contribuendo maggiormente a evocare una diversa forma di pensiero, di intesa della vita che appartiene al mondo giapponese.

"Ogni anno cerchiamo di aggiungere un’attività corollaria sempre nel contesto delle arti giapponesi per rispettare la mentalità diversa e illustrare le varie arti marziali e culturali per capire meglio il significato del bonsai. In passato abbiamo visto dimostrazioni con samurai, le tecniche del kintsugi ( il restauro di opere crepate con oro) per apprezzare una cultura diversa'' ha concluso volontario.

Enrico Monaco, direttore della Zenkenyu, ha spiegato dettagliatamente l'esibizione dei suoi allievi: ''abbiamo visto una dimostrazione condensata della pratica usuale del kendo: gli allievi hanno eseguito dei katà, che sono come dei passi base che poi verranno eseguiti per tutta la vita dei praticanti del kendo, alla ricerca di un miglioramento costante anche nei passi più semplici''.


Il principio alla base del kendo, che significa letteralmente ''via della spada'', vede nel miglioramento costante di sé stessi sia nel fisico che nello spirito un elemento portante di tutta la disciplina, che invade anche uno spazio etico - morale che definisce il comportamento dei praticanti al di fuori della palestra, seguendo una filosofia di vita che si esprime nell' esercizio costante.

''Personalmente ricordo sempre ai miei allievi che una katana non taglia se utilizzata con forza: i colpi vanno impressi con energia, con fluidità e gentilezza: nel kendo il rispetto per l’armonia del movimento è pari al rispetto per tutti i praticanti, sempre e ovunque, in Giappone con in Italia come in Tunisia. Questa è tra le cose più belle di questa arte, che ti permette sempre di trovare una famiglia'' ha concluso.

L’esposizione, curata e partecipata, possiede la capacità di incuriosire e stupire i visitatori, che sono rimasti incantati dalla bellezza dei bonsai e dall’energia e l’eleganza del kendo, sicuramente colpiti dai grandi insegnamenti che giovani e anziani traggono ogni giorno dalla filosofia di vita giapponese.
L.F.