Bevera: giovane a processo per rapina in un bar. Condannata
Il pubblico ministero, lo scorso 8 ottobre, ne aveva chiesto l'assoluzione, ritenendo l'impianto probatorio incapace di sostenere – con assoluta certezza – la penale responsabilità dell'imputata. L'altra mattina invece, il collegio giudicante presieduto dalla presidente Bianca Maria Bianchi con a latere le colleghe Martina Beggio e Giulia Barazzetta, ha sentenziato la condanna di V.S. - classe 1990 e originaria di Dolzago - alla pena di un anno e tre mesi di reclusione, oltre al pagamento di un'ammenda di 450 euro e delle spese processuali.
La giovane donna è stata dunque ritenuta responsabile della rapina messa a segno, nel dicembre 2023, ai danni de ''Il Piccolo Bar'' situato a Bevera di Barzago. In quell'occasione una persona dalla corporatura esile, vestita di scuro, con accento italiano e dal tono di voce quasi artefatto – così era stata descritta dalla parte offesa - aveva varcato l'accesso del pubblico esercizio di Via Santuario Superiore, chiedendo al titolare di consegnarle del denaro contante.
Volto parzialmente celato da una sciarpa e da un cappello, il soggetto – forse per rendere più convincente la sua pretesa - avrebbe brandito anche un oggetto appuntito, non meglio identificato. Poi era fuggito, senza ottenere quanto richiesto – al netto di tre pacchetti di sigarette - di fatto accompagnato verso l'uscita dallo stesso titolare.

Le indagini avviate negli istanti successivi dai Carabinieri della Compagnia di Merate – raccolte alcune testimonianze - avevano consentito di ''accendere i riflettori'' sull'imputata, dalla corporatura esile e vestita di scuro, in maniera simile alla persona che aveva fatto irruzione nel bar tabaccheria di Bevera. La donna era stata notata salire, nel cortile adiacente l'attività commerciale, a bordo di un suv, poi allontanatosi; a terra in prossimità del luogo dove il veicolo era posteggiato, era stato rinvenuto uno dei pacchetti di sigarette sottratti pochi istanti prima.
V.S. - che pare avesse già frequentato il bar in qualche occasione - è stata dunque iscritta nel registro degli indagati e poi rinviata a giudizio in udienza preliminare, con il procedimento incardinato dinnanzi al collegio.
Le risultanze investigative erano state tuttavia ritenute insufficienti dal PM Chiara Di Francesco che a inizio mese, al termine della propria requisitoria, aveva chiesto l'assoluzione della 35enne, difesa d'ufficio dall'avvocato Alessandra Carsana, sostituita in aula durante la discussione dalla collega Ester Invernizzi.
Quest'ultima non ha potuto che associarsi alle conclusioni rassegnate dall'esponente della Procura, evidenziando appunto alcune contraddizioni fra i fatti verificatisi e quanto contenuto invece nel capo di imputazione.
Di diverso avviso il collegio che giovedì mattina ha sentenziato la condanna della giovane, alla quale è stato altresì revocato il beneficio della pena sospesa che le era già stato concesso da un diverso Tribunale seguito di una condanna inflittale per un altro episodio.
La giovane donna è stata dunque ritenuta responsabile della rapina messa a segno, nel dicembre 2023, ai danni de ''Il Piccolo Bar'' situato a Bevera di Barzago. In quell'occasione una persona dalla corporatura esile, vestita di scuro, con accento italiano e dal tono di voce quasi artefatto – così era stata descritta dalla parte offesa - aveva varcato l'accesso del pubblico esercizio di Via Santuario Superiore, chiedendo al titolare di consegnarle del denaro contante.
Volto parzialmente celato da una sciarpa e da un cappello, il soggetto – forse per rendere più convincente la sua pretesa - avrebbe brandito anche un oggetto appuntito, non meglio identificato. Poi era fuggito, senza ottenere quanto richiesto – al netto di tre pacchetti di sigarette - di fatto accompagnato verso l'uscita dallo stesso titolare.

Le indagini avviate negli istanti successivi dai Carabinieri della Compagnia di Merate – raccolte alcune testimonianze - avevano consentito di ''accendere i riflettori'' sull'imputata, dalla corporatura esile e vestita di scuro, in maniera simile alla persona che aveva fatto irruzione nel bar tabaccheria di Bevera. La donna era stata notata salire, nel cortile adiacente l'attività commerciale, a bordo di un suv, poi allontanatosi; a terra in prossimità del luogo dove il veicolo era posteggiato, era stato rinvenuto uno dei pacchetti di sigarette sottratti pochi istanti prima.
V.S. - che pare avesse già frequentato il bar in qualche occasione - è stata dunque iscritta nel registro degli indagati e poi rinviata a giudizio in udienza preliminare, con il procedimento incardinato dinnanzi al collegio.
Le risultanze investigative erano state tuttavia ritenute insufficienti dal PM Chiara Di Francesco che a inizio mese, al termine della propria requisitoria, aveva chiesto l'assoluzione della 35enne, difesa d'ufficio dall'avvocato Alessandra Carsana, sostituita in aula durante la discussione dalla collega Ester Invernizzi.
Quest'ultima non ha potuto che associarsi alle conclusioni rassegnate dall'esponente della Procura, evidenziando appunto alcune contraddizioni fra i fatti verificatisi e quanto contenuto invece nel capo di imputazione.
Di diverso avviso il collegio che giovedì mattina ha sentenziato la condanna della giovane, alla quale è stato altresì revocato il beneficio della pena sospesa che le era già stato concesso da un diverso Tribunale seguito di una condanna inflittale per un altro episodio.
G.C.