Cassago: Cena del Povero, un'iniziativa sulle missioni

Nella serata di venerdì 24 ottobre, presso l’Oratorio di Cassago, si è svolta la sedicesima Cena del Povero, organizzata come ogni anno in occasione dell’Ottobre Missionario. Il tema di quest’anno è stato "Gente di primavera, testimoni di speranza nel mondo": la serata ha dunque avuto come obiettivo trasmettere un sentimento di speranza e mostrare come ciascuno, con il proprio modo di essere, il carattere e i talenti, possa essere testimone di fede, ovunque nel mondo o qui; per fare questo i volontari hanno basato l’iniziativa sul Vangelo del Buon Samaritano.
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L’allestimento è stato pensato come un’osteria, una locanda accogliente arredata con quadri ed elementi che ricordano una trattoria: tovaglie a quadri, bottiglie, candele. Nella sala inoltre spiccava l’albero della speranza, dove i partecipanti hanno potuto scrivere messaggi di pace su biglietti colorati a forma di fiori, in riferimento alla primavera e quindi al tema della rinascita. Inoltre, ogni partecipante ha scelto due bigliettini con caratteristiche, ad esempio: generoso, ferito, coraggioso, fragile, formalista, conformista, e li ha portati al proprio posto per un’attività collegata ai personaggi del Vangelo.
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All’inizio del momento conviviale, agli ospiti è stato offerto il tè dell’accoglienza, per dare loro un dolce benvenuto. Durante la serata si sono alternate due testimonianze: la prima proviene dal Perù ed è stata raccontata da Giacomo e Silvia, una coppia che, tramite la diocesi di Milano, ha vissuto lì per sei anni, dove sono nati i loro due figli. Hanno sottolineato l’importanza non tanto del “fare” quanto del “restare” e vivere pienamente l’esperienza; in seguito è stato vissuto un momento di riflessione lasciando delle brocche a metà per sensibilizzare sull’emergenza idrica che colpisce molti Paesi.
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È stato inoltre proiettato un breve video di don Adriano Valagussa, ex parroco di Cassago e ora missionario a Cuba, che ha raccontato la sua esperienza, ponendo l’attenzione sulle mancanze e la povertà. La seconda testimonianza, coerente con il tema del Giubileo della Speranza — ''essere pellegrini di speranza, gente di primavera'' — è stata introdotta da una preghiera sul brano del Buon Samaritano, dove Gesù chiede: ''Chi è il mio prossimo?'' spiegando che spesso non si conosce davvero chi sia il nostro prossimo.
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Un esempio concreto di questo insegnamento è Matteo Carozzi, un giovane di Cassago che, mancato a soli 30 anni, ha consentito - donando gli organi - di salvare altre vite; sua madre, Rosaura Fumagalli, esponente del comitato ''Insieme a Teo per la Vita'', ha inviato un breve audio di testimonianza. Infine, padre Marco Panzeri, un passionista originario di Cassago che 13 anni fa ha ricevuto un cuore nuovo tramite trapianto, ha raccontato l’importanza di spendersi nel bene, perché la generosità di Dio non ha prezzo.
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''Siamo molto soddisfatti della partecipazione, che è stata di circa 90-100 persone'' hanno detto i volontari, contenti del riscontro della serata. Il menù è stato sobrio, come da tradizione della Cena del Povero: non sono stati serviti né primo né secondo, ma un piatto unico di polenta e lenticchie a fine cena è poi stata offerta la frutta, mandarini e uva, offerti dal gruppo missionario Caritas Cassago, il quale tra l’altro, nei giorni di sabato 25 e domenica 26 ottobre ha organizzato una vendita fuori nelle piazze del paese e davanti alla chiesa dopo le messe di frutta, patate, miele e marmellate per raccogliere fondi a sostegno dei progetti che il GMCC sta realizzando, in particolare la costruzione di un pozzo in Tanzania nel villaggio di Noomoton.
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A conclusione della serata, i partecipanti hanno preso parte a una preghiera per la pace, considerata la presenza di ben 59 conflitti ancora attivi nel mondo, e hanno letto i nomi dei bambini che hanno perso la vita finora nel conflitto israelo-palestinese. Infine, ciascun partecipante ha ricevuto un sacchettino contenente fiori di carta, realizzati dai giovani con disabilità del centro diurno, assistiti dai preti guanelliani.
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La sedicesima Cena del Povero si è dunque confermata un’occasione preziosa di condivisione, riflessione e comunità. Attraverso la sobrietà del pasto, le testimonianze di speranza e l’impegno dei volontari, la serata ha ricordato a tutti come anche piccoli gesti e scelte quotidiane possano essere significativi nel costruire un mondo più solidale e accogliente. L’invito rimane quello di continuare a essere, ciascuno nel proprio contesto, testimoni di speranza e di rinascita, con la consapevolezza che ogni persona è chiamata a fare la differenza.
I.M.
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