Oggiono: le Antiche Dimore in Brianza raccontate con uno scatto
Un viaggio tra storia, architettura e fotografia per riscoprire il fascino nascosto di Villa Sironi (Oggiono), Villa Cabella (Annone) e Villa Amman (Ello). Questo è lo spirito della mostra fotografica organizzata dal Circolo Culturale Angelo Tenchio, conclusa domenica 5 ottobre nella splendida location di Villa Sironi.
L’iniziativa ''Antiche Dimore in Brianza'' proposta nell'ambito della rassegna ''Ville Aperte in Brianza'', ha rivelato per la prima volta lo stile ''Coppedè''. Questo raro esempio nel territorio brianzolo di un’architettura ricca e simbolica è stato colto dalla passione dei fotografi Renata Molteni, Beatrice Colombo e Luigi Angiolicchio.

''Abbiamo raggruppato questi antichi palazzi, al fine di realizzare una mostra fotografica'' ci ha descritto il progetto Dario Ripamonti del Circolo Culturale Angelo Tenchio. ''Questa mostra è stata inaugurata un anno fa e presentata anche a Bellagio: in seguito, in questa seconda parte abbiamo introdotto i dettagli di Villa Sironi, integrando la sua storia. Le installazioni mettono in risalto la particolarità dello stile ''Coppedè'', una fusione eclettica tra stile liberty dell’Art Nouveau, Barocco, Gotico e altre forme artistiche. Questa cifra stilistica è presente in questa struttura, una cifra stilistica ben visibile in Villa Sironi, raro esempio in Brianza di questo linguaggio architettonico. A Roma, per esempio, è visibile un intero quartiere, caratterizzato da ville di questo stile''.
Un evento che si propone di mettere in luce dettagli e caratteristiche stilistiche che spesso sfuggono agli occhi dei non addetti ai lavori. È nato così il progetto, frutto della collaborazione tra l’associazione culturale locale e i proprietari delle ville, come racconta Dario: ''questo stile nasce da una famiglia di decoratori, focalizzato sulla rappresentazione enfatizzata del dettaglio. Barbieri, architetto di Villa Sironi, e il decoratore Coppedè hanno tradotto questa peculiarità in scelte progettuali e decorative che caratterizzano l’intero edificio. La mostra fotografica offre uno sguardo sui palazzi privati, solitamente chiusi al pubblico, protagonisti della precedente esposizione. L'iniziativa nasce dal desiderio di avvicinare la comunità all’arte e alla cultura che questi edifici rappresentano, attraverso il racconto della loro storia''.

A questo scopo, la fotografia è stata la forma artistica scelta per rappresentare fedelmente la filosofia di questo stile eclettico. ''Grazie alla disponibilità dei proprietari - ha concluso Ripamonti - abbiamo dedicato una giornata completa allo scatto. Dunque, li ringraziamo per la loro collaborazione sia per le fotografie sia per l’esposizione delle opere. Colgo l’occasione per ringraziare anche alcuni ragazzi di "Striscia Gialla'', che hanno preso parte all’iniziativa con la realizzazione di disegni. Insieme alle fotografie, coloro che vengono a visitare possono scorgere questi particolari anche dalla loro personale rappresentazione della villa''.

Un progetto che ha saputo restituire luce a luoghi spesso dimenticati, trasformando dettagli architettonici in narrazioni visive e aprendo le porte di dimore che, per un fine settimana, sono diventate patrimonio di tutti. La mostra si è così rivelata non solo un’occasione per ammirare la bellezza di uno stile raro e affascinante, ma anche un invito a guardare con occhi nuovi il territorio, riscoprendone l’anima attraverso la lente dell’arte e della memoria.
L’iniziativa ''Antiche Dimore in Brianza'' proposta nell'ambito della rassegna ''Ville Aperte in Brianza'', ha rivelato per la prima volta lo stile ''Coppedè''. Questo raro esempio nel territorio brianzolo di un’architettura ricca e simbolica è stato colto dalla passione dei fotografi Renata Molteni, Beatrice Colombo e Luigi Angiolicchio.

''Abbiamo raggruppato questi antichi palazzi, al fine di realizzare una mostra fotografica'' ci ha descritto il progetto Dario Ripamonti del Circolo Culturale Angelo Tenchio. ''Questa mostra è stata inaugurata un anno fa e presentata anche a Bellagio: in seguito, in questa seconda parte abbiamo introdotto i dettagli di Villa Sironi, integrando la sua storia. Le installazioni mettono in risalto la particolarità dello stile ''Coppedè'', una fusione eclettica tra stile liberty dell’Art Nouveau, Barocco, Gotico e altre forme artistiche. Questa cifra stilistica è presente in questa struttura, una cifra stilistica ben visibile in Villa Sironi, raro esempio in Brianza di questo linguaggio architettonico. A Roma, per esempio, è visibile un intero quartiere, caratterizzato da ville di questo stile''.
Un evento che si propone di mettere in luce dettagli e caratteristiche stilistiche che spesso sfuggono agli occhi dei non addetti ai lavori. È nato così il progetto, frutto della collaborazione tra l’associazione culturale locale e i proprietari delle ville, come racconta Dario: ''questo stile nasce da una famiglia di decoratori, focalizzato sulla rappresentazione enfatizzata del dettaglio. Barbieri, architetto di Villa Sironi, e il decoratore Coppedè hanno tradotto questa peculiarità in scelte progettuali e decorative che caratterizzano l’intero edificio. La mostra fotografica offre uno sguardo sui palazzi privati, solitamente chiusi al pubblico, protagonisti della precedente esposizione. L'iniziativa nasce dal desiderio di avvicinare la comunità all’arte e alla cultura che questi edifici rappresentano, attraverso il racconto della loro storia''.

A questo scopo, la fotografia è stata la forma artistica scelta per rappresentare fedelmente la filosofia di questo stile eclettico. ''Grazie alla disponibilità dei proprietari - ha concluso Ripamonti - abbiamo dedicato una giornata completa allo scatto. Dunque, li ringraziamo per la loro collaborazione sia per le fotografie sia per l’esposizione delle opere. Colgo l’occasione per ringraziare anche alcuni ragazzi di "Striscia Gialla'', che hanno preso parte all’iniziativa con la realizzazione di disegni. Insieme alle fotografie, coloro che vengono a visitare possono scorgere questi particolari anche dalla loro personale rappresentazione della villa''.

Un progetto che ha saputo restituire luce a luoghi spesso dimenticati, trasformando dettagli architettonici in narrazioni visive e aprendo le porte di dimore che, per un fine settimana, sono diventate patrimonio di tutti. La mostra si è così rivelata non solo un’occasione per ammirare la bellezza di uno stile raro e affascinante, ma anche un invito a guardare con occhi nuovi il territorio, riscoprendone l’anima attraverso la lente dell’arte e della memoria.
V.I.