Il suono leggero delle foglie e il silenzio sul covid in agguato
In queste giornate di sole autunnale, camminando lungo un sentiero di montagna, si può ascoltare il suono delle pigne che toccano le foglie secche. Si ha la sensazione che cadano in coppia o distanziate l’una dall’altra o in gruppo come se si fossero date appuntamento. Basta soffermarsi, chiudere gli occhi per qualche istante accanto a una pianta, per sentire una sinfonia di foglie, che staccandosi dai rami producono un suono leggero che richiama un ballo appena annunciato, di tic tac. Tuttavia, la nota più tonica è quella del riccio, che, staccandosi emette un suono forte, tanto da far voltare la testa per l’acuto emesso e produce un leggero brivido. Al posto del riccio, potrebbe essere una volpe, un cinghialetto, un capriolo, una lepre; insomma è una reazione normale di allerta quella di voltarsi a controllare, uno squillo di sassofono: poi l’inganno si stempera.
Come spesso succede, le castagne sgusciano, scivolano sulle foglie ingiallite mettendo uno strano stridulo. Lo scarpone, come il suono del tamburo, cadendo sulle foglie, prive di linfa e rannicchiate come pelle disidratata, emette un lamento struggente come quello di Violetta (Traviata, Giuseppe Verdi), che sente la sua fine ormai vicina, aspetta Alfredo prima che sia troppo tardi.
Il suo canto è una sorta di danza della morte: ''Le foglie morte cadono a mucchi./ Vedi: non ho dimenticato./ Le foglie morte cadono a mucchi/ come i ricordi e i rimpianti/ e il vento del Nord le porta via/ nella fredda notte dell’oblio./ (Foglie morte, Jacques Prévert -seconda rima-)''.
Lo stesso lamento di Violetta si prova entrando in qualsiasi ospedale, camminando tra corridoi e stanze. I rumori sono di altra natura, non viene voglia di chiudere gli occhi, anzi, le orecchie e le pupille si dilatano (midriasi) per lo stress, per l’ansia che sale dalla gola. Nessuno ti suggerisce di mettere la maschera, però ti accorgi che molti operatori la portano. Ti soffermi a scambiare quattro parole e ti raccontano che l’amico o un figlio o un parente ha preso il Covid.
Il Covid-19 è in giro.
Non c’è un minimo di informazione ufficiale sulla stampa e nei mezzi di comunicazione, se non qualcosa in internet. A ottobre, le varianti circolanti e che suscitano maggior attenzione sono rappresentate da KP.3.1.1, dalla variante ricombinante XEC e dalle relativamente nuove varianti Nimbus (NB.1.8.1) e Stratus (o XFG, un'altra variante ricombinante). Quest'ultima in particolare si sta diffondendo velocemente in Europa, Italia compresa, contribuendo all'incremento dei casi che si stanno verificando in queste settimane.
Ad ogni modo, entrando più nel dettaglio, in caso di infezioni da SARS-CoV i sintomi sono: febbre o febbricola; sensazione di malessere generale e debolezza; stanchezza; mal di gola; tosse; raucedine (voce rauca); dolori muscolari; dolori articolari. Inoltre, possono ancora manifestarsi sintomi respiratori, come difficoltà a respirare. La malattia da COVID-19 in forma grave può ancora svilupparsi. In questo senso, sono particolarmente a rischio i pazienti considerati fragili (ad esempio, pazienti anziani, pazienti immunodepressi, ecc.). È fondamentale sentire il medico di base.
Il governo regionale, l’assessorato e il ministero si guardano bene di dare un minimo di informazione. Il Ministero della Salute si limita a rilasciare un aggiornamento settimanale. In questo periodo, il Ministero della Salute sta notando una certa variabilità, tuttavia, come ci si aspettava, fra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si è registrato un incremento dei casi segnalati ed è probabile che, con l’arrivo della stagione autunno-inverno 2025, i casi aumenteranno.
Negli ospedali e negli ambulatori non c’è nessuna indicazione. L’attuale Governo e quest’Amministrazione Regionale sono figli del negazionismo. Chi va in luoghi affollati, come ospedali, ambulatori, aeroporti, metropolitana, treni e non solo, dovrebbe indossare la mascherina e portare con sé il disinfettante come prevenzione.
Come spesso succede, le castagne sgusciano, scivolano sulle foglie ingiallite mettendo uno strano stridulo. Lo scarpone, come il suono del tamburo, cadendo sulle foglie, prive di linfa e rannicchiate come pelle disidratata, emette un lamento struggente come quello di Violetta (Traviata, Giuseppe Verdi), che sente la sua fine ormai vicina, aspetta Alfredo prima che sia troppo tardi.
Il suo canto è una sorta di danza della morte: ''Le foglie morte cadono a mucchi./ Vedi: non ho dimenticato./ Le foglie morte cadono a mucchi/ come i ricordi e i rimpianti/ e il vento del Nord le porta via/ nella fredda notte dell’oblio./ (Foglie morte, Jacques Prévert -seconda rima-)''.
Lo stesso lamento di Violetta si prova entrando in qualsiasi ospedale, camminando tra corridoi e stanze. I rumori sono di altra natura, non viene voglia di chiudere gli occhi, anzi, le orecchie e le pupille si dilatano (midriasi) per lo stress, per l’ansia che sale dalla gola. Nessuno ti suggerisce di mettere la maschera, però ti accorgi che molti operatori la portano. Ti soffermi a scambiare quattro parole e ti raccontano che l’amico o un figlio o un parente ha preso il Covid.
Il Covid-19 è in giro.
Non c’è un minimo di informazione ufficiale sulla stampa e nei mezzi di comunicazione, se non qualcosa in internet. A ottobre, le varianti circolanti e che suscitano maggior attenzione sono rappresentate da KP.3.1.1, dalla variante ricombinante XEC e dalle relativamente nuove varianti Nimbus (NB.1.8.1) e Stratus (o XFG, un'altra variante ricombinante). Quest'ultima in particolare si sta diffondendo velocemente in Europa, Italia compresa, contribuendo all'incremento dei casi che si stanno verificando in queste settimane.
Ad ogni modo, entrando più nel dettaglio, in caso di infezioni da SARS-CoV i sintomi sono: febbre o febbricola; sensazione di malessere generale e debolezza; stanchezza; mal di gola; tosse; raucedine (voce rauca); dolori muscolari; dolori articolari. Inoltre, possono ancora manifestarsi sintomi respiratori, come difficoltà a respirare. La malattia da COVID-19 in forma grave può ancora svilupparsi. In questo senso, sono particolarmente a rischio i pazienti considerati fragili (ad esempio, pazienti anziani, pazienti immunodepressi, ecc.). È fondamentale sentire il medico di base.
Il governo regionale, l’assessorato e il ministero si guardano bene di dare un minimo di informazione. Il Ministero della Salute si limita a rilasciare un aggiornamento settimanale. In questo periodo, il Ministero della Salute sta notando una certa variabilità, tuttavia, come ci si aspettava, fra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si è registrato un incremento dei casi segnalati ed è probabile che, con l’arrivo della stagione autunno-inverno 2025, i casi aumenteranno.
Negli ospedali e negli ambulatori non c’è nessuna indicazione. L’attuale Governo e quest’Amministrazione Regionale sono figli del negazionismo. Chi va in luoghi affollati, come ospedali, ambulatori, aeroporti, metropolitana, treni e non solo, dovrebbe indossare la mascherina e portare con sé il disinfettante come prevenzione.
Dr.Enrico Magni, psicologo e giornalista