Cremella: serata sulla sanità in Lombardia, fra luci e ombre

''Migliorare la sanità lombarda: meno liste di attesa, più medici di famiglia, più case di comunità'': questo il titolo dell'incontro pubblico in scena mercoledì sera nella sala consiliare di Cremella. Ad introdurre la serata, il sindaco Cristina Brusadelli che ha subito presentato i due ospiti: il medico chirurgo Marco Magri e il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli.
''Sono molto lieta di ospitare questo momento di approfondimento e riflessione'' ha detto l'amministratrice nel rivolgersi ai numerosi partecipanti, sottolineando quanto la serata rappresentasse un’occasione per conoscere più da vicino la sanità regionale e territoriale a trecentosessanta gradi. ''Tutto sommato la nostra sanità funziona, anche se è necessario apportare qualche cambiamento. Oggi avrete la possibilità di interagire con due persone che vivono questa situazione nel quotidiano e che quindi saranno in grado di spiegarvi al meglio come stanno le cose''.
cremellasanita2.jpg (80 KB)
Da sinistra il sindaco Cristina Brusadelli, il dottor Marco Magri e il sindaco Gian Mario Fragomeli

Il primo a prendere la parola è stato il dottor Marco Magri che nel suo intervento ha innanzitutto ripercorso la storia della sanità territoriale, concentrandosi specialmente sulla figura del medico di famiglia. ''La figura del medico di medicina generale ha cambiato nel tempo le proprie funzioni, come anche il nome e ha sottolineato le difficoltà di questi nel trovare il proprio ruolo all’interno della vita del territorio; in particolare negli ultimi anni si ha assistito ad una crescente difficoltà nel trovare medici di base, costringendo questi ultimi a diventare una figura professionale estremamente poliedrica a causa dell'alto numero di pazienti che inevitabilmente si trova a seguire'' ha detto il camice bianco, rilevando poi come il vero problema non sia tanto l’aumento delle richieste di servizi, quanto la mancanza di un conseguente aumento dell'offerta.
Bisogna dunque – a detta di Magri - trovare una soluzione, in particolare per fare fronte alla situazione di stress non solo dei medici di base, ma anche del pronto soccorso, che ha una grave penuria di personale in rapporto al numero di pazienti che si presentano ogni giorno.
cremellasanita1.jpg (83 KB)
Successivamente l'ospite ha introdotto il tema delle case di comunità, strutture estremamente utili poichè dovrebbero fungere da collegamento tra i medici di famiglia e gli ospedali più grandi che permettono di mettere in sinergia le diverse figure professionali presenti sul territorio in modo da poter fare fronte alle necessità sia della crescente popolazione anziana, sia dei più giovani che chiedono maggiore attenzione in ambito psicologico ed emotivo. 
''Non solo le infrastrutture sono importanti, ma è necessario recuperare anche la passione di chi lavora nell'ambito sanitario, in modo che possa offrire il miglior servizio possibile'' ha concluso Magri.
cremellasanita3.jpg (54 KB)
Il consigliere regionale Gian Mario Fragomeli ha affrontato invece tre macro questioni: l’evoluzione dell’erogazione del servizio territoriale ospedaliero, le tempistiche delle liste d’attesa e il tema delle case di comunità che si propongono come tramite tra medicina di base ed ospedale. 
Inizialmente il dem – già sindaco di Cassago – si è focalizzato sull’ospedale Mandic, presidio che ''ha visto nel corso degli anni un aumento delle percentuali di utenti ricoverati non residenti, ma con una diminuzione complessiva degli utenti residenti, poiché molti preferiscono rivolgersi a strutture fuori provincia. Tra il 2023 e il 2024 in particolare il pronto soccorso di Merate non copre i casi più gravi come codici rossi e gialli, aumentano invece quelli bianchi e verdi; tutte le casualties arrivano in particolare dall'area del meratese'' ha detto Fragomeli, per poi passare all'analisi delle azioni del singolo cittadino in risposta all’offerta delle prestazioni.
Secondo il consigliere regionale la maggior parte dei meratesi ha iniziato a spostarsi verso il Manzoni di Lecco, l'ospedale di Vimercate o strutture private accreditate a causa della diminuzione dei servizi erogati a Merate.
cremellasanita4.jpg (55 KB)
Infine per trattare più in profondità la tematica delle case di comunità collegate alla questione dell'emissione di prescrizioni mediche, Fragomeli ha fornito ai presenti alcuni dati. ''Tra il 2023 e il 2024 il 30% delle ricette e delle impegnative del territorio sono state emesse a livello ambulatoriale presso i medici ospedalieri, mentre il restante 70% viene dai medici di base''.
Il consigliere regionale tuttavia, ha fatto notare come la maggior parte degli utenti non sia stato in grado di trovare un’adeguata risposta al proprio fabbisogno presso le strutture locali e sono stati dunque obbligati a rivolgersi ai presidi presenti nell’area del milanese. Per tentare di migliorare questo punto critico le case di comunità si stanno allora sforzando di creare una rete tra diverse e molteplici strutture, in modo tale da riuscire a costruire una cartella clinica personalizzata a misura di ogni paziente.
cremellasanita5.jpg (69 KB)
Dunque sulla carta le strutture rappresentano un'ottima risorsa; secondo la previsione del decreto però, entro il 2026 queste dovranno entrare a pieno regime H24 e 7/7 con la presenza di personale infermieristico qualificato per dodici ore al giorno. Una previsione non totalmente attuabile in quanto l’organico manca; questa carenza obbliga quindi a ricorrere a nuovi medici ed infermieri dall'India e dall’Uzbekistan. 
Fragomeli ha concluso però il suo discorso con una nota positiva: ''Nonostante il progetto sia leggermente in ritardo rispetto ai tempi previsti, la Regione si pone l’obiettivo di alleggerire lo stress sugli ospedali e sui pronto soccorso del territorio''.
cremellasanita6.jpg (44 KB)
Il sindaco Brusadelli ha ringraziato i due ospiti, lasciando spazio alle domande e alle osservazioni dei presenti; un momento durante il quale sono emerse diverse osservazioni come che le case di comunità riprendono il modello dei distretti sanitari, nati per evitare che piccoli problemi gravassero su strutture già sovraccariche e sono quindi un buon progetto. Attualmente però, molti pazienti sono costretti a spostarsi lontano per farsi curare, il che evidenzia un ampio margine di miglioramento, soprattutto mantenendo centrale il ruolo dei medici di base. Si sottolinea quindi la necessità che la Regione presti maggiore attenzione alla territorialità, così da ridurre gli spostamenti dell'utenza. Inoltre, è emerso un problema pratico nella comunicazione tra ospedali, difficoltà attribuita principalmente alle restrizioni legate alla tutela della privacy, che ostacolano la condivisione digitale dei dati sanitari come i referti tra le diverse strutture.
cremellasanita7.jpg (87 KB)
La sfida della sanità lombarda si gioca quindi sulla capacità di coniugare innovazione strutturale e umanizzazione del servizio, valorizzando il ruolo cruciale dei medici di base e potenziando le case di comunità come nodi centrali di integrazione territoriale. Solo con un impegno condiviso tra istituzioni, operatori sanitari e cittadini sarà possibile ridurre le liste di attesa, garantire cure più vicine a casa e alleviare la pressione su ospedali e pronto soccorso, costruendo così un sistema più efficiente e sostenibile per il futuro.
I.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.