Spaccio nei boschi della droga: spazzate via due batterie di pusher, 5 in carcere
La (nuova) ordinanza di custodia cautelare gli è stata notificata... in carcere. "Lupo", nome di battaglia di un 32enne marocchino, irregolare sul territorio italiano, già gravato da recidiva specifica reiterata infra quinquennale (dunque non nuovo allo spaccio, per sintetizzare), si trova infatti già "al fresco" per altra causa. E' attorno a lui che, secondo gli investigatori della Squadra Mobile di Lecco, guidati dalla dottoressa Simona De Luca, gravitava uno dei due gruppi di pusher eradicati dopo un anno e mezzo di attività. In cella sono finiti altresì altri quattro suoi connazionali, tutti under 40, illegalmente nel nostro Paese, tutti senza fissa dimora e già con precedenti, parte della compagine che porta il suo "nome" o di quella ribattezzata "Mazzacavallo" dagli inquirenti, dal nome della località attorno al quale gravitava il loro business. Fiorente, nemmeno a dirlo.
Il Questore Stefania Marrazzo, il Procuratore Ezio Domenico Basso e la dirigente della Squadra Mobile Simona De Luca
Perché come ribadito ancora una volta anche dal Procuratore Domenico Ezio Basso, laddove c'è qualcuno che vende, è perché c'è qualcuno che compra. E, nel caso specifico, anche con una certa fidelizzazione, basti pensare che in riferimento ad uno dei 35 acquirenti escussi, nell'ambito delle indagini, dalla Polizia, sono stati accertati qualcosa come 678 "acquisti" tra fine 2023 e aprile 2025, con una cadenza quasi giornaliera, dunque, a colpi di mezzo grammo di cocaina alla volta, pagato non più di quaranta euro, grazie anche allo "sconto" ricevuto proprio perché habitué.
Oltre 10.000 le cessioni di sostanza stupefacente - non solo "polvere bianca" ma anche hashish e perfino eroina - quantificate dalla Squadra antidroga della Questura cittadina, per un giro d'affari di più di 300.000 euro.
A far scattare le attività è stato "Lupo" stesso. Nella ricostruzione degli inquirenti il 18 febbraio 2024 a Garbagnate Monastero avrebbe "fatto fuoco", con un fucile a pallini, contro un cliente colpendolo alle gambe. A raccontarlo è stato lo stesso avventore, durante il suo accesso in ospedale, dicendosi consumatore di cocaina e di aver avuto una lite a seguito di una compravendita di droga. Ecco perché al magrebino, è contestato anche il reato di lesioni personale aggravate dall'uso dell'arma, in questo caso "potenzialmente pericolosa, ma depotenziata" come sottolineato dalla dottoressa De Luca, raccontando poi come i suoi uomini, partendo dall'inquietante episodio, siano riusciti, nell'arco di indagini portate avanti fino al maggio 2025, a individuare gli appartenenti non solo al gruppo di spaccio di “Lupo”, operante nelle zone boschive, tra Costa Masnaga, Bulciago, Sirtori, Nibionno e appunto Garbagnate, ma anche i componenti di altra batteria con attività parallela - e scambio ogni tanto di galoppini, essendo spesso gli stessi assuntori in cerca di dosi e dunque pronti a aiutare i pusher pur di ottenere la droga - in azione prevalentemente sempre a Garbagnate, Nibionno e Molteno, lungo la ss36.
Sempre lo stesso il modus operandi: il cliente chiama, concorda il quantum e il luogo, si presenta poi nel bosco dove avviene un rapidissimo scambio droga-denaro, alla presenza di uno spacciatore che non ha con sé altro, per evitare l'arresto in caso in cui venga "beccato" sul fatto.
Nove le misure custodiali in carcere chieste e ottenute dal Giudice per le Indagini preliminari all'esito dell'indagine. Ha quindi avuto inizio una capillare attività info-investigativa finalizzata al rintraccio e alla localizzazione degli stessi. Nella prime ore della mattinata del 2 ottobre è scattata l'operazione della Squadra Mobile, con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine, che ha portato alla cattura di quattro indagati, con il quinto provvedimento notificato invece, come già detto, in carcere a "Lupo".
"Tutto questo lavoro per chiedere 9 misure cautelari?" la battuta dalla quale il Procuratore Basso ha sviluppato il suo ragionamento, ben conscio di come dopo oltre un anno di lavoro, di fatto, il risultato sia minimo rispetto alla diffusione dello spaccio sul nostro territorio, con il fenomeno polarizzato lungo la ss36, in Alto Lago e nella città di Lecco. "Questi però - ha aggiunto rispetto agli arresti - sono dei segnali che abbiamo il dovere di dare. E' il segnale che la Polizia di Stato e l'Autorità Giudiziaria non abbasseranno mai la guardia. Non è la prima, ma non sarà nemmeno l'ultima di queste operazioni".
Chiaro il messaggio. Anche per i 4 soggetti non ancora rintracciati. "Continueremo a cercarli" l'aggiunta, infatti, della dottoressa De Luca, con il Questore Stefania Marrazzo pronta a sua volta a rimarcare come giusto quindici giorni fa, "scovando" 6 chili di droga, contanti per 19.000 euro, telefoni e armi in un bosco a Colico, si sia inferto un altro duro colpo agli spacciatori, portando avanti un servizio mirati per aggredire il fenomeno parallelamente all'attività investigativa, solitamente più lunga, ma altresì portatrice di risultati come dimostrato dall'Operazione "Mazzacavallo".